Tangenti a Torre del Greco, l’ex sindaco Borriello interrogato davanti al giudice nega tutto. Ma resta in carcere
Tre ore di domande e una risposta per ognuna. Tre ore intense quelle dell’interrogatorio del sindaco (sospeso) di Torre del Greco Ciro Borriello davanti al gip, in seguito al suo arresto per tangenti relative alla raccolta dei rifiuti nella città corallina. Difeso dal suo avvocato Gianluca Panariello, il chirurgo plastico consegnato alla politica ha ribattuto […]
Tre ore di domande e una risposta per ognuna. Tre ore intense quelle dell’interrogatorio del sindaco (sospeso) di Torre del Greco Ciro Borriello davanti al gip, in seguito al suo arresto per tangenti relative alla raccolta dei rifiuti nella città corallina. Difeso dal suo avvocato Gianluca Panariello, il chirurgo plastico consegnato alla politica ha ribattuto ad ogni accusa e dato la sua versione dei fatti gettando una luce diversa su ogni episodio con una interpretazione diversa rispetto a quella contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare ottenuta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata a conclusione dell’indagine della Guardia di Finanza. Il gip Emma Aufieri si è riservato di decidere ma intanto Borriello resta in carcere. «Non ho mai avuto un centesimo dall’impresa di smaltimento dei Fratelli Balsamo per favorirli, semmai ho fatto di tutto per favorire la città di Torre del Greco». Questo il leit motiv della difesa, soprattutto in riferimento a quelle presunte tangenti da ventimila euro al mese consegnategli durante incontri notturni lungo via Panoramica (dove i cellulari non hanno campo). Durante l’interrogatorio Borriello ha confermato i suoi rapporti di «conoscenza antica» con gli imprenditori Balsamo ma ha anche sottolineato come la tutela dell’ambiente sia stata un suo pallino durante entrambi i suoi mandati. E i controlli pressanti sul lavoro della Ego Eco, la ditta concorrente dei Balsamo che aveva vinto l’appalto lasciando all’altra il secondo posto, per eliminarla e sanzionarla consegnando la gestione dei rifiuti agli altri? «Nei primi tre mesi dell’appalto alla Eco Ego c’è stata tolleranza per avviare la macchina organizzativa, ma poi la cittadinanza ha cominciato a lamentarsi. Le sanzioni nei confronti dei Balsamo sono state inferiori perché le strade erano pulite». Si arriva al dunque, alla frase intercettata e contenuta nell’ordinanza in cui il sindaco dice: «La città si deve riempire di spazzatura». Borriello ha una risposta anche per questo, sostiene che era la giusta punizione per quei cittadini che subivano una gestione dell’appalto sbagliata in riferimento alla Ego Eco. Dunque una visione dei fatti diversa, come spiega l’avvocato Panariello: «Si tratta di una accusa fondata su suggestioni e supposizioni. Di questo procedimento sapevamo dal maggio 2015, il mio cliente credeva di essere la parte lesa. Abbiamo anche depositato agli atti una memoria che sottolinea anche un risparmio sulla gestione della raccolta dei rifiuti di due milioni tra il 2014 e il 2016. Torre del Greco è un raro esempio di città dove la tassa sulla spazzatura è diminuita». Il legale ha chiesto la revoca dell’ordinanza di custodia cautelare oppure gli arresti domiciliari e sta valutando se fare ricorso al tribunale del Riesame. «La sera prima dell’arresto — sottolinea il legale — il mio cliente, che ho trovato provato ma determinato, era rientrato dalla Russia dove aveva trascorso le vacanze. Segno della sua coscienza pulita». Si avvalgono invece della facoltà di non rispondere gli imprenditori Antonio, Massimo e il figlio di Antonio Ciro Balsamo: il loro avvocato è in vacanza. Per ora restano in carcere e ai domiciliari. Intanto ieri è stato il primo giorno di lavoro per Romina Stilo, vice sindaco di Torre del Greco primo cittadino dall’arresto di Borriello. Stilo è subentrata immediatamente dopo la firma del decreto di sospensione per l’indagato. Il nuovo sindaco dovrà incontrare il prefetto di Napoli Carmela Pagano per capire quale sia l’iter da seguire tenendo conto che Borriello aveva presentato le dimissioni da sindaco lo scorso 28 luglio, qualche giorno prima del suo arresto. Restano invece dimissionari i sette consiglieri del Pd Romano, Gorga, Porzio e Polese, di Ncd Palomba e di due liste civiche Ascione e Caldarola. (la Repubblica)