La Costa d’Amalfi celebra i vent’anni nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità
La Costa d’Amalfi celebra i vent’anni d’iscrizione alla lista del Patrimonio dell’Unesco con un evento che si terrà a Furore il prossimo 7 ottobre, alla Chiesa S. Maria della Pietà alle ore 16. Nella kermesse che celebra lo storico ingresso nella prestigiosa lista tra i patrimoni dell’Umanità, ci saranno anche gli artefici di quell’avvenimento ovvero l’allora presidente […]
La Costa d’Amalfi celebra i vent’anni d’iscrizione alla lista del Patrimonio dell’Unesco con un evento che si terrà a Furore il prossimo 7 ottobre, alla Chiesa S. Maria della Pietà alle ore 16. Nella kermesse che celebra lo storico ingresso nella prestigiosa lista tra i patrimoni dell’Umanità, ci saranno anche gli artefici di quell’avvenimento ovvero l’allora presidente della Comunità Montana Penisola Amalfitana, Raffaele Ferraioli, oggi primo cittadino di Furore e Mounir Bouchenaki, advisor dell’organizzazione internazionale che all’epoca fu inviato per valutare la candidatura.
Il 7 dicembre 1997 la Costiera Amalfitana fu infatti introdotta nella lista con la seguente motivazione: “E’ un esempio eccezionale di paesaggio mediterraneo, con eccezionali valori culturali e naturali che derivano dalla sua difficile topografia e dal processo storico di adattamento compatibile operato dalla comunità, esempio brillante di uso intelligente delle risorse”. Il sito quell’anno fu accettato insieme ad altri quarantacinque, in cui l’Italia iscrisse siti prestigiosi come la Reggia di Caserta, le Cinque Terre o il parco archeologico di Agrigento.
L’Anniversario sarà celebrato in presenza dei sindaci della Costa d’Amalfi e del presidente della Conferenza dei Sindaci, Giovanni Di Martino, e il presidente della Comunità Montana Monti Lattari, Luigi Mansi. Nell’evento ci saranno rappresentanti della tutela dei beni culturali e del mondo della ricerca, come Francesca Casule, Soprintendente di Salerno e Avellino e Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, insieme agli esperti dell’Unesco, delegati alla gestione dei siti, come Ferruccio Ferrigni in qualità di coordinatore attività del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e Maurizio di Stefano, presidente emerito Icomos.