Vico Equense. L’Istituto SS. Trinità e Paradiso rischia la messa in liquidazione

11 settembre 2017 | 22:35
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Vico Equense. L’Istituto SS. Trinità e Paradiso rischia la messa in liquidazione

Vico Equense. L’Istituto d’istruzione femminile SS. Trinità fu istituito con decreto nel 1931. Nel 2001 furono chiuse le attività scolastiche; per pagare i debiti accumulati per una cattiva gestione, i locali furono affittati al Comune e alla Provincia. “Nel 2012, esaurito quasi tutto il debito – dichiara il presidente dimissionario del CDA dell’istituto, prof. Vincenzo Esposito […]

Vico Equense. L’Istituto d’istruzione femminile SS. Trinità fu istituito con decreto nel 1931. Nel 2001 furono chiuse le attività scolastiche; per pagare i debiti accumulati per una cattiva gestione, i locali furono affittati al Comune e alla Provincia.

Nel 2012, esaurito quasi tutto il debito – dichiara il presidente dimissionario del CDA dell’istituto, prof. Vincenzo Esposito vi fu una spartizione tra Comune, Fondazione ITS-BAct e Istituto Manzoni, favorita da mancanza di controlli. Il presidente del CdA, attualmente io, nominato nel 2013 ha tentato di liberare i locali e restituire all’Istituto le sue funzioni. Questa operazione è stata ostacolata dagli occupanti e dagli stessi consiglieri dell’Istituto. La situazione di criticità e la cessazione dei compiti per i quali l’Istituto aveva ottenuto in proprietà il patrimonio, ha indotto il Ministero dell’Economia e Finanze a chiedere al Ministero dell’Istruzione la messa in liquidazione dell’Istituto. Ora si attende la nomina di un commissario che in tre anni e per un compenso di massime 50 mila euro annui dovrà procedere alla liquidazione, cioè a dichiarare fallito l’Istituto e dalla vendita del patrimonio, pagare i debiti. Attualmente l’unico debito è con l’INPS che potrebbe essere estinti con gli affitti che non vengono pagati. Sono in corso cause con due degli occupanti con la speranza di ottenerne lo sfratto. C’è da realizzare il restauro e la manutenzione straordinaria dell’edificio. Mancando il restauro il complesso potrà essere acquistato a prezzi stracciati“.

Come stampa, almeno personalmente, devo dire che su questo spinoso argomento ne ho parlato già abbondantemente, raccontando tutto il degrado e l’abbandono da anni perpetato in questa grande struttura che ha una ricchezza encomiabile che è mal sfruttata. Il complesso monumentale che ha ovviamente perso la sua funzione d’istruzione da anni, con la chiusura qualche anno fa anche della scuola materna comunale, rischia di essere messa con il patrimonio in liquidazione e svenduta ai privati come il castello giusso ridotto ad un “misero” residence lussuoso e non più utilizzabile dalla collettività. Ma non abbiamo imparato nulla dal passato? Le lezioni non sono state recepite? Si ritornerà sempre punto e a capo, svenderemo tutto quel che resta di pubblico. Pagheremo prossimamente anche l’aria che respiriamo.

Bisogna unire le forze e le teste. Dobbiamo prendere una seria iniziativa. Il tempo è tiranno, se aspettiamo “l’altro”, perderemo tutto. Dobbiamo richiedere al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) di ricostituire il CdA (Consiglio di Amministrazione) dell’Ente Pubblico SS. Trinità per la ripresa delle sue finalità (istruzione, ormai il convitto è “passato”).

Ho informato la stampa. Il mio appello non è stato capito e ho ottenuto il silenzio della stampa locale” dichiara il presidente dimissionario CDA prof. Esposito. Personalmente posso dire che non ho ricevuto alcun appello. Magari è stata contattata una certa stampa che non è interessata a queste tipo di richieste. Ma a nome di tutta la stampa, non abbiamo avuto voce in capitolo. Posso dire che da parte mia avrà tutto il sostegno possibile, anche con articoli, idee, forze e competenze.

Ci sono ragionevoli sospetti che per favorire alcuni privati che hanno amicizie presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) si faranno pressioni al MIUR perché metta in liquidazione (cioè dichiari fallito) l’Istituto, per una successiva acquisizione o gestione privata del complesso.

La richiesta di intervento dei cittadini verso le varie istituzioni, si basa su una dichiarata criticità finanziaria che non esiste. Esiste invece (ma la si nasconde) la necessità di manutenzione non realizzata perché il Comune ha distolto i fondi destinati a riparare i danni del terremoto del 1980 – continua Esposito Il complesso edilizio della Trinità fu dato in proprietà all’istituto, ente pubblico, fino a quando esercitasse le sue funzioni, dopo di che è ritornato nella disponibilità del MEF. La via legale per evitare che finisca in mano private il complesso monumentale è la ricostituzione del CDA perché restituisca ai suoi compiti istituzionali il complesso. Il resto verrà dopo“.

La possibilità di affidamento al Comune è possibile prima che finisca in mano ad un commissario liquidatore, trattando col MIUR subito.

Io mi sono adoperato per questa destinazione ma non ho trovato nell’Amministrazione comunale e nei suoi rappresentanti nel CDA neanche la possibilità di dialogo – continua il presidente dell’Università della Terza Età – Non mi resta che, col concorso dell’opinione pubblica, ottenere non la nomina di un commissario liquidatore come sollecitato dal MEF ma la nomina di un nuovo CDA a cui io possa dare le consegne, essendo dimissionario”.