Capaccio Paestum. Comune a rischio crac. Sei milioni di fatture già emesse e scarsa liquidità

1 agosto 2017 | 21:44
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Capaccio Paestum. Comune a rischio crac. Sei milioni di fatture già emesse e scarsa liquidità

Capaccio Paestum. Sei milioni di fatture emesse e casse comunali vuote. è la situazione finanziaria in cui versa il Comune, con un indebitamento di oltre 10 milioni di euro, ereditato dalla nuova amministrazione. «Problemi ne abbiamo trovati più di quanto pensavamo. E quando sul tavolo troviamo circa 6 milioni di fatture già emesse da pagare […]

Capaccio Paestum. Sei milioni di fatture emesse e casse comunali vuote. è la situazione finanziaria in cui versa il Comune, con un indebitamento di oltre 10 milioni di euro, ereditato dalla nuova amministrazione. «Problemi ne abbiamo trovati più di quanto pensavamo. E quando sul tavolo troviamo circa 6 milioni di fatture già emesse da pagare – afferma il sindaco Franco Palumbo – senza neanche un euro in cassa, il problema diventa serio. Dobbiamo affrontare con responsabilità tutto questo. Continuerò con uno scrupoloso lavoro di pulizia, perché i soldi dei cittadini devono essere spesi con oculatezza e mai più in modo irresponsabile». Palumbo, dunque, stringe la cinghia e lo fa anche partendo dalle società partecipate. «Ci sono delle partecipate utilizzate solo al fine di occupare poltrone – tuona il primo cittadino – e senza che servisse il loro impegno per dare risposte alla comunità. Società in liquidazione, che prosciugano denaro pubblico, che mi hanno non indispettito, ma di più nel leggere certi bilanci. Non esiterò a trasmettere le carte alla Corte dei Conti per far restituire questo denaro utilizzato, a mio avviso, in modo improprio. Le partecipate saranno controllate fattura per fattura, non è più gestibile un modo scellerato per portare avanti la spesa pubblica di una comunità. Quindi inversione di tendenza radicale, il generale Troncone sta facendo un ottimo lavoro di verifica ma soprattutto per mettere in produzione un patrimonio comunale che, spesso, è stato utilizzato per fare piaceri a qualcuno, invece di utilizzarlo nell’interesse di tutti i cittadini». A soffermarsi sulla questione finanze comunali, è l’assessore al ramo, Giuseppe Troncone: «Siamo deficitari in liquidità e questo ha portato l’ente a ricorrere alla Soget. Ma è stato un tentativo risultato vano, in quanto delle entrate affidate per la riscossione coattiva è riuscito a riscuoterne soltanto il 15% di quelle passate. Bisogna vedere, però, se quegli introiti sono dovuti, se i cittadini devono pagare. Perché prima delle elezioni sono arrivate una marea di cartelle ai cittadini, fatte sulla base empirica della misurazione del catasto. Molta gente, soprattutto anziani e meno abbienti, hanno pagato somme non dovute e molti ancora sfidano la pubblica amministrazione, pensando di non aver nulla da perdere. I soldi devono entrare nelle casse del Comune per evitare un indebitamento che, negli ultimi tre anni, ha avuto un’impennata di oltre 10 milioni di euro, solo per pagare impegni presi e non per la realizzazione di opere pubbliche. Sono stati contratti mutui per effettuare opere, ma di fatto sono serviti solo ad assicurare liquidità e tamponare una fattura o uno straordinario». (La Città)