Incendi, c’è chi potrebbe guadagnarci con il fuoco?

19 agosto 2017 | 19:11
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Incendi, c’è chi potrebbe guadagnarci con il fuoco?
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Incendi, c’è chi potrebbe guadagnarci con il fuoco?
Incendi, c’è chi potrebbe guadagnarci con il fuoco?

Al di là della percentuale bassissima legata alla autocombustione, innumerevoli sono i dubbi sulle possibili cause che determinano tali disastri. Uno su tutti, conoscendo il nostro Paese, potrebbe senz’altro essere la solita “mania” del business a tutti i costi. Stavolta trincerato dietro allo spegnimento ed al successivo rimboschimento. Dopo la soppressione del Corpo Forestale, eliminare […]

Al di là della percentuale bassissima legata alla autocombustione, innumerevoli sono i dubbi sulle possibili cause che determinano tali disastri. Uno su tutti, conoscendo il nostro Paese, potrebbe senz’altro essere la solita “mania” del business a tutti i costi. Stavolta trincerato dietro allo spegnimento ed al successivo rimboschimento. Dopo la soppressione del Corpo Forestale, eliminare qualsiasi finalità affidando la gestione degli incendi e la tutela dei territori a rischio all’ Esercito potrebbe essere la carta vincente. Intanto il rendere pubblico quanto sono costati gli interventi al Vesuvio ed al Faito sarebbe un importante passo in tal senso.

Quello che sta succedendo in queste settimane lungo il nostro territorio a causa degli incendi probabilmente a memoria d’uomo non si ricorda. Dopo il sacrilegio al Vesuvio con una serie di improvvisi focolai che hanno distrutto l’intero Parco Nazionale, in queste ore, stiamo assistendo impotenti alla distruzione della montagna più cara al popolo sorrentino, il Faito. Come spesso è capitato in passato anche in questi tremendi giorni, varie sono le teorie e le supposizioni circa le cause che scatenano tale devastante fenomeno.  Volendo affrontare in maniera concreta il problema secondo varie statistiche, si può senza ombra di dubbio affermare che soltanto nell’1% dei casi, l’incendio si sviluppa per autocombustione. Anche in casi di caldo eccezionale come l’abbiamo subìto le scorse settimane. Pertanto la causa predominante che sviluppa l’incendio e al distruzione dei nostri boschi e con essa i nostri meravigliosi paesaggi , senza prenderci in giro, è da attribuire solo e soltanto all’uomo. Sempre più spesso, nel tentativo di evitare di andare a fondo del problema, la colpa viene riversata sul cosi detto piromane.Soggetto ultimamente diventato famoso con il caso Vesuvio. Dove un tale personaggio, mediante un accendino avrebbe provocato la distruzione di 10 mila metri quadrati del Parco Nazionale. Con il suo arresto, a quanto sembra sia per la Magistratura che per la stampa,il caso sembrerebbe chiuso, e quindi uno dei più grandi disastri ambientali, che ha avuto una risonanza a livello mondiale, avrebbe il suo colpevole. Mentre per chi ha seguito dalle prime fasi l’evoluzione dell’incendio non può non ricordare che molti erano i focolai sviluppatosi contemporaneamente tutt’intorno al vulcano e quindi ad opera di accendini e mani diverse. Lo stesso dicasi per il piromane indicato al Faito e nè tanto meno si può riversare la colpa su contadini ignoranti che in piena calurìa si cimentano a bruciare sterpaglie.

Ciò non toglie che vi siano in circolazione persone mentalmente malate che provano esaltazione nell’incendiare piante ed arbusti facilitati dallo stato di incuria dei nostri boschi. Quindi si potrebbe dedurre che il piromane agisce senza alcun interesse se non per una sorta di godimento ma che tuttavia rappresenta la minima parte delle cause che determinano ogni anno, lo sterminio di migliaia di ettari di bosco.  Mentre è evidente che ogni qualvolta si sviluppa un incendio come quello che tuttora sta interessando il Monte Faito vari sono i focolai che poi si traducono in incendi imponenti difficilmente da contrastare se non con l’intervento di mezzi appropriati.  La capillarità dei fenomeni ,le asprita dei territori e le dinamiche con le quali i primi focolai si sviluppano, nella maggior parte dei casi non sono da attribuire né alla autocombustione né tanto meno a persone mentalmente malate come potrebbero essere dei piromani, ma bensì a vere e proprie menti criminali che nutrono grossi interessi nello sterminare tale inestimabile patrimonio. La convinzione che sia al Vesuvio ed attualmente al Faito, come in tante parti della Nazione potremmo essere di fronte ad attività dolose, dietro alle quali come al solito potrebbe celarsi una vera e propria strategia,sta prendendo sempre più piede. Quindi il dire che gli incendi, soprattutto in un paese chiamato Italia, possono essere un affare non è affatto una eresia.  L’attenzione da più parti, ultimamente viene posta sull’incalcolabile giro di affari che ruota intorno ad appalti con uomini e mezzi specifici (elicotteri e canadair) impegnati nel contrasto delle fiamme e successivamente nel rimboscamento delle aree sterminate. Con quello che con il senno di poi potremmo senz’altro definire uno scellerato provvedimento, emanato dal Governo con la Riforma Madìa,di smantellare il Corpo Forestale dello Stato  e fatto confluire nell’Arma dei Carabinieri, oltre alla ormai totale mancanza di prevenzione, ha causato una serie di paradossi pagati in modo caro dai territori. Mentre le fiamme distruggono ampie zone di prezioso verde sembrerebbe invece che i mezzi dell’anticendio boschivo (32 elicotteri) sono costretti, per cavilli burocratici, a rimanere inutilizzati, o già passati per altre finalità all’Arma, mentre anche  i professionisti dell’antincendio , capaci di coordinare i lavori in caso di emergenza essere stati distribuiti tra vari corpi. La cui mansione, in presenza di un incendio, sembrerebbe essere quella di avvertire i Vigili del Fuoco. La conseguenza di tale provvedimento è ormai sotto gli occhi di tutti. Ossia che l’emergenza incendi in che sta interessando le nostre belle colline inspiegabilmente continua ed è totalmente gestita da privati e pagata con soldi pubblici. Con l’inevitabile dubbio che tale fenomeno possa essere ben visto da qualcuno. A tale proposito slla pagina facebook del SI.F.U.S., il Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione il dott.Gherardo Chirici, professore associato di Inventari forestali e telerilevamento presso Università degli Studi di Firenze  evidenzia: i Canadair che in questi giorni sorvolano il Sud Italia, e in particolare la Sicilia, al costo di 14 mila euro l’ora, per spegnere gli incendi sono gestiti da privati. La stessa cosa riguarda gli elicotteri per il salvataggio e la lotta agli incendi con  contratti sempre alle stesse ditte. Chiede il docente: “E se non ci fossero più incendi queste ditte che vendono i loro servizi di antincendio otterrebbero ancora i loro appalti milionari?”

Quindi ad avere interesse affinché gli incendi si propaghino oltre alla criminalità organizzata , con le discariche nascoste e gli appalti relativi al rimboscamento, secondo alcune teorie potrebbero venire anche da  ulteriori soggetti legati alle operazioni di spegnimento. Oltre a rendere trasparente l’operato  di tutte le società private impegnate nelle operazioni di spegnimento, la soluzione altresì potrebbe essere nell’eliminare del tutto determinate finalità. Ossia far gestire completamente emergenze come quella degli incendi ,con la prevenzione, lo spegnimento ed il successivo rimboschimento, agli uomini dell’Esercito che senz’altro costerebbero meno di tante missioni talvolta inutili in paesi esteri. Intanto oltre ai tanti volontari che in queste ore si stanno prodigando per salvare le proprie terre sarebbe opportuno, oltre alle Autorità preposte, la Magistratura, che anche gli Amministratori locali si adoperassero per identificare a fondo i veri colpevoli di tale disastro che mai come quest’anno, con la coincidenza della soppressione della Corpo Forestale dello Stato, sembra avere assunto delle dimensioni bibliche. Contribuire in modo concreto affinché si faccia piena chiarezza sull’intera vicenda  e che il dubbio relativo al fatto che su tale devastazione qualcuno si possa  arricchire sia del tutto dissolto.- 19 agosto 2017 – salvatorecaccaviello