L’analisi di De Laurentiis, l’autofinanziamento modello virtuoso

20 agosto 2017 | 21:43
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L’analisi di De Laurentiis, l’autofinanziamento modello virtuoso

Un esempio di gestione virtuosa, Il Napoli di De Laurentiis, come il Torino e anche altre poche società calcistiche in serie A si segnala per l’autofinanziamento. Ovvero nessun immissione di capitali e quindi senza ricorrere a debiti con le banche o ad anticipi di cassa. Se le altre non possono prescindere dagli istituti di credito, […]

Un esempio di gestione virtuosa, Il Napoli di De Laurentiis, come il Torino e anche altre poche società calcistiche in serie A si segnala per l’autofinanziamento. Ovvero nessun immissione di capitali e quindi senza ricorrere a debiti con le banche o ad anticipi di cassa. Se le altre non possono prescindere dagli istituti di credito, De Laurentiis, secondo un’indagine sui conti del pallone pubblicata ieri dalla Gazzetta dello sport, ha dimostrato in questi anni di riuscire a gestire il suo gruppo senza indebitarsi. Se altre società sono ricorse alla cessioni, il Napoli ha pensato a consolidare e aumentare il tetto ingaggi e a cedere gli esuberi. In A i debiti bancari ammontano a 1,2 miliardi, solo Napoli e Torino vantano lo zero a quella voce. Cairo ha iniettato 59 milioni nelle casse granata dal 2005 al 2012, poi sono arrivati quattro utili di fila. Così come il Napoli che è riuscito a centrare l’Europa per otto anni di fila, presentando bilanci in regola e soprattutto utili. Ecco perché passare ai gironi della Champions sarà importante. Con il 2-0 rifilato al Nizza si possono dormire sonni tranquilli. Accedere alla fase a gruppi di Champions League garantisce la certezza di poter incassare una cifra considerevole tra market pool, premi di prestazione e botteghino. Una cifra che si avvicina ai 35 milioni di euro, così ripartita. Il superamento del playoff di Champions League garantirebbe subito 22,9 milioni, grazie al bonus per l’accesso alla fase a gironi (12,7 milioni nel 2016/17) e dalla prima parte del market pool (55 milioni da dividersi tra le squadre, legati al piazzamento nel campionato scorso. Il tutto senza contare i possibili risultati nel corso della Champions League, la seconda parte del market pool e il botteghino. Per quanto riguarda i bonus, questi sono quelli incassabili in base alle prestazioni: 1,5 milioni come premio per la vittoria; 0,5 per il pareggio, 6 milioni come premio per la qualificazione agli ottavi di finale; 6,5 milioni come premio per la qualificazione ai quarti di finale; 7,5 milioni come premio per le semifinali; 11 milioni come premio per la squadra finalista (seconda classificata); 15,5 milioni come premio per la vittoria della finale. La seconda parte del market pool, invece, dipende dal numero delle partite disputate durante la prossima Champions League non solo dal Napoli, ma anche da Juventus e Roma. Ecco perché la massima competizione europe è di vitale importanza per il Napoli che può autofinanziarsi, pensare anche al mercato dei giovani e quindi poi rivendere per ricavare una plusvalenza. (Corriere del Mezzogiorno)