Domani a Villa Rufolo il direttore finlandese Salonen: «Io, successore di Muti, felice di essere sul podio a Ravello»
«E’ la prima volta che dirigo in questo luogo meraviglioso e sono felice di guidare un’orchestra che è sì molto British, ma che è stata condotta da italiani illustri che mi hanno preceduto, da Toscanini a Sinopoli e più recentemente dal napoletano Riccardo Muti». A parlare è il maestro Esa Pekka Salonen che domani alle […]
«E’ la prima volta che dirigo in questo luogo meraviglioso e sono felice di guidare un’orchestra che è sì molto British, ma che è stata condotta da italiani illustri che mi hanno preceduto, da Toscanini a Sinopoli e più recentemente dal napoletano Riccardo Muti». A parlare è il maestro Esa Pekka Salonen che domani alle 20 dirigerà la Philharmonia Orchestra di Londra sul Belvedere di Villa Rufolo, dando il via alla programmazione di agosto della Sezione Sinfonica del Festival di Ravello. Il grande direttore e compositore finlandese è celebre, oltre che per l’acuto talento, per una sensibilità verso le nuove tecnologie e i nuovi linguaggi e mezzi di comunicazione. «La musica classica non è roba per vecchi noiosi – dichiara il musicista – e può essere diffusa e spiegata anche attraverso un’App per i telefonini o per i tablet». Direttore principale e Consulente artistico della Philharmonia Orchestra di Londra, una delle migliori compagini del mondo che – come ha ricordato lo stesso maestro finlande se – ha avuto, tra gli altri, Toscanini, Sinopoli e Muti tra i direttori principali, Salonen propone a Ravello un programma tradizionale per il pubblico del Festival. L’apertura della serata sinfonica è costituita da l’Ouverture da «Die Meistersinger von Nürnberg» di Wagner, un omaggio al genius loci, cui seguirà la classicissima Sinfonia n. 2 in re maggiore Op. 36 di Beethoven. Clou della serata, dopo l’intervallo, sarà il poema sinfonico «Also sprach Zarathustra» (Così parlò Zarathustra) di Richard Strauss, una pagina dalla quale ha attinto il cinema, primo tra tutti Stanley Kubrick in «2001 Odissea nello spazio» e che è una partitura particolarmente cara al direttore finlandese. Salonen, che è arrivato a dirigere un brano di Jan Sandström per motocicletta e orchestra, cita proprio il profeta Zarathustra a sostegno delle sue più ardite scelte musicali: «Se hai fatto del pericolo la tua vocazione, non c’è niente di disprezzabile in questo». Il poema sinfonico, fu composto nel 1896 a partire dal libro di Friedrich Nietzsche e costituisce un punto di svolta nella musica occidentale; in continuità con le teorie wagneriane, Richard Strauss afferma la non autosufficienza espressiva della musica e per tanto postula la necessità di dotarla di un apparato testuale, drammaturgico o poetico «a programma». Conclude il maestro Salonen: «Quando salii per la prima volta sul podio della Philharmonia mi sentii perfettamente a mio agio e si stabilì un feeling speciale con tutti i professori d’orchestra, ma c’era un grosso problema… Il direttore principale a quel tempo era nientemeno che il vostro Riccardo Muti; succedergli è stato per me un privilegio e oggi, anche grazie a tutti quanti ne hanno segnato la storia, la Philharmonia possiede una personalità internazionale a tutti gli effetti, quale si addice ad un grande festival come questo». (Corriere del Mezzogiorno)