La minaccia dell’Isis: l’Italia è il prossimo obiettivo. A Milano e Roma nuove barriere anti sfondamento

20 agosto 2017 | 18:20
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La minaccia dell’Isis: l’Italia è il prossimo obiettivo. A Milano e Roma nuove barriere anti sfondamento

“Il prossimo obiettivo di Isis è l’Italia”: la minaccia del terrorismo islamico viaggia sul canale Telegram utilizzato dal Califfato ed è stata rilanciata dall’allarme dell’organizzazione Usa Site, che monitora l’attività jihadista sul web. Non è la prima volta che dal sedicente Stato islamico arrivano minacce rivolte all’Italia (nel 2016 l’annuncio di un attentato imminente aveva […]

“Il prossimo obiettivo di Isis è l’Italia”: la minaccia del terrorismo islamico viaggia sul canale Telegram utilizzato dal Califfato ed è stata rilanciata dall’allarme dell’organizzazione Usa Site, che monitora l’attività jihadista sul web. Non è la prima volta che dal sedicente Stato islamico arrivano minacce rivolte all’Italia (nel 2016 l’annuncio di un attentato imminente aveva riguardato Roma), ma nondimeno l’allarme non viene sottovalutato. Già prima della comunicazione di Usa Site i comitati per l’ordine e la sicurezza pubblica erano stati riuniti in tutte le Prefetture della penisola e tra le iniziative c’è la collocazione di nuove barriere anti sfondamento che possano fare da deterrente ad attentati del tipo attuato a Barcellona e prima ancora a Nizza, Berlino e Stoccolma. A Milano le barriere in cemento sono già state collocate in galleria Vittorio Emanuele e nelle vie limitrofe a piazza Duomo, e se ne prevedono altre nella zona della Darsena e dei Navigli. A Roma si valuta di mettere new jersey o fioriere nei luoghi più frequentati del centro e si ipotizza di vietare piazza del Campidoglio alle auto a noleggio con vetri oscurati. Il vice sindaco di Milano, Anna Scavuzzo, ha spiegato che non sono previsti più uomini per la sicurezza ma più “ostacoli” a quella che è la tecnica ultimamente utilizzata dai terroristi dell’Is: lanciare camion contro la folla. «C’è un rafforzamento e un efficientamento di quello che è la dotazione attualmente in misura – ha dichiarato – non c’è un aumento del numero di persone che sono in forze nei presidi e nei luoghi sensibili, c’è un richiamo complessivo a quella che è la necessaria attenzione che deve essere prestata da parte di tutte le forze». Quanto ai tempi tecnici per i New Jersey, che a Milano fecero la loro prima apparizione nel dicembre 2016 dopo i fatti di Berlino, non dovrebbero essere lunghi. Potrebbero volerci solo pochi giorni. A Roma è allo studio l’ipotesi di installare fioriere mobili nel centro storico, per avere minore impatto rispetto ai new jersey già presenti ai margini dei mercati e delle aree pedonali. Tra le strade che potrebbero essere interessate dal provvedimento via del Corso e via dei Fori Imperiali. Sulla prima attualmente sono presenti quattro camionette dell’esercito, di cui una sbarra l’accesso a piazza del Popolo per i veicoli; sulla seconda è presente un vero e proprio check point con quattro mezzi blindati all’altezza del Colosseo e altre vetture sul lato piazza Venezia. Sull’opportunità delle barriere ha parlato ieri il ministro dell’Interno Marco Minniti, dicendosi sorpreso che non fossero state installate sulle ramblas di Barcellona. «Stupisce – ha detto – che un furgone possa aver attraversato indisturbato la rambla di Barcellona, appare strano che non fossero state predisposte misure di protezione in uno dei posti maggiormente affollati da cittadini e turisti». Secondo Minniti «ciò fa presumere che le autorità spagnole non ritenessero concreto il pericolo di un attacco imminente». Il ministro ha poi ribadito che «nessuno Stato è immune», ma ritiene «non sia necessario alzare ulteriormente il livello di allerta» in Italia, perché «tutte le misure di prevenzione sono state attuate e sarebbe tecnicamente impossibile fare di più senza militarizzare città e luoghi di aggregazione». Per Minniti il rischio più forte riguarda adesso «i tentativi di emulazione». E proprio ieri due cittadini marocchini e un cittadino siriano sono stati espulsi dal territorio nazionale per motivi di pericolosità sociale. Lo ha reso noto il Viminale, sottolineando che con questi rimpatri (70 nel solo 2017), salgono a 202 i soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso espulsi con accompagnamento nel proprio Paese dal gennaio 2015 a oggi. Uno dei due espulsi di ieri è un 38enne marocchino, detenuto per reati comuni ed emerso all’attenzione degli investigatori nell’ambito del monitoraggio del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Lo scorso aprile il marocchino è transitato nel primo livello “alto” in quanto, insieme ad altri detenuti, dopo aver appreso dai telegiornali della notizia della strage terroristica di Stoccolma, ha festeggiato inneggiando all’attentato. L’altro espulso è un siriano che utilizzava anche un alias di un cittadino tunisino. (La Città)