04/08/2017 – Sarebbe stato ucciso con due colpi di pistola nel petto il 25enne attivista gay Vincenzo Ruggiero per il cui omicidio è in carcere da sabato scorso il 35enne Ciro Guarente. Lo ha stabilito il medico legale che da mercoledì ha iniziato gli accertamenti sui resti del cadavere di Ruggiero, i cui resti erano stati […]
04/08/2017 – Sarebbe stato ucciso con due colpi di pistola nel petto il 25enne attivista gay Vincenzo Ruggiero per il cui omicidio è in carcere da sabato scorso il 35enne Ciro Guarente. Lo ha stabilito il medico legale che da mercoledì ha iniziato gli accertamenti sui resti del cadavere di Ruggiero, i cui resti erano stati ritrovati in un garage a Ponticelli periferia orientale di Napoli. Ieri durante alcuni scavi effettuati sempre nel garage è spuntata anche una mano di Ruggiero che non si era ritrovata nei giorni scorsi. Manca soltanto, per ricostruire il corpo, una parte della testa.Per cinque ore ha risposto alle domande del pubblico ministero Vittoria Petronella della Procura di Napoli nord ad Aversa. Heven Grimaldi, la bionda trans proveniente dalla Polonia, ma residente ad Aversa, ha spiegato, alla presenza del suo avvocato, alcune circostanze che erano sembrate poco chiare agli inquirenti. Come quella, ad esempio, del ritrovamento degli asciugamani bagnati in casa al suo rientro da Bari l’8 luglio, giorno successivo alla morte di Vincenzo. Possibile che non abbia sospettato di nulla?Ha parlato e pianto per cinque ore, Heven, nella saletta del pm al quarto piano del palazzo aragonese di Aversa – sede della Procura – nello stesso momento in cui i Ris di Roma ritrovavano un altro pezzo del corpo della vittima: la mano sinistra e alcune dita di Vincenzo.L’arto era stato nascosto in un tombino del garage di Ponticelli in via Scarpetta e murato con della calce. Da qualche giorno, prima del ritrovamento del cadavere, gli abitanti avevano lamentato la puzza che proveniva proprio dal tombino. Non è stata trovata ancora la testa del povero ragazzo di Parete, ucciso e sepolto in un anonimo garage abusivo di Ponticelli dal suo assassino Ciro Guarente.L’omicida continua a non voler parlare con gli inquirenti, rinchiuso nella sua cella d’isolamento del carcere di Santa Maria Capua Vetere. La Procura diretta dal Francesco Greco, però, anche senza il suo aiuto, è sulla buona strada. C’è un movente, la gelosia di Ciro Guarente per Vincenzo, l’attivista gay, commesso del negozio Carpisa del centro commerciale Campania, entrato in casa di Heven tre mesi fa per essere ospitato prima di un’altra sistemazione. E c’è anche il corpo della vittima.Ieri sono stati eseguiti i vari sopralluoghi dai carabinieri del Ris alla presenza dei legali difensori dell’indagato principale. Anche la famiglia della vittima ha nominato l’avvocato Luca Cerchia su disposizione di Maria Esposito, la madre di Vincenzo. Il primo sopralluogo è avvenuto nella casa di via Boccaccio ad Aversa. Il secondo, nel deposito giudiziario di autovetture sempre ad Aversa dove si trova la vettura di Guarente sequestrata dalle forze dell’ordine. Terza tappa: il box auto del quartiere Ponticelli a Napoli, divenuto la tomba di Vincenzo.L’inchiesta va avanti anche oggi con gli esami sul telefono cellulare dell’assassino eseguiti da Carmine Testa, consulente dell’organo inquirente. Testa ha già dimostrato la sua professionalità seguendo il caso di Tiziana Cantone, la 31enne che si è suicidata a Mugnano dopo essere rimasta vittima della diffusione sul alcuni siti web dei suoi video privati. Testa è stato colui che – assieme ai carabinieri del reparto informatico di Napoli – ha sbloccato il telefono della Apple di Tiziana. I tempi stringono e le perizie procedono spedite.«Siamo entrati in una fase più riservata delle indagini», dice il procuratore della Repubblica di Napoli Nord, Francesco Greco che due giorni fa ha descritto la seconda parte dell’inchiesta sull’omicidio di Vincenzo Ruggiero.Dopo aver raccolto la confessione di Guarente, risultata in parte non veritiera, e aver ritrovato parte dei resti del cadavere della vittima, la Procura sta cercando ora di identificare il complice di Guarente sentendo a più riprese amici e parenti dell’indagato e di Ruggiero.Heven Grimaldi, con la denuncia presentata il martedì precedente all’arresto di Guarente, aveva spiegato di aver avuto sospetto sul compagno, ma per ben venti giorni pare non si fosse confidata con nessuno. Salvo poi scrivere su Facebook la sua versione dei fatti in un lunghissimo post del 29 luglio, giorno dell’arresto del compagno.L’appartamento di via Boccaccio ad Aversa, a un passo da viale Kennedy, è ancora sotto sequestro, con gli investigatori alla ricerca di tracce che possano fornire indicazioni utili su come Ruggiero sia stata ucciso.Ma dagli accertamenti medico-legali sui resti di Vincenzo, eseguiti dal consulente nominato dalla Procura, Antonio Palmieri, all’istituto di medicina legale del Policlinico di Napoli, i carabinieri sono riusciti a ricostruire tutta la dinamica dell’omicidio. Si aspetta ora una confessione reale dell’assassino, l’ex militare poi spostato nel settore civile della Marina Militare a Roma. «Mister 25 tatuaggi» non avrebbe mostrato segni di pentimento nelle ultime ore. Nè ha fatto sapere alla Procura di voler rendere dichiarazioni. Infine, per questa sera è prevista una fiaccolata a Ponticelli organizzata dall’Arcigay per ricordare Vincenzo. (Il Mattino)