Monte Faito (Vico Equense). Da apocalisse. Gli imprenditori: “Siamo in ginocchio, per noi la stagione è conclusa”

17 agosto 2017 | 13:43
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Monte Faito (Vico Equense). Da apocalisse. Gli imprenditori: “Siamo in ginocchio, per noi la stagione è conclusa”
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Monte Faito (Vico Equense). Da apocalisse. Gli imprenditori: “Siamo in ginocchio, per noi la stagione è conclusa”
Monte Faito (Vico Equense). Da apocalisse. Gli imprenditori: “Siamo in ginocchio, per noi la stagione è conclusa”

Monte Faito (Vico Equense). Sono salito ieri nel tardo pomeriggio, dove sono andato per toccare con mano l’immane tragedia che sta subendo il nostro polmone verde. Uno scenario veramente apocalittico, già salendo dal bivio di Moiano: distese bruciate, tutte nere, non c’è più nulla, area impregnata di bruciato, irrespirabile nel primo tratto, ma totalmente pericolosa perché […]

Monte Faito (Vico Equense). Sono salito ieri nel tardo pomeriggio, dove sono andato per toccare con mano l’immane tragedia che sta subendo il nostro polmone verde. Uno scenario veramente apocalittico, già salendo dal bivio di Moiano: distese bruciate, tutte nere, non c’è più nulla, area impregnata di bruciato, irrespirabile nel primo tratto, ma totalmente pericolosa perché in questo momento le fiamme stanno lambendo le vicinanze delle case di Moiano, a partire dal vecchio Albergo.

Frastornato, arrabbiato: tanti sono i sentimenti che mi frullano in questo momento. La montagna era in declino ma da qualche mese si stava riprendendo, stava quasi rinascendo, come mi hanno poi spiegato gli imprenditori del posto che ho voluto incontrare e che di seguito, nel video ho intervistato.

Ma da quel 5 Agosto che è cambiato tutto, le attività ricettive arrancano per quel che possono. Tante prenotazioni per Ferragosto, tanto che in molti locali c’era il tutto esaurito poi il nulla. Ho incontrato l’ex sindaco ed attuale assessore ai lavori pubblici Gennaro Cinque, che molto arrabbiato per la situazione, si è lamentato per la scarsità di mezzi adatti che la Regione Campania ha impegnato e che non ha in dotazione. “Sedici giorni che non siamo stati capaci di spegnere un incendio e di definirlo. – continua l’assessore arrabbiato per le sorti della montagna – Per la verità da questa parte (nelle ultime curve, prima del cartello d’ingresso al Faito ndr.) l’hanno spento i volontari e l’acqua dei pompieri, che hanno salvato le case dal lato di sopra. Che mandiamo a fare i mezzi? Per rallentare le procedure? Per far passare le ore e i costi per questi elicotteri e CANADAIR? Diciamolo con forza che la Regione Campania ha deciso di finanziare profumatamente i CANADAIR (15 mila euro l’ora ndr.) e questi elicotteri (5 mila euro l’ora ndr.), alle società private che stanno nascendo a bizzeffe perché c’è richiesta. Eh certo che c’è richiesta se c’è una cattiva gestione dell’indotto”.

Con la mia vespa pian pianino sono salito e ho contemplato per strada uno scenario da brividi, neanche un minimo di vegetazione per le tante curve che portano in cima prima del centro “abitato”.

Arrivato a buon punto, mi sono fermato per una sosta al Bar Belvedere dove ho incontrato alcuni turisti italiani ed inglesi che hanno resistito a tutto ciò. Quasi per fortuna incontro il gestore del bar, Giacomo Vanacore, che si trova in compagnia del gestore dell’Hotel/Ristorante “La Cinciallegra” Giovanni Somma e del Ristorante-Pizzeria “La Lontra” Cesare Trombetta.

Mi fermo a parlare con loro di ciò che sta vivendo il Faito e con grande disponibilità, che ringrazio, mi hanno spiegato la situazione attuale soprattutto nel loro campo imprenditoriale di questi terribili giorni.

Tentando di prevenire le lacrime agli occhi, mi raccontano, sinteticamente e cogliendo direttamente il punto, con una breve e piccola intervista che mi hanno concesso, nonostante i tanti sentimenti che li stanno attraversando e di cui consapevole ho preso parte.

Loro sono alcuni dei tanti operatori del posto che sono resistiti ai tanti anni di ormai declino che stava vivendo la montagna con un piccola parte rimanente di turismo mordi e fuggi.

Un incendio doloso divampato pesantemente a Ferragosto, di cui le cronache nazionali di telegiornali e giornali ne hanno tanto parlato, insieme ad altri incendi divampati in vari punti del Faito già all’inizio di questo caldo mese di agosto, che praticamente hanno ridotto i pochi “viandanti” e “tagliato le gambe” a questi eroici gestori che non hanno indietreggiato di un centimetro, nella situazione già precaria economicamente parlando, per le tante problematiche infrastrutturali, del territorio, trasporti come i pullman e la funivia, pulizia e decoro, alberi divelti e pericolosi, cavi elettrici alta tensione attaccati con lo sputo sui rami, illuminazione quasi inesistente, strade pericolose, sentieri irraggiungibili e tanto altro che per il momento (e sottolineo per il momento), non sono qui a raccontarvi per non annoiarvi.

La strada chiusa dal 15 agosto ed ogni tanto riaperta a singhiozzo come si può intuire, ha recato gravi danni all’indotto, mancati introiti soprattutto per le tante prenotazioni arrivate addirittura a distanza di mesi, che hanno invitato i tanti avventori, per la paura, a non salire. Sperano con tanta forza che la situazione si risolva al più presto e si riesca a debellare questa “catastrofe” e a salvare il salvabile, grazie anche ai tanti volontari e i vigili del fuoco che stanno ancora cercando di spegnere il tutto, anche se continui focolari non si placano in vari angoli e punti.

Con la consapevolezza che in questo periodo il Faito si trova veramente in ginocchio, sperano vivamente i tanti imprenditori, che il loro grido di aiuto, arrivi a chi di dovere e non si sentano abbandonati da nessuna istituzione pubblica, con sostegni e supporti concreti, perché ad oggi è prospettato un futuro incerto.

Questi eroi si aspettano almeno di fare “qualche giorno”, se è rimasto (cioè di lavorare ndr.), per recuperare un po’ di ossigeno per le loro tante attività ricettive, ma rimangono con la tristezza e la convinzione che per loro la stagione risulta conclusa, terminata, finita.

“Non ci sentiamo soli – continuano questi instancabili lavoratori – dal punto di vista dei volontari che ci aiutano, la collaborazione tra noi operatori turistici e gli abitanti del posto. Dobbiamo trovare il giusto modo e il giusto equilibrio con varie soluzioni da mettere in campo, come la giusta prevenzione e il controllo di questo vasto territorio montano”.

In campo prevenzione, nel frattempo da privati cittadini, è nato un gruppo spontaneo sul più famoso servizio di messaggistica, whatsapp, organizzato da residenti e villeggianti del Faito, che ha permesso, sfruttando i contatti di ciascuno, di organizzare punti di raccolta delle persone presso i luoghi ritenuti man mano più idonei e di comunicare in tempo reale agli sviluppi della situazione, l’invio di filmati alla Rai, che ha poi mandato un inviato, per evidenziare la gravità del problema ed inoltre questo gruppo ha organizzato un presidio di avvistamenti notturni, quando gli elicotteri andranno via.

Quello che mi resta da fare è questo: appena si risolverà il tutto, invito i miei compaesani, cittadini e i tanti turisti, a ripopolare la NOSTRA MONTAGNA, a riempire le strutture ricettive, bar, ristoranti, alberghi, centri sportivi, a fare picnic con educazione CIVICA e a tornare ad amare il nostro gigante buono! Auguri Faito!

VIDEO INTERVISTA IMPRENDITORI

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