Vietri sul Mare. Dissequestrato il ristorante, salvi i matrimoni al “Raito”. Restano i sigilli alle piscine
Vietri sul Mare. Dissequestrato il ristorante dell’hotel Raito, salvi i matrimoni di settembre ma solo per cerimonie con meno di 200 invitati. La decisione è stata assunta dal giudice delle indagini preliminari Piero Indinnimeo dopo la presentazione di una specifica documentazione da parte dei legali Paolo Carbone e Marcello Fortunato, in rappresentanza dell’amministratore giudiziario che […]
Vietri sul Mare. Dissequestrato il ristorante dell’hotel Raito, salvi i matrimoni di settembre ma solo per cerimonie con meno di 200 invitati. La decisione è stata assunta dal giudice delle indagini preliminari Piero Indinnimeo dopo la presentazione di una specifica documentazione da parte dei legali Paolo Carbone e Marcello Fortunato, in rappresentanza dell’amministratore giudiziario che cura la struttura ricettiva a cinque stelle. Restano, invece, i sigilli alle piscine, ma sarebbe pronta un’altra istanza per renderle fruibili. Nei giorni scorsi lo stesso giudice aveva accolto la richiesta di misure cautelare dopo l’accertamento di una violazione della normativa sulle acque reflue. Le indagini, infatti, hanno riscontrato delle presunte anomalie nella gestione degli scarichi, sia del ristorante sia delle piscine interne ed esterne. Soprattutto la struttura doveva dotarsi di un’autorizzazione speciale per ospitare banchetti con più di duecento invitati. Anche per le piscine occorreva una particolare autorizzazione. Con la decisione di ieri sono stati salvati i matrimoni fino a fine settembre, nel frattempo l’amministrazione straordinaria dell’albergo, controllata dallo Stato, dovrà lavorare alacremente per predisporre la documentazione necessaria per far funzionare a pieno ritmo la struttura. Il blitz della sezione navale della Guardia di Finanza di Salerno è scattato a fine agosto, quando i militari hanno eseguito un provvedimento di sequestro perché l’albergo – come detto – risulta sprovvisto dell’autorizzazione per lo scarico delle acque reflue industriali prodotte dall’attività di ristorazione, autorizzazione che la legge impone quando – come nel caso del Raito – i coperti superano le duecento unità. I controlli, inoltre, hanno evidenziato irregolarità anche nella gestione delle tre piscine, da cui – secondo l’accusa – le acque di controlavaggio dei filtri sarebbero state immesse nella rete fognaria senza il preventivo trattamento depurativo. (La Città)