Preso il killer del tassista napoletano Carlo Marigliano. È un 35enne americano di colore. Si cerca il complice
C’erano alcuni sospettati per l’omicidio di Carlo Marigliano, il 31enne napoletano ucciso nell’Arkansas la mattina del 28 luglio. E ieri, quando in Italia erano le 22 passate, le indagini degli investigatori del posto sono arrivate ad un punto di svolta: il Dipartimento di polizia di Little Rock ha messo in stato di fermo un cittadino […]
C’erano alcuni sospettati per l’omicidio di Carlo Marigliano, il 31enne napoletano ucciso nell’Arkansas la mattina del 28 luglio. E ieri, quando in Italia erano le 22 passate, le indagini degli investigatori del posto sono arrivate ad un punto di svolta: il Dipartimento di polizia di Little Rock ha messo in stato di fermo un cittadino di colore, Andre Jackson, di 35 anni, fortemente sospettato di aver preso parte assieme ad un complice ancora ricercato all’agguato nei confronti dell’ex tassista partenopeo. La vittima era su un’auto a noleggio quando è stata centrata da un colpo di pistola esploso da un uomo che era su un’altra autovettura. La polizia di Little Rock, sotto pressione per l’escalation di omicidi avvenuti nell’ultima settimana – cinque in sei giorni – aveva al vaglio la posizione di alcuni soggetti legati al mondo della criminalità locale. Gli indizi in possesso hanno indirizzato le indagini verso l’uomo poi fermato, già gravato da precedenti penali. L’annuncio è stato dato dalla stessa polizia attraverso Twitter. La notizia è stata commentata con soddisfazione dal papà di Carlo, Ciro Marigliano, negli Usa da due giorni. «La verità sulla morte di mio figlio verrà a galla» ha detto il genitore anche in riferimento a talune versioni dei fatti. «La gente che ha messo in giro tante sciocchezze – ha aggiunto – si vergognasse dello sciacallaggio». Più chiara anche la dinamica dei fatti: ad uccidere Carlo Marigliano è stato un solo colpo di pistola esploso ad una distanza non inferiore ai cinque metri che ha centrato in pieno la vittima. L’auto che il 31enne guidava è fuoriuscita dalla carreggiata schiantandosi frontalmente contro un muro. Sul movente dell’omicidio, al momento, si battono molte piste ma la principale è quella che porta ad una rapina finita male. Chi ha fatto fuoco con estrema probabilità aveva intenzione di rapinare l’auto, forse per usarla per commettere altri reati ma la vittima – che era attesa a Miami dalla moglie e da altri amici – avrebbe accelerato provando a scappare. La zona dell’Arkansas negli ultimi mesi sta vivendo una impennata criminale come non si vedeva a tempo, tanto che è stata reintrodotta la pena di morte e dall’inizio dell’anno ci sono state dieci esecuzioni. Gang di sudamericani che puntano alla conquista di mercati sempre più vasti legati allo spaccio di droga. Dopo il Texas, l’Arkansas è la zona più vicina al Messico, patria dei traffici internazionali di sostanze stupefacenti. (Corriere del Mezzogiorno)