Rimini. Senegalese incinta aggredita con insulti razzisti e botte. Arrestati due italiani

18 agosto 2017 | 19:16
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Rimini. Senegalese incinta aggredita con insulti razzisti e botte. Arrestati due italiani

Rimini. «Negri di m… tornate a casa vostra». E ancora: «Ti faccio abortire negra di m…». Lui, 22 anni di Caserta, e lei, 19 enne di Ancona, non si sono fermati nemmeno di fronte ai poliziotti che li hanno arrestati per rapina aggravata dalla matrice razziale. Anche davanti agli agenti hanno continuato a insultare la […]

Rimini. «Negri di m… tornate a casa vostra». E ancora: «Ti faccio abortire negra di m…». Lui, 22 anni di Caserta, e lei, 19 enne di Ancona, non si sono fermati nemmeno di fronte ai poliziotti che li hanno arrestati per rapina aggravata dalla matrice razziale. Anche davanti agli agenti hanno continuato a insultare la donna di origini senegalesi, 39 anni, al sesto mese di gravidanza, che avevano provato a derubare sull’autobus e che hanno brutalmente aggredito quando lei ha tentato di riprendersi il telefonino: uno spintone l’ha fatta cadere a terra e, secondo quanto raccontato dalla vittima, sono arrivati anche i calci, i pugni e quella frase irripetibile: «Ti faccio abortire». «A quel punto ho protetto d’istinto la pancia, ho voluto difendere il mio bambino», ha detto la donna, disperata e sotto choc, alla polizia. I medici l’hanno dimessa con una prognosi di quindici giorni e fortunatamente non ci sarebbe nessun rischio per il bambino che porta in grembo. È successo mercoledì sera a Rimini, città ancora sconvolta dalla vicenda di Emmanuel, 25 enne nigeriano richiedente asilo, preso a coltellate e travolto da un’auto nel marzo di quest’anno e riuscito a salvarsi per miracolo. Una pagina di intolleranza, ricordata dalla vicesindaco di Rimini, Gloria Lisi (Partito democratico), nelle parole usate per condannare questo nuovo episodio di razzismo. «Si tratta di un attacco vile e vigliacco che mi sconvolge come donna e come cittadina della nostra città — sottolinea Lisi — È un gravissimo caso di aggressione che mette in evidenza un lato violento della nostra società e che fa riflettere. Se la prima ricostruzione venisse confermata, con l’aggravante razzista, il Comune di Rimini valuterà, come fatto anche nel caso di Emmanuel, di costituirsi parte civile». L’aggressione è avvenuta alla fermata della linea 11 che percorre il lungomare della capitale della Riviera, in questi giorni piena di turisti per il Ferragosto sold out. Una testimone ha raccontato alla polizia di aver visto la 39enne, regolarmente in Italia dove vive da anni con la famiglia, scendere dall’autobus dopo due donne: è stato a quel punto che sarebbe stata spinta a terra e aggredita. La vittima urlava perché sosteneva di essere stata derubata da due giovani, la coppia poi arrestata, che per tutta risposta avrebbero iniziato a insultarla e picchiarla. Vicino alla porta dell’autobus la polizia ha trovato il cellulare, un portamonete e la borsa della vittima: grazie ai racconti di altre persone presenti all’aggressione è stato possibile ricostruire tutto l’accaduto. Ma i colpi più duri, quelle parole colme di odio e di razzismo, hanno lasciato sotto choc la donna incinta. Le ferite dalle quali sarà più difficile guarire saranno quelle. Nel frattempo una volante ha portato i due rapinatori in questura e lì è scattato l’arresto per la coppia. «La nostra comunità respinge da sempre il razzismo e così sarà anche questa volta, queste cose non le possiamo tollerare» aggiunge il vicesindaco Lisi. (Corriere della Sera)