Benevento. Denuncia di una 19enne: “Non mi fanno lavorare perché nera”. Il datore di lavoro: “Non era all’altezza”
«Buongiorno. Italia, agosto 2017: voglio raccontarvi quello che mi è accaduto mezz’ora fa, dovevo fare una prova come cameriera in un ristorante, il “Cusanelli”, a Pietraroja, dico anche il nome. Ma quando la moglie del titolare mi ha visto e ha visto che ero “black…” nera… ha cominciato a gridare e mi ha cacciato via. […]
«Buongiorno. Italia, agosto 2017: voglio raccontarvi quello che mi è accaduto mezz’ora fa, dovevo fare una prova come cameriera in un ristorante, il “Cusanelli”, a Pietraroja, dico anche il nome. Ma quando la moglie del titolare mi ha visto e ha visto che ero “black…” nera… ha cominciato a gridare e mi ha cacciato via. Non mi hanno fatto lavorare per il colore della mia pelle». Pasqualina De Simone ha 19 anni, vive in provincia di Benevento ed è italiana: ha un papà italiano e una mamma nigeriana. Ed essere discriminata non le piace, perciò prende il suo telefono e, ancora agitata, gira un video che posta su Facebook, raccontando quello che le è appena accaduto. Giovanni Cusanelli, titolare del ristorante, però, rigetta l’accusa di razzismo: «Per carità! Alla ragazza ho pagato anche la giornata di lavoro. Mia moglie credeva solo che in cucina non fosse all’altezza, tutto qui… poi con Facebook tutto diventa enorme». Per Cusanelli: «È stata una questione di competenze, non di razzismo». «La cucina di un ristorante deve rispettare certi standard» ripete più volte. E assicura: «Bianchi, gialli, verdi, se hanno voglia di lavorare e noi possiamo aiutarli ci fa piacere. Siamo tutti figli del Signore, anzi diciamola tutta: spesso sono gli italiani che non hanno voglia di lavorare. Ma appunto, ogni generalizzazione è un errore. Il mio ristorante è aperto a tutti». Pasqualina De Simone è giovane, ma ha un bel temperamento: «Ho due genitori fantastici, che mi hanno educata a essere forte e a reagire alle ingiustizie facendo ascoltare la mia voce». Anche perché la ragazza, che ha postato il video sul suo profilo pubblico “Lina Simons” – dove ci sono diversi video sulla discriminazione razziale (“Quando ero piccola volevo essere bianca per non sentirmi diversa. Ora ho imparato a volermi bene per come e per chi sono”) – questa volta ha denunciato non per difendere se stessa ma sua sorella: «Io sono abituata a cose del genere e non dovrei, ma vedere la mia sorellina piangere per colpa del razzismo… wow… non ce la faccio». Secondo il racconto di Lina, martedì 15 agosto si è presentata con sua sorella, 16 anni, al ristorante “Cusanelli” per una prova di lavoro. Con lei c’era un’amica di famiglia, che ha grande esperienza nella ristorazione e con cui Pasqualina ha già lavorato. Il titolare le ha accolte con grande gentilezza, ma quando le ha presentate alla moglie: «Lei ha fatto una faccia strana e ha cominciato a gridare e a dire che non andavamo bene, lanciava piatti e si arrabbiava con il marito. Ha detto cose terribili. Certo ci hanno pagato la giornata di lavoro, ma se volevano vedere le nostre qualità almeno dovevano farci fare una prova». Alla scena erano presenti dieci persone. Lina è una ragazza solare, sogna di fare la cantante e ha una bellissima voce. Racconta che la signora poi le ha chiesto scusa: «Io però il video non lo tolgo da Facebook, perché denunciare quello che accade è il primo passo perché non accada più, perché le persone che hanno salde basi morali, che rispettano il prossimo, che non giudicano dall’apparenza riescano a cambiare la nostra Italia». Perché come scrive in un post Lina: “Essere neri in Italia non è uno scherzo”. (la Repubblica)