Non vuole firmare un atto giudiziario, migrante si scaglia contro i poliziotti
Calvizzano. Due agenti feriti: uno ha riportato un taglio al collo e l’altro la frattura di un dito. L’ultimo caso di violenza questa mattina poco dopo le 10 nel centro di accoglienza situato in viale della Resistenza, strada situata sul territorio di Calvizzano e al confine tra Qualiano e Marano. Nella struttura si erano presentati […]
Calvizzano. Due agenti feriti: uno ha riportato un taglio al collo e l’altro la frattura di un dito. L’ultimo caso di violenza questa mattina poco dopo le 10 nel centro di accoglienza situato in viale della Resistenza, strada situata sul territorio di Calvizzano e al confine tra Qualiano e Marano. Nella struttura si erano presentati quattro agenti del Commissarito di polizia di Giugliano, diretti dal primo dirigente Pietro Paolo Auriemma, per notificare un atto giudiziario ad un 29enne senegalese. I due poliziotti della Volante insieme ai colleghi dell’ufficio Stranieri non pensavano che l’uomo potesse andare in escandescenza. Ma così è stato. Alla vista dei poliziotti il migrante si è rifiutato di firmare il documento. Pochi istanti ed ha lanciato contro gli agenti un computer portatile poggiato sulla scrivania dell’ufficio del centro di accoglienza. Uno dei poliziotti è rimasto ferito al collo, mentre l’altro, nel tentativo di fermalo insieme ai colleghi, ha riportato la frattura del dito di una mano.
Una ferocia inaudita e senza alcun motivo evidente. Tuttavia, lo straniero fermato, qualche mese fa minacciò uno degli operatori con un coltello e fu denunciato a piede libero. I due poliziotti sono stati medicati e dimessi con una prognosi di dieci giorni dai medici dell’ospedale San Giuliano di Giugliano anche per diverse escoriazioni, mentre lo straniero è stato arrestato e rinchiuso in carcere. Il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, a margine della presentazione del suo ultimo libro sulla corruzione proprio a Giugliano, ha spiegato quanto lo Stato paghi per questi centri di accoglienza, strutture dove “bisogna garantire condizioni di vita decente”. “Quando alla fine faremo i conti – ha concluso Raffaele Cantone – sicuramente avremo speso di più di tanti altri Stati che hanno assicurato davvero ai migranti condizioni diverse, quindi avremo speso moltissimo senza ottenere i risultati”.
di Mariano Fellico IL MATTINO.IT