Bacoli. Il dolore di amici e parenti di Antonio e Lara, il sub e l’allieva morti ieri ad Ischia durante un’immersione

14 agosto 2017 | 17:29
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Bacoli. Il dolore di amici e parenti di Antonio e Lara, il sub e l’allieva morti ieri ad Ischia durante un’immersione

Ischia. La passione per le immersioni era impressa nel loro dna. Erano entrambi sub da generazioni, Antonio e Lara. Il nonno di Lara, Peppino, «era stato uno dei pionieri delle ricerche della Baia sommersa», racconta il sindaco di Bacoli Gianni Picone e gli occhi diventano lucidi mentre parla della ragazzina intrappolata in quel mare che […]

Ischia. La passione per le immersioni era impressa nel loro dna. Erano entrambi sub da generazioni, Antonio e Lara. Il nonno di Lara, Peppino, «era stato uno dei pionieri delle ricerche della Baia sommersa», racconta il sindaco di Bacoli Gianni Picone e gli occhi diventano lucidi mentre parla della ragazzina intrappolata in quel mare che tanto amava e che faceva «parte del suo patrimonio genetico». Basti pensare che, grazie proprio alle spedizioni sott’acqua di nonno Peppino, erano state scoperte alcune delle bellezze dell’antica città. E anche il papà di Lara, Antonio, apprezzato musicista, aveva coltivato sin da piccolo questa passione trasmettendola inevitabilmente alla figlia. «Parliamo di persone esperte, che si sono sempre mosse con cautela – spiega il sindaco – questo discorso vale per la famiglia di Lara come per Antonio Emanato. Anche lui faceva immersioni da una vita e prima di lui il padre. Si conoscono da sempre, come tutti noi qui a Baia. È come se fossimo un’unica famiglia. Per questo, oggi, la nostra comunità è incredula, sgomenta per questa tragedia enorme, alla quale ancora non riusciamo a dare una spiegazione». Ieri mattina, prima di uscire con il gommone del suo diving club, il SeaWorld, Antonio Emanato, per tutti Tonino, ha incontrato sul pontile di Baia Tiziana Schiano Lo Moriello, la titolare di un altro diving della zona, il Sea Point. «Era sorridente, felice di andare per mare», lo ricorda adesso Tiziana, che sottolinea: «Non sono in grado di dire che cosa sia successo. Queste sono immersioni che facciamo abitualmente. Ci sono passaggi dai quali si vede il tempo di entrata e di uscita, bisognerebbe leggere e capire qual è stato il tempo di immersione. La grotta dove è accaduta la tragedia non è particolarmente pericolosa, ma in mare ci sono sempre tante variabili di cui bisogna tenere conto». Tonino però era un sub che ci sapeva fare eccome, abituato a cavarsela in tutte le situazioni. «Un mago delle immersioni», lo definiscono gli amici. E c’è chi, come Eugenio Gritta, responsabile sub della lega Navale di Pozzuoli, ha ancora stampato nella memoria quel giorno di una quindicina di anni fa, «quando Emanato mi venne in soccorso in mezzo al mare. Una persona che stava con me si era sentita male, chiedemmo aiuto. Tonino arrivò subito e il suo aiuto fu decisivo. Si risolse tutto per il meglio, anche grazie a lui. Perché era fatto così: sempre disponibile. Se avevi bisogno era lì. Ora sto male pensando a quello che gli è accaduto». E pensare che due anni fa, sempre a metà agosto, Antonio aveva rischiato la vita. Era scivolato sul “palo di sapone”, una tradizionale gara che si tiene nella zona flegrea. Era caduto con la schiena sulla banchina. Era rimasto tre mesi in ospedale. Se l’era vista brutta ma era riuscito a cavarsela alla grande. Poi però il destino si è ripresentato, puntuale, e stavolta a tradirlo è stato proprio il mare, l’habitat naturale suo e della piccola Lara, la più brava delle sue allieve che l’anno prossimo avrebbe iniziato la terza media. Raccontano qui, sul porticciolo di Baia, dove rabbia e dolore si alternano in un miscuglio di sentimenti, che Tonino è morto nel disperato tentativo di aiutare Lara. Le indagini chiariranno la dinamica. Ma intanto la comunità si stringe nel dolore. Nei prossimi giorni il Comune proclamerà lutto cittadino. «Se c’è una cosa che questi due ragazzi ci lasciano – commenta il sindaco Picone – è un messaggio di grande amore per la nostra terra e per il nostro mare». (la Repubblica)