La nuova “impresa” dei fratelli Paolo ed Eliseo Polacco
La cronostoria di un “viaggio” tra mare e montagna E’ una di quella storie che ti fanno pensare che il paradiso è qui, e che l’amore per il posto in cui vivi ,è viscerale ed unico .Questa è la cronostoria di un’avventura, di un “viaggio” sospesi tra mari e monti di due fratelli cavesi […]
La cronostoria di un “viaggio” tra mare e montagna
E’ una di quella storie che ti fanno pensare che il paradiso è qui, e che l’amore per il posto in cui vivi ,è viscerale ed unico .Questa è la cronostoria di un’avventura, di un “viaggio” sospesi tra mari e monti di due fratelli cavesi ,che amano la natura, la Divina, ma soprattutto amano il loro sentirsi ….liberi !
<< La nostra Penisola è un’attrazione fatale, la Divina è un incanto internazionale, ogni volta
è un’esperienza nuova alla scoperta di angoli nascosti, regalandoci emozioni che lasciano il
segno >>.
Per i due fratelli cavesi, Eliseo e Paolo Polacco, il desiderio di percorrere la Penisola in
lungo e in largo e farne un pienone non è mai appagato, non bastano le lunghe escursioni
settimanali per soddisfare la loro fame di Costiera, per assaporarne gli aspetti culturali e
paesaggistici, che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.
Così anche quest’anno Eliseo e Paolo sono riusciti nell’impresa di percorrere a piedi, e tutto
d’un fiato, l’intero sentiero 300 C.A.I. dalla Badia di Cava dè Tirreni fino a Punta Campanella,
estremità della Penisola Sorrentina. È la loro IV edizione.
Stavolta però Paolo è tornato in canoa, coronando un piccolo sogno che
cullava da tempo.
<< Ovviamente non è stata una improvvisazione, poiché oltre alla volontà e all’Amore per il
nostro territorio, c’è voluta una preparazione accurata durata circa 6 mesi, specifica per terra
e per mare, fino a conseguire gradualmente una forma che ci consentisse di affrontare
senza problemi il lungo cammino >>.
I due partono sabato 22 aprile c.a., da dove inizia
il sentiero 300 C.A.I., meglio conosciuto come ALTA VIA dei MONTI
LATTARI, dalla Badia di Cava, alle 05,00 in punto del mattino.
Camminano per tutta la giornata percorrendo al passo l’intera Alta
Via, con tanto di zaino sulle spalle e scarponcini da trekking, per
oltre 90 km (96 km secondo le cartine ufficiali CAI), giungendo a
Punta Campanella alle 22,15, dopo circa 17 ore, con soste appropriate
di 5-10′ minuti. Oltre 200 le foto scattate.
Da Punta Campanella, sempre a piedi, raggiungono Termini << dove in
genere viene qualcuno a prenderci per portarci a casa >>. Questa volta
invece dalla piazzetta con il più bel panorama su Capri, scendono per
un ripido sentiero che in circa 15’ minuti li conduce a Nerano.
È quasi mezzanotte, al B&B c’è l’ottima cuoca signora Assunta ad attenderli con pazienza,
ma soprattutto con un piatto abbondante dal sapore unico di spaghetti alla Nerano, ovvero
con zucchine e fave fresche di stagione. << Dovendo integrare carboidrati e proteine non
potevamo chiedere di meglio >>.
Il tempo di riposare qualche ora in attesa dell’aurora e alle 07,00
Paolo è già pronto nel suo kayak, in partenza dall’arenile di Marina del Cantone direzione
Vietri sul Mare.
<< Rivivere sotto costa a pelo d’acqua l’esperienza “terrestre” del
giorno prima, è una sensazione indescrivibile >> racconta Paolo << rivedere dal mare i
luoghi spettacolari apprezzati prima dall’alto, passare sotto
l’isolotto di Isca (dimora di Eduardo), davanti al fiordo di Crapolla,
Torca, Punta S.Elia, Li Galli o Sirenuse così vicini, poi in sequenza Tordigliano,
Positano, Praiano, Capo di Conca, Conca dei Marini, Amalfi, Atrani, Minori,
Maiori, Cetara e infine Vietri, che giornata entusiasmante.
Ho scattato più 80 fotografie dal mare, ma non
basteranno a racchiudere le emozioni provate, queste saranno custodite
per sempre nel mio cuore e difficili da raccontare.
Sono passate da poco le 12,30 e mi ritrovo già sulla spiaggia di Vietri, nel gabbiotto a
sciacquare la canoa, con la mente che non riesce a staccarsi e a non pensare alla
esperienza vissuta, forse irripetibile.
E anche stavolta mi assale lo stato d’animo provocato “dall’effetto Costiera”, comune a mio
fratello Eliseo e a tutti coloro, trekker e canoisti appassionati come noi, che la frequentano
tutti i giorni per godere di questa bellezza ammaliante e restarne inclusi. Torniamo a casa
soddisfatti, ma sempre con la sensazione di aver lasciato qualcosa
indietro. Ed è proprio questa sensazione che ci spinge a tornarci la
settimana successiva, alla scoperta di qualcosa che è sfuggito ai nostri occhi, e tutto
ci sembra diverso, con colori e emozioni nuove >>.
Dopo aver ripulito e riposto la sua canoa, Paolo si allontana dalla spiaggia e sulle
scale del fiume già lo assale il pensiero struggente di ritornarci il
prima possibile.
È l’Amore per questo luogo, magico e incantato.
<< Contrariamente a Ulisse che, in prossimità de Li Galli, si fece legare al palo della sua
nave o agli Argonauti che nel medesimo luogo furono aiutati da Orfeo, noi ne siamo
pienamente e felicemente catturati >>.
Ma come ogni Amore va coltivato e difeso.
Conclude Paolo << I Monti Lattari sono una montagna in mezzo al mare, unica al mondo.
Nel Parco Regionale così frequentato dai turisti, al di là del
gettonatissimo Sentiero degli Dei, non funziona tutto a meraviglia e
qualche mal di pancia ci prende.
Non si può, per esempio, consentire ai bracconieri di praticare in
piena libertà la caccia indiscriminata, senza alcun controllo.
Come non si può tollerare la presenza, in crescita esponenziale, in vaste aree del Parco
degli enduro, sport che merita rispetto se praticato in aree dedicate e omologate. Sui Lattari
scorrazzano indisturbati, provocando ingenti danni
alla flora e alla fauna, oltre all’inquinamento acustico e atmosferico, allontanando
i turisti stranieri da uno dei luoghi più belli sopra le alture di
Scala e Ravello, ovvero il pianoro di Santa Maria dei Monti, luogo di
culto, di cultura e di importanza paesaggistica e naturalistica
strategica per la Costiera Amalfitana, trasformato in un vero e
proprio circuito, le cui piste lasciano sul terreno cicatrici indelebili.
Sant’Alfonso dè Liguori con quel frastuono assordante non avrebbe mai trovato l’ispirazione
per scrivere la celeberrima “Tu scendi dalle Stelle”.
Amiamo la Divina e proteggiamola ! >>.
Antonio Di Giovanni