Trump: «Fuori i transgender dall’esercito Usa». Il presidente vuole annullare la norma introdotta nel 2016
Donald Trump caccia i transgender dalle forze armate americane con un tweet: «Dopo essermi consultato con i miei generali e con gli esperti militari, sappiate che il governo degli Stati Uniti non accetterà o non consentirà a persone transgender di prestare servizio, in qualsiasi funzione, nelle forze armate americane». Poche righe per cancellare l’apertura di […]
Donald Trump caccia i transgender dalle forze armate americane con un tweet: «Dopo essermi consultato con i miei generali e con gli esperti militari, sappiate che il governo degli Stati Uniti non accetterà o non consentirà a persone transgender di prestare servizio, in qualsiasi funzione, nelle forze armate americane». Poche righe per cancellare l’apertura di Barack Obama, ufficializzata il primo luglio del 2016. Subito reazioni durissime e, almeno finora, bipartisan. Il senatore repubblicano John McCain, presidente della Commissione dei Servizi militari, ha diffuso una nota: «Ogni americano che rispetta gli standard medici deve poter continuare a prestare servizio militare». Nancy Pelosi, leader del partito democratico alla Camera, ha parlato di «un vile attacco, pieno di odio». E poi la rabbia della comunità Lgbt degli Stati Uniti. Aaron Belkin, direttore del Palm Center, il centro di ricerca californiano che si occupa anche delle «minoranze sessuali nell’esercito », ha detto: «È una decisione sconvolgente, da ignoranti. Il presidente sta creando una versione anche peggiore del “Don’t ask, don’t tell” (la regola che imponeva ai soldati di non rivelare il proprio orientamento sessuale)». Da segnalare, infine, il commento della senatrice democratica Tammy Duckworth, veterana della guerra in Iraq, gambe amputate nella caduta del suo elicottero: «Non mi importa nulla sapere se i soldati americani che rischiarono la loro vita per salvare la mia fossero gay, eterosessuali, transgender o qualsiasi altra cosa». L’uscita di Trump sembra aver sorpreso anche il Pentagono. Il segretario alla Difesa, James Mattis, sarebbe stato consultato, ma ieri il suo portavoce, il capitano Jeff Davis, ha dirottato tutte le domande sulla Casa Bianca. Come dire: la responsabilità politica è del presidente. Trump ha offerto questa spiegazione: «Le nostre forze armate si devono concentrare su vittorie decisive e travolgenti e non possono sostenere il peso delle enormi spese mediche e dei disagi causati dai transgender». Il presidente, dunque, prova a trasformare una questione di principio in un problema economico od organizzativo. Ma quanti sono i transgender sotto le armi? Secondo un rapporto commissionato dal ministero della Difesa e pubblicato il 30 giugno 2016 dal thinktank californiano Rand Corporation «la stima varia tra i 1.320 e i 6.630 su un totale di circa 1,3 milioni di militari». E a quanto ammontano le spese extra? La direttiva del 7 ottobre 2016 assicura ai transgender la copertura, più o meno completa, delle cure ormonali (100 dollari al mese) e, soprattutto, delle operazioni per il cambio di sesso, che possono valere decine di migliaia di dollari. Si legge ancora nel documento di Rand Corporation: «I costi supplementari per spese mediche oscillano tra i 2,4 milioni e gli 8,4 milioni di dollari all’anno». Va ricordato che nel 2017 il bilancio federale ha stanziato per la Difesa 521,7 miliardi di dollari e che Trump ha proposto di aggiungerne altri 52,3 nel 2018. (Corriere della Sera)