Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”

31 agosto 2017 | 14:56
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Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”
Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”
Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”
Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”
Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”
Vico Equense. Il Mio Cammino di Santiago. “La vita è un cammino, never stop!”

Vico Equense. E’ sempre difficile fare un resoconto quando si torna a casa, in poche righe, di un’esperienza vissuta, soprattutto se bella. Non basta un articolo per descrivere tutte le emozioni. Sono però riuscito in questi giorni vissuti a scrivere un Diario di Bordo sui social network, dove ho raccontato giorno per giorno le “ventiquattr’ore” […]

Vico Equense. E’ sempre difficile fare un resoconto quando si torna a casa, in poche righe, di un’esperienza vissuta, soprattutto se bella. Non basta un articolo per descrivere tutte le emozioni.

Sono però riuscito in questi giorni vissuti a scrivere un Diario di Bordo sui social network, dove ho raccontato giorno per giorno le “ventiquattr’ore” per rendere partecipi da casa, tutti quelli che non son potuti partire con noi ma che erano presenti con il cuore e la preghiera.

Eravamo già carichi giorni prima della partenza, senza un pochino di allenamento, ma consapevoli della “prova cammino” fatta qualche mese prima a piedi: Vico centro – Santa Maria del Castello, sosta nei locali della chiesa per dormire e ripartenza per il sentiero degli Dei che stava in quel momento bruciando, passando per Agerola e tagliando per Praiano con un bagno a mare.

Il cammino era già iniziato la sera prima. Tutti i pellegrini si sono trovati verso le 20.30 nell’antica cattedrale di Vico Equense con una preghiera guidata dal nostro arcivescovo monsignor Francesco Alfano, che ha consegnato ad ognuno una busta con la carta del pellegrino dove apporre tutti i timbri durante le varie soste, il “Diario di Bordo” con le preghiere delle lodi e dei vespri più le letture delle sante messe e la maglietta che ci ha contraddistinto ed uniti a Santiago.

Il pullman che parte da Piano verso le 11.15, partenza prevista per noi vicani dalla stazione alle ore 11.20 ma che si protrae per varie dimenticanze di ognuno, sosta in viale Europa a Castellammare per raccogliere gli ultimi partenti e poi tutti verso l’aeroporto di Roma Fiumicino per prendere il volo diretto verso l’aeroporto di Santiago de Compostela.

Volo arrivato in tarda serata, e poi ogni gruppo accompagnato dalla sua guida e da una navetta è poi arrivato nella città di partenza del proprio cammino. Quattro i cammini per quattro gruppi della diocesi: portoghese con variante spirituale con don Nino, francese con don Maurizio e don Alfonso, nord con don Paolo e inglese, quello da me vissuto, con il mio vice parroco don Emmanuel.

Arrivati a Ferrol, città di partenza, ad un hotel ad 1* stella dove passare la notte, abbiamo poi incontrato un nostro concittadino vicano, Tommaso Scaramellino, che vive ormai in Spagna facendo spola con l’Italia, che ci ha accompagnato in un unico bar aperto in quel momento, dove abbiamo potuto assaporare cibi tradizionali spagnoli e bere una buona cagna, cioè un bicchiere di birra Estrella Galicia, prodotta proprio in questi luoghi e che si è rivelata non solo buona ma anche economica.

Domattina seguente allunghiamo il cammino per essere più precisi e dall’albergo ci dirigiamo verso la torretta con il km 0, da dove parte il “camino ingles”. Ore 08.06 e parte finalmente questa esperienza. Ferrol è una grande città che però ha perso la sua “vitalità” per una dura crisi economica in tanti anni, con tanti immobili in vendita e la carenza di lavoro.

Si cammina insieme e si aspetta anche l’ultimo della coda per non lasciarlo solo ed arriviamo ad una città più viva, la nostra prima tappa di Pontedeume. Ci dirigiamo verso l’ostello municipal (cioè del comune) ma purtroppo lo troviamo pieno. Fortunatamente c’è una palestra sempre comunale che ci può ospitare, bisogna soltanto aspettare gli allenamenti che finiscono alle 23. Approfittiamo del tempo a disposizione per andare a mare, sull’oceano, nella vicina spiaggia della Magdalena, Cabanas, per salutare il nostro cammino. Doccia e poi ci rechiamo in un ristorante della zona per assaggiare qualcosa di locale, come il pulpo (polipo; in queste zone se ne catturano di oltre 5 kg).

Camminando, in alcuni tratti anche in solitudine, si può assaporare la bellezza non solo del paesaggio e la sua difficoltà a superarlo ma possono affiorare in mente tanti bei ricordi e pensare sulla propria vita: una cosa che fa veramente bene! La nostra terza tappa è la città di Betanzos dove arriviamo alle ore 19.20. Come il giorno precedente, abbiamo dormito in una palestra. Qui si comincia a mettere in pratica alcune cose: lavare anche l’abbigliamento utilizzato nei giorni precedenti ed appenderli su un filo appositamente creato per asciugarli. Questa volta ci è toccata una struttura della scuola superiore. Ci siamo subito fiondati dopo più di 30 km di cammino. Stanchi e consapevoli che l’indomani ci sarebbe aspettata un’altra tappa ad oltre 30 km, fatta di tantissime salite e discese, ma speranzosi di arrivare alla meta Santiago. Tante sorprese lungo il cammino, da feste di paese fin in montagna, dove ci hanno invitato a cantare alcune canzoni italiane come “Nel blu dipinto di Blu” e “O’ sole mio”, offrendoci anche un assaggio di cibi tradizionali del luogo, fino a trovare a paesaggi stupendi.

Il venerdì siamo partiti prestissimo dalla tappa precedente (Betanzos), prima ancora del crepuscolo. Arrivati alla tappa alle ore 18.30 dopo più di 30 km, varie soste e tempo instabile tra nuvoloso e molto fresco fino ad arrivare al sole e molto calore, senza l’afa che ha “invaso” l’Italia. La città di questa tappa si trovava a 477 m di altezza e ciò ha comportato tantissime salite, anche ripide, in zone montane lontano da centri abitati.
La terza tappa è quindi stata Bruma. Ostello dei pellegrini purtroppo pieno e quindi anche quella notte ci ha aspettato una palestra di una scuola, insieme a gruppi di pellegrini di altre nazionalità!

La mattina del sabato siamo partiti con un po’ più calma dopo la faticaccia della tappa precedente con 30 km e poco più e tante salite e discese per l’altitudine della città (477 m). La penultima tappa del Cammino è Sigueiro, frazione del comune di Oroso. Un paese molto moderno con tante attività ed attrazioni, culturali, di svago, divertimento e molto altro. Una tappa un po’ “semplice” per i suoi 23 km e qualcosina per arrivare alla nostra consueta palestra per dormire. Una tappa però da un lato difficile nonostante fosse un pochino minore dalla precedente. Questo perché è stata caratterizzata dal freddo e dalla pioggia seguita da sole e caldo quasi afoso. Questo repentino sbalzo di temperatura mi ha poi comportato una leggera febbre. Per questa tappa, prendo in prestito una frase di una canzone dei Queen: “Don’t Stop me now!“.

Arriviamo a Domenica. Giorno importante, a Vico si festeggiava la festa patronale di San Ciro e Giovanni, la nostra guida del Cammino nonché nostro vice parroco don Emmanuel per noi gruppetto di pellegrini, ha celebrato la messa in una parrocchia vicino alla palestra, che sta festeggiando 100 anni dalla fondazione (1917-2017) con una bella infiorata.
Ultimi 20 chilometri ma non per questo facili. Salite ripide sotto il sole fatte con molta gioia perché mancava poco all’arrivo, visto che era l’ultima tappa al traguardo. E che traguardo sia, stanco, con un po’ di febbre, ma con tanta forza, senza mai perdermi d’animo ma essendo in buona posizione di fila, siamo poi arrivati nella bella e viva cittadina di Santiago di Compostela presso la tomba dell’apostolo Giacomo il maggiore.

Lunedì, inizia una nuova settimana. Abbiamo approfittato degli ultimi due giorni rimanenti per andare a Finisterra, il punto più occidentale dell’Europa continentale. Da dove ho scritto il diario di bordo della giornata, nel silenzio delle onde del mare dalla punta del faro, mi sono venute in mente tutti i bei momenti (anche duri di cammino) di questi cinque giorni passati in Spagna. Dalla torretta con conchiglia e km 0.0, considerata dai tanti pellegrini un continuo del Cammino di Santiago, qui c’è la tradizione di bruciare qualche vestito utilizzato nel cammino o il semplice porre una pietra sulla croce qui presente. Il silenzio è un toccasana magnifico, ti aiuta a riflettere di tutte le cose belle e quelle meno belle, problemi, soluzioni e il prosieguo del Cammino della nostra vita.

Finisterra (letteralmente la “fine della terra”), è stata veramente incredibile sotto tanti aspetti. Dopo aver pranzato in uno dei tanti locali sul mare, ci siamo diretti a farci un bagno presso la spiaggia di Dumbria, un piccolo comune sull’oceano Atlantico, con km di spiagge libere piene di sabbia senza pietre, fin nel mare, dove la marea in poco tempo si alza e si abbassa, così si può camminare fin lontano dalla riva. Una spiaggia stupenda, immensa, questo comune è anche insignito dalla bandiera blu, infatti tanti sono i servizi che offre a costo 0, come bagni nuovi e puliti e tante docce, oltre alla pulizia di tutto il lido. Tornando a Santiago ci siamo ritrovati con lo scenario di pioggia. Qui piove, tanto ed anche forte, diluvia già da ieri, ma oggi di più. Abbiamo partecipato alla messa internazionale dei pellegrini nella Cattedrale di Santiago alle ore 19, poi siamo riusciti come da tradizione ad abbracciare la statua dell’apostolo ed a pregare sulla sua tomba.

L’ultimo giorno si conclude con un gesto. Abbiamo ricevuto, dopo una celebrazione comunitaria solo per noi giovani pellegrini della diocesi, celebrata dai sacerdoti accompagnatori, scandita anche da un 25esimo anniversario di matrimonio di alcuni pellegrini delle nostre terre che hanno fatto diversi cammini ma che si sono ritrovati qui, la COMPOSTELA, il certificato che il capitolo della Cattedrale di Santiago scrive in latino con il nostro nome dove attesta l’effettività del pellegrinaggio e dell’aver superato gli oltre 100 km a piedi (noi con il cammino inglese ne abbiamo fatto 134). Ci siamo poi “incamminati” per ritornare nelle nostre città, dove all’aeroporto di Santiago abbiamo preso l’aereo in tarda serata per Roma, per poi arrivare, nella prima mattinata seguente, alle ore 04.30 a Vico Equense. Deo gratias!

Para compartir, è stato il verbo che ci ha contraddistinto e che abbiamo amato. Abbiamo condiviso di tutto, dal normale cammino (sotto il sole e al caldo, sotto la pioggia e al freddo), dalle dormite, alle docce, alle mangiate (Comer), alle cagna (le birre), le condivisioni di ogni cosa. Ci ha diversificato dagli altri gruppi, il fatto che siamo stati sempre insieme, mai separati, come ad esempio, se al ristorante non potevano fare un tavolo per tutti, ce ne andavamo: dovevamo stare insieme! Che cosa bella, viva Santiago! Vi dedico una frase come riassunto: “La vita è un cammino, NEVER STOP!”.