Alla corte di Mezzocapo.

Il gruppo Teatro Musical Reghinna Club metterà in scena la storia del Marchese Mezzacapo e la rivolta di un popolo. Con la partecipazione straordinaria di Mario Capone, Giuseppe Guadagno e Deborah Lombardi. Martedì 29 e mercoledì 30 agosto alle ore 20.45 presso i giardini di Palazzo Mezzacapo. Testo di Teresa Criscuolo ed Enzo Mammato Musiche: […]
Il gruppo Teatro Musical Reghinna Club metterà in scena la storia del Marchese Mezzacapo e la rivolta di un popolo.
Con la partecipazione straordinaria di Mario Capone, Giuseppe Guadagno e Deborah Lombardi.
Martedì 29 e mercoledì 30 agosto alle ore 20.45 presso i giardini di Palazzo Mezzacapo.
Testo di Teresa Criscuolo ed Enzo Mammato
Musiche: gruppo Discede.
tratto da http://www.nobili-napoletani.it/Mezzacapo.htm
Le radici della famiglia Mezzacapo, sin dai tempi dei normanni, sono in Rheginna Major, splendida cittadina della costa amalfitana, successivamente denominata Maiuri ed oggi Maiori; elevata nel 1622 da re Filippo IV d’Asburgo-Spagna al rango di città regia.
Maiori ha dato i natali ad illustri personaggi appartenenti a nobili famiglie: Lanario Vinciguerra fu Uditore di Giovanna II di Durazzo e Luogotenente del Gran Camerlengo; Antonio Lanario, Presidente della Regia Camera della Sommaria; Benedetto Citarella prestò danaro a re Carlo II d’Angiò e Nardo Luca Citarella fondò in Napoli i Banchi Nuovi; Nicola Oliva fu familiare di Ferdinando I d’Aragona.
Secondo gli storici, il nome deriva da un episodio in cui il capostipite dei Mezzacapo tagliò a metà la testa di un saraceno e ricevette un soprannome che poi si trasformò in Mezzacapo.
Le prime notizie certe risalgono al 1268 con Geronimo, valoroso milite di Carlo I d’Angiò, gravemente ferito al capo durante la battaglia contro i pisani che espugnarono e saccheggiarono Maiori.
Nel 1530 la famiglia eresse la propria cappella gentilizia in Maiori nella chiesa di San Francesco, sulla sinistra ai piedi dell’arco maggiore.
Il Casato si diramò nella città di Scala nel 1569 e in Amalfi nel 1582.
Nel 1661 i maestri Andrea Confalone e Giuseppe Mezzacapo furono incaricati di procedere alla revisione dei conti, con l’assistenza del Superiore del Minori Osservanti del Monastero delle Clarisse di S. Maria della Pietà in Maiori.
Don Gabriele Mezzacapo fu uno dei donatori del Pio Monte della Misericordia.
Nel 1708 il cavaliere Andrea Filippo Mezzacapo vestì l’abito di Malta, così pure nel 1774 i cavalieri Gaetano e Giovanni Mazzacapo.
Ai primi del XVIII secolo il marchese Guido Mezzacapo si recò da Maiori a Malta con l’imbarcazione Lusoria, avente la sagoma di una feluca con l’arma di famiglia più antica dipinta sul pannello di poppa. L’imbarcazione fu rimessa a mare nel giugno del 1921 in occasione del primo Congresso Eucaristico Diocesano di Amalfi, ed aprì la processione acquea. La nave oggi si trova nel Museo Navale della Marina Militare di Venezia, dono della famiglia Mezzacapo di Monterosso.
Don Giuseppe Mezzacapo, dottore in legge, intraprese la carriera forense a Napoli trattando le cause più complicate; nel marzo del 1713 il duca Giovanni Giuseppe d’Alessandro gli affidò, con atto legale, procura a rappresentarlo nel disbrigo di tutte “le liti e cause attive, passive, civili, criminali(…)in ogni corte, luogo, foro ed avanti qualsivoglia giudice, ufficiale e magistrato.
La famiglia nel 1788 fu insignita col titolo di marchese di Monterosso, in Calabria Ultra II, per rinnovazione della prima concessione in favore della famiglia Branner Y Beck.
Polita Mezzacapo sposò Dezio Confalone.
I Mezzacapo avevano, tra la fine del settecento e gli inizi dell’ottocento la procura sul Santuario della Vergine dell’ Avvocata di Maiori, gestito dai Monaci Camaldolesi, e avevano a loro disposizione, nel Cenobio, un quartino con più stanze, per quando aveva bisogno di recarvisi, mentre nell’avito Palazzo di famiglia in Maiori, vi era un appartamento speciale, destinato ai Padri Camaldolesi, che spesso si recavano in città per affari della Comunità.
In Salerno vi era la nobile congrega di S. Antonio il cui scopo principale era quello di aiutare spiritualmente i condannati a morte; nel 1804 erano fratelli della congrega le famiglie Morese, de Vicariis marchesi di S. Lucia, Mazzacane principi di Omignano, Ruggi d’Aragona marchesi, Pinto baroni di S. Martino, Moscati baroni di Olevano, Ruggiero baroni di Tolve, Confalone e Mezzacapo marchesi di Monterosso.
Nel 1818 fu soppressa la sede Vescovile di Scala e Filippo Mezzacapo, marchese di Monterosso, insieme all’Arcivescovo di Bari Nicola Coppola e al principe Bonito di Casapesenna, fece parte di una delegazione per chiedere alla Santa Sede la revoca del provvedimento.
Don Gaetano Mezzacapo, colonnello in seconda, con Real Decreto del 7 ottobre 1816, fu nominato cavaliere di diritto del Real Ordine di S. Giorgio della Riunione.
Dona Carlo Mezzacapo, insieme a Girolamo Calà Ulloa, Guglielmo Pepe ed altri numerosi militari dell’esercito napoletano, si recò nel 1849 a Venezia per liberarla dall’assedio.
Don Guido Mezzacapo dei marchesi di Monterosso, nato a Napoli il 15 luglio 1863 sposò Donna Giulia Mastrilli dei duchi di Marigliano.
Eduardo Mezzacapo, marchese di Monterosso, nato a Napoli il 2 luglio 1872, sposò a Napoli nel 1896 la nobildonna Carlotta Mirelli dei principi di Teora.
Per eventuali approfondimenti si consiglia di consultare le tavole genealogiche redatte da Serra di Gerace e gli Affari della “Real Commissione dei Titoli di Nobiltà”.