Costa d’Amalfi, banda ultra larga: siamo ancora indietro. Perché bisogna affidarsi a Open Fiber

5 settembre 2017 | 16:03
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Costa d’Amalfi, banda ultra larga: siamo ancora indietro. Perché bisogna affidarsi a Open Fiber
Costa d’Amalfi, banda ultra larga: siamo ancora indietro. Perché bisogna affidarsi a Open Fiber
Costa d’Amalfi, banda ultra larga: siamo ancora indietro. Perché bisogna affidarsi a Open Fiber

La Costa d’Amalfi, rispecchiando la situazione nazionale, soffre ancora di un deficit digitale nonostante la Campania gode di un buon sviluppo, rispetto ai dati registrati sulla media nazionale: secondo il Piano Strategico della Banda Ultra Larga del Ministero dello Sviluppo Economico, attualmente (metà 2017) le zone raggiunte in Italia dalla rete 30 Mbps (Megabit per […]

La Costa d’Amalfi, rispecchiando la situazione nazionale, soffre ancora di un deficit digitale nonostante la Campania gode di un buon sviluppo, rispetto ai dati registrati sulla media nazionale: secondo il Piano Strategico della Banda Ultra Larga del Ministero dello Sviluppo Economico, attualmente (metà 2017) le zone raggiunte in Italia dalla rete 30 Mbps (Megabit per secondo, nda)sono il 40%, mentre da 100 Mbps solo l’11%, mentre in Campania è coperta per il 65,5% (30 Mbps) e 14% (100 Mbps).

Riguardo ai tredici comuni costieri, i dati sono magrissimi, con territori quasi a copertura nulla secondo i censimenti del Piano Strategico. Uniche realtà che spiccano in questo “deserto” sono Furore (93%, 30 Mbps), Amalfi con il solo centro coperto al 93,8% (30 Mbps) e al 50% da connessione 100 Mbps e Tramonti (34,8%, Mbps). I dati dell’Infratel, la società inhouse del Ministero dello Sviluppo Economico controllata da Invitalia, rileva che sono in corso di completamento i lavori anche a Cetara, Vietri sul Mare, Maiori e Positano. L’installazione della fibra nelle suddette aree è vincolata da una politica che identifica zone non a fallimento di mercato (dove conviene l’investimento), chiamate grigie e nere da Infratel.

Queste aree sono state coperte da un mix di tecnologie, tra cui FTTC (Fiber-to-the-Cabinet, Fibra alla cabina) o FTTS (Fiber-to-the-street, Fibra in strada), FTTB (Fiber-to-the-building, Fibra all’edificio), FTTH (Fiber-to-the-home): la prima sembra la più diffusa e consta nell’installazione della fibra fino a cabine, da dove saranno distribuite nelle abitazioni con il tradizionale doppino in rame, la seconda prevede un apparato alimentato nel condominio o edificio (installazione di Fastweb) e la terza entra direttamente nella casa dell’utente. Riguardo alle cosiddette “aree bianche” a fallimento di mercato, Open Fiber (la società di Enel) ha vinto quest’anno il secondo bando Infratel da 1,2 miliardi di euro e punta a coprire 3170 comuni ine 10 regioni italiane, tra cui la Campania, con concessione ventennale.

Perché bisogna scommettere su Open Fiber anziché su Telecom?

Gli amministratori di Comuni e cittadini devono sapere che a fronte di una così ingente presenza di risorse, a parità di servizi offerte, è conveniente scommettere sulle installazioni di Open Fiber perché puntano su impianti FTTH future-proof (a prova di futuro), scontando ora i costi per un’infrastruttura già pronta alle nuove capacità di trasmissioni (40 Gbps). Stringendo convenzioni con Open Fiber ci sono vantaggi sia economici che tecnici, infatti c’è la possibilità di scegliere tra i fornitori del servizio, mentre l’assistenza, la posa delle fibre ottiche sarebbe a carico di Open Fiber: quest’ultima ha infatti il vantaggio strutturale di sfruttare le condotte Enel, intervenendo nella piena tutela dell’integrità dei luoghi, utilizzando tecniche di scavi come la minitrincea ridotta (che rimuove materiali di scarto) o la posa aerea ove è possibile. Open Fiber provvede di suo carico a ripristinare il manto stradale in caso di scavo.

Attualmente l’Adsl distribuita su doppini in rame delle vecchie linee telefoniche, versa in pessime condizioni offrendo un servizio che non rispecchia quello promesso dalle compagnie telefoniche, questo perché data una serie di circostanze, quali la distanza dalla centrali e il moltiplicarsi del numero di allacci, il segnale è soggetto a rumore. Date quindi questa grave condizione di digital divise, si guarda con ottimismo alle soluzione proposta da Open Fiber per la diffusione sul nostro territorio per la banda ultralarga.