Londra, esplosione in metro a Parsons Green: 29 feriti. Scotland Yard: terrorismo
Una vampata sprigionatasi «come una palla di fuoco» da un ordigno rudimentale collocato su un vagone della metropolitana ha fatto ripiombare oggi Londra nell’incubo del terrorismo. Torna l’allarme nella capitale del Regno Unito, colpita nel suo cuore pulsante sotterraneo da un ennesimo attacco che sembra avere ancora una volta i crismi d’un improvvisato quanto potenzialmente […]
Una vampata sprigionatasi «come una palla di fuoco» da un ordigno rudimentale collocato su un vagone della metropolitana ha fatto ripiombare oggi Londra nell’incubo del terrorismo. Torna l’allarme nella capitale del Regno Unito, colpita nel suo cuore pulsante sotterraneo da un ennesimo attacco che sembra avere ancora una volta i crismi d’un improvvisato quanto potenzialmente micidiale jihadismo fai-da-te, che comunque l’Isis s’é affrettato a rivendicare attribuendolo addirittura a uno suo «distaccamento» in terra britannica. Il bilancio é di 29 feriti, nessuno dei quali in pericolo solo grazie al provvidenziale innesco anticipato del timer assemblato alla bell’e meglio con la sostanza esplosiva, una batteria e qualche luminaria natalizia in un secchio racchiuso poi in un bustone da supermercato low cost.
E la paura non é finita: stasera la premier Theresa May ha annunciato l’innalzamento dell’allerta nazionale da “severo” a “critico”, il livello più alto, che presuppone nuove minacce «imminenti», nonché l’avvio dell’operazione Tempora e l’affiancamento dei militari alla polizia nel pattugliamento di obiettivi sensibili. La vicenda – seguita da una caccia all’uomo protrattasi per ore, ma anche da un singolare botta e risposta polemico fra Donald Trump e Theresa May, chiuso in serata da una telefonata “di riconciliazione” – si é consumata di buon mattino, nel quartiere residenziale di Fulham, su un convoglio carico di pendolari e studenti. E a due passi dallo stadio del Chelsea, che ha annunciato misure extra di sicurezza in vista del big match con l’Arsenal di domenica. A essere presa di mira, la linea verde (District Line), all’ altezza della stazione di Parsons Green.
I testimoni, fra cui l’italiana Roberta Amuso, hanno raccontato d’una fiammata, quindi del fumo, della sensazione da topi in trappola. Non tutti hanno udito con chiarezza il boato, segno di una deflagrazione probabilmente solo parziale del marchingegno, come confermato in seguito da Scotland Yard. Mentre tutti si sono ritrovati nella calca quando all’apertura delle porte é scattato l’inevitabile fuggi fuggi: «Chi inciampava e cadeva per terra veniva calpestato. Sono stati attimi di vera paura». Alla fine la conta dei feriti e dei contusi si é assestata quasi a quota trenta: i passeggeri più vicini al secchio esplosivo sono rimasti ustionati, con bruciature al volto non gravi; altri hanno riportato traumi nel pigia pigia. Le indagini sono state affidate immediatamente all’antiterrorismo. E in serata é arrivata – tramite l’immancabile Site – il messaggio con cui l’Isis ha voluto mettere “il cappello” sull’accaduto: accreditandone tuttavia la responsabilità a un «distaccamento», invece che a «un soldato», come é solito fare, in modo da lasciare immaginare l’azione coordinata d’una cellula.
Sia come sia, l’allerta a Londra é alta. Il perimetro attorno Parsons Green é rimasto transennato per l’intera giornata, con diverse stazioni chiuse. Mentre vari edifici venivano evacuati, in un quartiere abitualmente quieto, abitato da molti italiani come da persone di Paesi musulmani: in strada gli uni e gli altri, ha constatato l’Ansa sul posto, a condividere oggi le angosce del momento e a domandarsi perché. Amos e Claudia, titolari del ristorante Gola, frequentato spesso da Antonio Conte e dai calciatori del Chelsea a un chilometro scarso dalle palazzine fra cui fa capolino il celebre stadio di Stanford Bridge, hanno raccontato dell’ansia di dover lasciare in fretta e furia stamattina il figlio di 8 anni alla vicina Holy Cross School: sbarrata per precauzione dagli agenti, come altre scuole, con gli alunni all’interno, «in lockdown». Un individuo sospetto é stato frattanto identificato, secondo SkyNews, grazie alle immagini di alcune delle telecamere a circuito chiuso disseminate per Londra sin dal 2005, anno dell’ondata di attentati più sanguinosi contro “tube” e bus
Nelle stesse ore Theresa May ha convocato il comitato di emergenza Cobra, decidendo inizialmente di lasciare l’allerta nazionale al secondo gradino della scala dei rischi – “severo”, come dopo gli attacchi di Westminster e London Bridge – salvo elevarlo in serata a “critico”: vero e proprio allarme rosso, adottato di recente solo in seguito alla strage del 22 maggio a Manchester, e che fa pensare al timore d’una cellula organizzata ancora in giro. La premier aveva del resto parlato già nel pomeriggio di un’azione «vile» pianificata per causare «gravi danni», a dispetto dell’armamentario apparentemente artigianale. «Londra condanna gli odiosi individui che usano il terrorismo per distruggere il nostro modo di vivere… e, come ha dimostrato più volte, non si farà mai intimidire e sconfiggere», le ha fatto eco in spirito di solidarietà nazionale il sindaco laburista della capitale, Sadiq Khan, confermando la caccia all’uomo in corso, senza precisare il numero dei ricercati. Non é mancato peraltro uno stizzito scambio di battute a cavallo dell’oceano con Trump. Il presidente degli Usa si era fatto vivo con uno dei suoi tweet per spronare Scotland Yard a essere «più reattiva» contro «malati e dementi». Parole a cui la polizia del Regno ha opposto un infastidito “no comment” e che, invece, May non ha esitato stavolta a bacchettare in pubblico: «Fare speculazioni con le indagini in corso – ha tagliato corto rivolta all’alleato Donald – non aiuta nessuno».
Si tratta del quarto episodio di terrorismo a Londra nel 2017, che in totale finora ha causato 14 morti e più di 100 feriti, se si contano anche quelli delle esplosioni in metro. Il 22 marzo un uomo aveva travolto la folla con la sua auto davanti al Parlamento di Westminster, poi era sceso e aveva colpito un agente di polizia. Il 19 giugno era stato colpito Finsbury Park, dove un furgone aveva colpito un gruppo di fedeli musulmani appena usciti da una moschea.
Appena due settimane prima, il 3 giugno, un furgoncino bianco si era lanciato sulla folla a London Bridge, finendo per schiantarsi contro il “Barrowboy and Banker Pub”.
IL MATTINO