Napoli. Terrorismo, la città si blinda. Barriere di protezione anche in via Toledo e alla stazione centrale
Napoli. Un operaio passa davanti alla stazione centrale con un carrello e scarica blocchi di cemento cilindrici, di colore bianco ma segnati con una striscia orizzontale rossa. Sono le nuove barriere protettive sistemate ieri mattina in piazza Garibaldi davanti al terminal della ferrovia. È il primo provvedimento scattato dopo la riunione di venerdì in prefettura […]
Napoli. Un operaio passa davanti alla stazione centrale con un carrello e scarica blocchi di cemento cilindrici, di colore bianco ma segnati con una striscia orizzontale rossa. Sono le nuove barriere protettive sistemate ieri mattina in piazza Garibaldi davanti al terminal della ferrovia. È il primo provvedimento scattato dopo la riunione di venerdì in prefettura sulle azioni da mettere in campo dopo il tragico attento di Barcellona. Misure rafforzate per i punti ritenuti a rischio e più uomini in strada. Tecnicamente il livello di guardia, già alto da tempo, non cambia, ma sono stati adottati cosiddetti “accorgimenti ulteriori”, così è stato deciso al comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico presieduto dal viceprefetto Demetrio Martino. «Qui in stazione hanno sistemato da pochi minuti queste nuove barriere – spiega un poliziotto – devono ancora collegarle con una catena di ferro. Comunque sono temporanee, da quello che ne sappiamo dovranno essere cambiate con quelle più alte». Altre barriere per impedire a auto, camion e furgoni di violare le aree pedonali, come avvenuto a Barcellona e prima ancora a Nizza e Berlino, saranno sistemate anche in via Toledo, cuore commerciale e turistico del centro storico. Ma l’idea è di collocare barriere anti-intrusione all’ingresso di ogni zona pedonale. Aumentata l’attenzione delle forze dell’ordine, inoltre, sul lungomare, già “blindato” da fioriere e militari e in tutti i principali percorsi turistici. La definizione tecnica è appunto “accorgimento ulteriore” perché il viceprefetto Martino assicura che non ci sono stati negli ultimi giorni allarmi specifici che riguardano Napoli, anche se via Internet i messaggi firmati Isis, che parlano dell’Italia come prossimo obiettivo di un attacco terroristico, non possono che fare aumentare l’apprensione. «La “massima attenzione” già caratterizzava da tempo l’attività – assicura Martino – con la riunione del Comitato abbiamo avviato un ulteriore monitoraggio della situazione». Nel breve termine non ci sono manifestazioni di piazza che possano far crescere il livello di sicurezza, come avvenuto ad esempio per la festa organizzata in piazza Plebiscito per la consegna della cittadinanza onoraria napoletana a Maradona lo scorso luglio. Ma fanno sapere dalla prefettura che in alcune strade, in primis proprio via Toledo, c’è una tale concentrazione di folla, paragonabile a quella di concerti o spettacoli all’aperto. Le forze dell’ordine, comunque, anticipano il lavoro di prevenzione e si avviano a pianificare le misure da prendere in occasione dei prossimi appuntamenti cerchiati con il pennarello rosso, come le celebrazioni per la ricorrenza di San Gennaro a settembre. Alla riunione in piazza del Plebiscito hanno preso parte anche i responsabili delle aliquote di pronto intervento dei carabinieri e delle squadre operative di supporto, tutte pronte a intervenire in caso di necessità. A questi, ovviamente, si aggiungono paracadutisti e forze speciali, mentre quotidianamente sul campo continua senza sosta il lavoro di Digos, Ros e quello dei servizi segreti. Un apparato per lo più invisibile, al di là dei militari schierati mitra in mano nelle strade maggiormente battute dai turisti, in una città che ospita in questi giorni anche molti spagnoli, duramente colpiti da quanto avvenuto in patria. Jesus è seduto a un tavolino di piazza Trieste e Trento con moglie, altri familiari e amici. Arrivano da Toledo e resteranno pochi giorni a Napoli. Hanno poca voglia di parlare di quanto avvenuto: «Proviamo muy dolore per quanto avvenuto» dice ma aggiunge subito piegando il braccio per mostrare il muscolo: «Siamo un popolo muy forte che si saprà riprendere e saprà combattere questi terroristi che non vinceranno mai». Per Luìs questi episodi «riuniranno il mondo occidentale. Non ci sono più catalani, spagnoli, ma dobbiamo essere tutti uniti per fermare questo orrore». Tanti i turisti in città proveniente da ogni angolo del mondo, come quelli che popolavano la Rambla di Barcellona durante l’attacco jihadista. Manuel è Colombiano, ma vive a Parigi con Elisabetta, francese doc: «Il terrorismo non ci deve fermare. Per quanto mi riguarda continuerò a viaggiare, a girare per il mondo. Perché così deve essere». I due ragazzi parlano ai varchi della stazione della Circumvesuviana dove, tra un caldo insopportabile, considerata la mancanza di aria condizionata, una folla di turisti è in fila per acquistare i biglietti di viaggio Eav. «Ci hanno detto che non ci sono macchinette automatiche e non si può pagare con la carta di credito – dice una visibilmente contrariata coppia di svedesi – dobbiamo andare a Pompei ma stiamo perdendo tempo qui». La zona a ridosso della stazione centrale è molto affollata ma poco controllata, se si eccettua la presenza non fissa di una guardia giurata: «Ogni giorno siamo aggrediti da viaggiatori che vogliono prendere il treno senza pagare il biglietto» dicono gli addetti dell’Eav ai varchi. «Qui c’è una folla pazzesca e non ci sono controlli seri», aggiunge una comitiva di Torino. Al di là di qualche comprensibile paura, però, il clima che si respira in città è tranquillo. Non c’è l’idea di strade blindate, nonostante la presenza di militari in tuta mimetica e le pattuglie di polizia e carabinieri. James e Sara arrivano da Canterbury in Inghilterra. Anche per loro la parola d’ordine è di non arrendersi ai terroristi: «Mai. Noi dobbiamo continuare nella nostra vita, viaggiare, a stare in strada con la gente. Qui a Napoli ci sentiamo al sicuro». (la Repubblica)