Ischia diventa isola del silenzio.Ordinanza contro partite di pallone, voce alta e suonerie di cellulari a tutto volume

5 agosto 2017 | 18:34
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Ischia diventa isola del silenzio.Ordinanza contro partite di pallone, voce alta e suonerie di cellulari a tutto volume

Vade retro, estate caciarona. Ischia dichiara guerra ai rumori, dribblando la deriva “cafonal” del turismo ferragostano. E proteggendo il relax dei suoi turisti (mai come quest’anno a cinque stelle, da Kate Moss ad Antonio Banderas) dagli schiamazzi incontrollati. Di più: restituendo dignità alla cosiddetta “controra”, destinata — secondo secolare tradizione — alla pennichella pomeridiana. Con […]

Vade retro, estate caciarona. Ischia dichiara guerra ai rumori, dribblando la deriva “cafonal” del turismo ferragostano. E proteggendo il relax dei suoi turisti (mai come quest’anno a cinque stelle, da Kate Moss ad Antonio Banderas) dagli schiamazzi incontrollati. Di più: restituendo dignità alla cosiddetta “controra”, destinata — secondo secolare tradizione — alla pennichella pomeridiana. Con un’ordinanza del sindaco Enzo Ferrandino, si istituiscono sul territorio comunale le “zone di silenzio”. Aree in cui sono banditi schiamazzi e partite di pallone improvvisate, la suoneria degli smartphone va adeguatamente misurata e il tono della voce va tenuto adeguatamente basso. Coprono una buona parte del centro del principale dei sei Comuni dell’isola (gli altri si adegueranno?), dalle perpendicolari del corso al lungomare Cristoforo Colombo, sul quale affaccia una serie di alberghi, fino a Ischia Ponte. Qui, in via sperimentale e fino al prossimo 30 settembre, dalle 15 alle 18 e dalle 21 alle 9 del mattino, il silenzio — è il caso di dirlo — è d’oro. Perché chi lo infrange pagherà dai 500 ai 4.000 euro: le intemperanze acustiche, insomma, costeranno care. «Abbiamo dovuto emanare l’ordinanza — spiega il primo cittadino — perché in molti, soprattutto turisti, hanno protestato, affermando di non riuscire a riposare. E capirete che la tutela della quiete pubblica è fondamentale per una località che voglia fare davvero turismo». E il dispositivo, si legge nella premessa, parla di pericoloso «pregiudizio alla tranquillità dei passanti» e di «necessità della salvaguardia del decoro e della tranquillità dei cittadini residenti e degli ospiti che scelgono Ischia come meta di vacanza». Il no al fracasso suscita qualche plauso da commercianti e albergatori (ma il presidente di Federalberghi Isola d’Ischia, Ermando Mennella, obietta: «Silenzio dalle 21? Mi sembra troppo»), in attesa che martedì prossimo entri in servizio la task force incaricata (anche) di misurare i decibel: 35 nuovi vigili stagionali, appena arruolati. «L’ordinanza non riguarda, evidentemente, i luoghi della movida», specifica il sindaco: dalla rinomata Rive Droite, dove si balla fino a notte inoltrata, ai luoghi delle discoteche. Lì il silenzio resta una chimera e qualcuno, tra i residenti, se ne lamenta. «Plaudiamo all’iniziativa — dichiara il presidente di Confcommercio, Marco Bottiglieri — ma sulla geografia delle zone di silenzio avremmo voluto dire la nostra». L’ordinanza di Ischia fa il paio, peraltro, con un dispositivo simile, emanato dal sindaco della vicina isola di Procida qualche settimana fa per difendere «il diritto al riposo dei cittadini dalle 24 alle 8 e dalle 13 alle 16» vietando «schiamazzi, emissioni sonore, rumori derivanti dall’utilizzo di macchinari o attrezzi e fuochi di artificio». Senza dimenticare Capri, che ha incaricato un dipendente di bagnare scale e piazze per evitare i bagordi. Strano destino, quello dei sindaci delle isole: fare rumore, metaforicamente, per tenere bassi i decibel. (la Repubblica)