Sant’Agnello. Sì al giuspatronato. I fedeli chiedono le elezioni dei parroci. Parte il ricorso al Vaticano VIDEO
Sotto video . Quest’oggi, 30 agosto 2017, i fedeli di Sant’Agnello si sono riuniti preso la Società Operaia del Mutuo Soccorso per rivendicare un loro antico diritto, lo Jus Patronatus. Ricordiamo che don Natale Pane, per motivi di salute, poco tempo fa si è dimesso da parroco della parrocchia dei Santi Prisco e Agnello di […]
Sotto video . Quest’oggi, 30 agosto 2017, i fedeli di Sant’Agnello si sono riuniti preso la Società Operaia del Mutuo Soccorso per rivendicare un loro antico diritto, lo Jus Patronatus. Ricordiamo che don Natale Pane, per motivi di salute, poco tempo fa si è dimesso da parroco della parrocchia dei Santi Prisco e Agnello di cui era il responsabile dal 1998. Ed era l’ultimo parroco eletto, prima di lui anche i parroci di Piano di Sorrento e Meta alle loro dimissioni non si è provveduto a un diritto che l’Arcivescovo di Sorrento Castellammare di Stabia Monsignor Alfano ha definito “anacronistico”, ma i cittadini della penisola sorrentina non la pensano così, e da Sant’Agnello, dopo l’iniziativa di Rosario Salerno, parte il ricorso amministrativo gerarchico, quindi la faccenda arriva in Vaticano. “E’ stato fatto un Ricorso gerarchico – dice Rosario Salerno -, che abbiamo consegnato nelle mani dell’Avv. Domenico Balsamo esperto di diritto canonico oltre alle firme che già abbiamo raccolto per un diritto uno “ius” che rivendicano i nostri avi, non si può cancellare la storia, in altri posti come in Germania questo diritto permane e non è anacronistico”
Lo giuspatronato, antico privilegio che risale al 1200, pare non venga più esercitato in tutte le comunità. La solerte Wikipedia ci informa che con “Diritto di patronato” s’intende in generale il rapporto giuridico fra una comunità ecclesiale (parrocchia, chiesa o convento) ed il proprio Patrono o protettore. A seconda dell’organizzazione giuridica, un patronato può essere attribuito ad una persona (uomo o donna) che si assume una certa responsabilità nei confronti di una chiesa (o convento), sia sotto forma di pagamento di un regolare contributo o di obbligo di incaricarsi della sua costruzione”.
In penisola il privilegio è concesso a sette parrocchie in penisola sorrentina: quella di Santa Maria del Lauro a Meta; quelle di San Michele Arcangelo, di Trinità e di Mortora a Piano di Sorrento; quelle di Trasaella e dei Santi Prisco e Agnello a Sant’Agnello; quella di Casarlano a Sorrento.
Uno degli ultimi parroci ad essere stato eletto è stato Don Arturo Aiello (ora Vescovo di Avellino) nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento; la nomina avvenne attraverso il voto dei fedeli, in base al cosiddetto “diritto di patronato”.
In passato il diritto al voto era limitato per censo fra i nominativi designati dal Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano di Roma, poi era l’amministratore a suggerire i nomi, successivamente tali nominativi passarono all’arcivescovo di Castellammare di Stabia–Sorrento.
Quella per il giuspatronato è una battaglia che conduco da oltre un decennio, da quando cioè don Arturo ha lasciato la Parrocchia. Il diritto di eleggere il Parroco è sancito dal diritto canonico (canone 523: “Fermo restando il disposto del can. 682, §1, la provvisione dell’ufficio di parroco spetta al Vescovo diocesano; essa avviene mediante libero conferimento, a meno che qualcuno non abbia il diritto di presentazione o di elezione”). La rivendicazione di questo diritto è anche un rispetto per la nostra Storia. Foto e video Luigi Russo