Barcellona, caccia al killer: operazione polizia a Ripoll

20 agosto 2017 | 12:25
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Barcellona, caccia al killer: operazione polizia a Ripoll

E’ caccia al killer tra Spagna e Francia. Si cerca l’uomo sospettato di essere il guidatore del furgone killer che giovedì scorso è piombato sulla Rambla di Barcellona, uccidendo 14 persone e ferendone oltre 120. Decine e decine di posti di blocco sono stati innalzati nel nord-est della Catalogna. Il terrorista ricercat è Younes Abouyaaquou, marocchino […]

E’ caccia al killer tra Spagna e Francia. Si cerca l’uomo sospettato di essere il guidatore del furgone killer che giovedì scorso è piombato sulla Rambla di Barcellona, uccidendo 14 persone e ferendone oltre 120.Decine e decine di posti di blocco sono stati innalzati nel nord-est della Catalogna. Il terrorista ricercat è Younes Abouyaaquou, marocchino di 22 anni. Le ricerche si concentrano attorno alle cittadine di Ripoll, da cui provenivano i membri della cellula terroristica, e di Manlleu.

Secondo indiscrezioni degli inquirenti, il ‘piano A’ dei terroristi islamici era “far saltare in aria” la Sagrada Familia, simbolo di Barcellona, con “enormi quantità di esplosivo” Tatp, quello con cui l’Isis ha firmato le sue stragi in Europa

Si è conclusa a Barcellona la ‘messa della pace’ celebrata davanti a migliaia di persone nella Sagrada Familia alla memoria delle vittime degli attentati. Re Felipe VI e la regina Letizia sono usciti dalla basilica, che secondo la stampa spagnola era il primo obiettivo dei terroristi. Alla cerimonia religiosa hanno partecipato fra gli altri il premier spagnolo Mariano Rajoy, il presidente catalano Carles Puigdemont e il presidente e il premier del Portogallo Marcelo Rebelo de Sousa e Antonio Costa.

Si indaga su imam di Ripoll, c’è il sospetto che sia morto o scappato

Nelle indagini è inoltre entrato di prepotenza come figura centrale un nuovo indagato, sospettato di aver svolto un ruolo chiave nelle stragi. E’ Abdelbaki El Satty, l’imam di Ripoll, la tranquilla (fino ai giorni scorsi) cittadina dei Pirenei di 10 mila anime, al 10% di origine marocchina, da cui venivano quasi tutti i 12 presunti membri della cellula. La polizia ha perquisito per tre ore oggi il suo appartamento. E’ sparito da martedì dopo aver detto al suo coinquilino che andava in Marocco in vacanza dalla moglie e dai figli. Gli inquirenti sospettano possa essere stato lui a indottrinare e dirigere i ‘baby-terroristi’ marocchini di Ripoll e che possa essere uno dei due terroristi morti nell’esplosione del covo della banda mercoledì notte ad Alcanar.

La cellula dei terroristi ragazzini

Nella base operativa vicino a Tarragona, secondo gli investigatori, il gruppo preparava da mesi un grande attacco a Barcellona. Nell’appartamento dell’imam marocchino al 4 di Carrer Sant Pere la scientifica ha raccolto campioni biologici per compararne il Dna con quello dei resti umani trovati in mezzo alle macerie di Alcanar, accanto a tracce di Tatp ed a 106 bombole del gas con le quali i terroristi volevano rendere ancora più micidiale l’onda d’urto di tre furgoni bomba.

Il ‘piano A’ che i jihadisti di Ripoll preparavano da mesi doveva essere ancora più sanguinoso e spettacolare. Fonti dell’inchiesta hanno detto a El Confidencial che l’obiettivo del gruppo era la Sagrada Familia, il celeberrimo capolavoro di Antoni Gaudì visitato ogni giorno da migliaia di turisti. Per questo dovevano preparare “enormi quantità di esplosivo” ad Alcanar per i tre furgoni che sarebbero stati usati per “fare saltare in aria” il tempio. Un atto che avrebbe provocato una probabile ecatombe e un’onda d’emozione enorme nel mondo.

Da Barcellona a Cambrils: cosa sappiamo dell’attentato

Ora la cellula, formata si ritiene da 12 persone, è praticamente distrutta. Cinque terroristi sono stati abbattuti dalla polizia a Cambrils, due sono morti nell’esplosione del covo di Alcanar, quattro persone sono in manette. Resta in fuga solo Abouyaaqoub, 22 anni, pure di Ripoll, che la polizia ora sospetta dopo varie indicazioni contraddittorie possa essere stato il killer della Rambla. E’ attivamente ricercato in Spagna ma anche in Francia, nell’ipotesi sia riuscito a passare la frontiera dei Pirenei. Dopo averlo escluso troppo in fretta, gli inquirenti verificano ora se non possa essere stato lui, fuggendo dalla Rambla, a forzare in auto un posto di blocco sulla Meridiana giovedì sera e a fuggire di nuovo a piedi lasciando nella vettura – dopo averlo ucciso – il cadavere del proprietario.

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Mercoledì notte qualcosa è andato storto. Probabilmente il Tatp, noto per la sua alta instabilità, è stato manipolato male e il covo è esploso. La cellula ha così dovuto rinunciare “all’enorme attentato” che pianificava a Barcellona e ripiegare su soluzioni più ‘artigianali’ senza esplosivi sulla Rambla e a Cambrils, spezzando 14 vite umane e facendo 134 feriti. Tre gli italiani uccisi: oltre a Bruno Gulotta, 35 anni e Luca Russo, di 25, si è appreso oggi che anche Carmen Lopardo, 80 anni, da 60 in Argentina, è stata uccisa sulla Rambla. Il bimbo australiano di 7 anni di cui non si avevano notizie dall’attentato di Barcellona, Julian Cadman, è stato ritrovato sano e salvo. Lo riferisce El Mundo. Il piccolo è stato localizzato in un ospedale di Barcellona e il padre è in viaggio per raggiungerlo. La madre del piccolo, una filippina residente in Australia, era rimasta gravemente ferita nell’attacco sulle Rambla.

Sulla distruzione o meno della cellula ci sono state oggi le prime scintille fra Barcellona e Madrid dopo l’unità nazionale proclamata dopo la strage della Rambla. Il ministro degli Interni spagnolo Juan Manuel Zoido ha annunciato lo “smantellamento” del gruppo, subito pubblicamente smentito dal collega catalano Joaquim Form, un ‘falco’ secessionista. La tregua scoppiata dopo la strage fra Madrid e Barcellona nella guerra sull’indipendenza della Catalogna potrebbe avere già le ore contate.

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La Rambla di Barcellona non si svuota, anzi. Migliaia di persone continuano a percorrere la passeggiata che conduce al porto, teatro di un attentato islamico, con 14 morti. Sono in centinaia a fermarsi davanti ai piccoli memoriali improvvisati, poco prima della teatro dell’Opera del Liceu, e a lasciare un messaggio di solidarietà, accanto a centinaia di candele. Nonostante ciò la tensione non cala: ad un certo punto vigilantes della metro particolarmente violenti ed aggressivi cacciano in malo modo due maghrebini dalle viscere della città accusandoli di furto, e minacciano gli operatori televisivi numerosi sulla Rambla. Qui non si filma. Ma siamo in uno spazio pubblico, anche se loro sembrano dimenticarlo.

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‘Non abbiamo paura’ – Migliaia di cittadini si sono riuniti attorno a Re Felipe VI, al premier Mariano Rajoy e al presidente catalano Carles Puigdemont in Plaza Catalunya, cuore di Barcellona, per un minuto di silenzio in omaggio alle vittime dell’attentato di ieri. Dopo il minuto di silenzio la folla si è sciolta in un lungo applauso, fra grida di “No Tengo Miedo”, “Non ho paura”. La Spagna stringe le fila davanti all’attacco del terrorismo islamico. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha proclamato l’unità nazionale davanti alla minaccia jihadista. A Barcellona ha tenuto un vertice con il presidente catalano Carles Puigdemont. I due uomini – durissimi avversari sulla corsa della Catalogna verso l’indipendenza alla quale Puigdemont ha detto di non voler rinunciare – hanno promesso totale collaborazione sulla sicurezza e si sono stretti la mano ben tre volte, ha registrato la stampa spagnola. Domani Madrid deciderà se portare al livello 5, il più alto, l’allarme terrorismo, una misura che porterebbe anche l’esercito a difesa dei punti sensibili del Paese.

Rimane elevato in Italia il livello di vigilanza con misure sul territorio rafforzate: è quanto ha deciso il Viminale dopo l’attentato di Barcellona. Intanto negli Stati Uniti si diffonde l’uso degli ultimi ritrovati hi-tech che potrebbero evitare o limitare gli attentati: dispositivi a microonde e laser sviluppati dall’esercito USA che bloccano i veicoli provocando un collasso elettronico. L’Isis ha rivendicato l’attentato di Barcellona attraverso la sua ‘agenzia’ Amaq, definendo gli attentatori “soldati dello Stato islamico”. Lo riferisce il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, pubblicando una immagine della rivendicazione in arabo.

Il video del furgone (da Twitter)


IL TRAGITTO DEL FURGONE (DA GOOGLE MAP)

VIDEO DA YOUTUBE

FONTE ANSA