Rogo nel cuore di Cosenza, tre vittime. In fumo una biblioteca di libri rarissimi. Un disastro annunciato»
Cosenza. Era la più importante biblioteca del Sud Italia. Al suo interno c’erano manoscritti e pergamene originali del ‘400 scritte in gotico, opere dei filosofi Bernardino Telesio, come la prima stampa del «De rerum natura iuxta propria principia», Aulo Giano Parrasio, Sertorio Quattromani e Bernardino Bombini. Secoli di storia e di cultura distrutti da un […]
Cosenza. Era la più importante biblioteca del Sud Italia. Al suo interno c’erano manoscritti e pergamene originali del ‘400 scritte in gotico, opere dei filosofi Bernardino Telesio, come la prima stampa del «De rerum natura iuxta propria principia», Aulo Giano Parrasio, Sertorio Quattromani e Bernardino Bombini. Secoli di storia e di cultura distrutti da un incendio che si è sviluppato in un edificio attiguo al museo all’aperto Bilotti Ruggi D’Aragona (Mab), nel centro storico di Cosenza. Nell’incendio sono morte tre persone: Serafina Speranza, suo marito Roberto Golia e lo zio di lui Antonio Noce. Abitavano nell’appartamento sotto alla biblioteca. Una fuga di gas, forse, la causa dell’incendio. Le vittime avevano problemi psichici ed erano note ai servizi sociali. «Questa famiglia aveva occupato abusivamente un ammezzato sotto il piano nobile e accendevano fuochi e bracieri», afferma Roberto Bilotti, il mecenate che ha donato alla città le statue del museo all’aperto che porta il suo nome. I corpi sono stati trovati carbonizzati e irriconoscibili. Il sindaco Mario Occhiuto ha proclamato per domani il lutto cittadino mentre il procuratore di Cosenza Mario Spagnuolo ha avviato un’inchiesta affidata al pm Emanuela Greco. Dovrà accertare eventuali responsabilità sullo stato di abbandono dell’edificio e, soprattutto, capire come mai opere di tanto valore fossero custodite in un palazzo nobiliare del 1100, di proprietà della famiglia Bilotti, senza le dovute protezioni. L’immobile era stato restaurato da poco ed era anche una location per matrimoni. Roberto Bilotti, collezionista di opere d’arte (porta il suo nome anche il museo dell’Aranciera di Villa Borghese, a Roma), aveva pensato di rendere il Mab una sorta di salotto letterario e per questo aveva messo a disposizione tutte le opere al servizio della città dei Bruzi. «Avevo sollevato, però, anche il problema dell’opportunità di allontanare gli abusivi dall’appartamento sottostante la biblioteca e per questo avevo fatto decine di denunce alla magistratura, negli ultimi otto anni. Se ne sono fregati, non hanno fatto nulla, la magistratura cosentina non funziona, quella di venerdì è stata una tragedia annunciata» attacca il proprietario del Mab. La sua volontà era quella di lasciare l’intero patrimonio bibliotecario all’Archivio di Stato. «Nel frattempo, però, avevo iniziato a discutere con le autorità e con i responsabili del Centro studi Telesiani sulla possibilità di spostare le opere e i manoscritti, proprio perché non mi sentivo sicuro della loro collocazione». La biblioteca era stata allocata nella torre all’interno del palazzo dove ora restano solo cumuli di cenere. Il fuoco ha superato una porta in ferro, ha preso forza attaccando gli arazzi, pezzi unici di ebanisteria, arredi cinquecenteschi e, infine, ha trovato facile esca nelle pergamene e documenti custoditi in teche di vetro. Gli inquilini dei palazzi vicini a quello distrutto sono stati trasferiti in alcuni alberghi di Cosenza mentre il sindaco Occhiuto ha chiesto all’Ufficio tecnico una relazione sullo stato delle strutture adiacenti alla ormai ex biblioteca Bilotti. (Corriere della Sera)