Agerola, il Sindaco diserta le riunioni della Città Metropolitana. Ma è in ottima compagnia

16 ottobre 2017 | 22:14
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Agerola, il Sindaco diserta le riunioni della Città Metropolitana. Ma è in ottima compagnia

Sono passati quasi due anni e mezzo dell’approvazione dello statuto della ‘Città Metropolitana di Napoli’, il cui Sindaco è lo stesso della città capoluogo, ovvero Luigi de Magistris. Questo ‘nuovo’ ente va a sostituire quello delle ‘vecchie’ province, soppresse definitivamente il 1° gennaio del 2015. Nello statuto è previsto un numero variabile di conferenze in […]

Sono passati quasi due anni e mezzo dell’approvazione dello statuto della ‘Città Metropolitana di Napoli’, il cui Sindaco è lo stesso della città capoluogo, ovvero Luigi de Magistris. Questo ‘nuovo’ ente va a sostituire quello delle ‘vecchie’ province, soppresse definitivamente il 1° gennaio del 2015. Nello statuto è previsto un numero variabile di conferenze in occasione delle quali i sindaci dell’ex provincia di Napoli possono partecipare per sottoporre al Sindaco questioni di vario genere relative al proprio territorio. Dal sito ufficiale apprendiamo, più nel dettaglio, che: “La Conferenza metropolitana è l’organo collegiale, composto da tutti i Sindaci dei Comuni compresi nella Città metropolitana, con poteri propositivi, consultivi nonché deliberativi in relazione alla approvazione dello Statuto e delle modifiche statutarie e per le altre materie attribuite, a maggioranza assoluta dei suoi componenti”.

LA (BREVE) STORIA

Nel 2015 se ne sono tenute soltanto due, tra l’altro a distanza di sei giorni: una il 6 ottobre e l’altra il 12. Nel 2016, invece, la prima ha avuto luogo il 3 marzo, la seconda il 25 maggio, mentre la terza il 3 ottobre. Poi nei successivi tre giorni la conferenza è stata convocata per altre due volte, sia il 5 che il 6. Le ultime due del 2016, infine, hanno avuto luogo il 20 e il 28 dicembre. Nell’anno presente, almeno finora, le sedute sono state quattro: tre nel giro di quattro giorni (27, 30 e 31 gennaio) e l’ultima sei mesi più tardi, il 3 agosto.

AGEROLA E DINTORNI

La situazione del Sindaco di Agerola, molto sinteticamente, è la seguente: Luca Mascolo ha partecipato in prima persona soltanto alla conferenza ‘inaugurale’ dell’ente, tenutasi il 6 ottobre 2015. Tra l’altro l’unica in cui si è raggiunto il numero legale. A quella successiva del 12 ottobre ha delegato il vice sindaco. Dopodiché il nome di Agerola è risultato assente all’appello a tutte le conferenze riunitesi in seguito.

Una premessa da fare è che l’altissima percentuale di assenze del Sindaco di Agerola non rappresenta affatto un’eccezione. Al poco invidiabile 87.5% della ‘Piccola Svizzera Napoletana’ fanno compagnia Acerra, Castellammare di Stabia, Casoria e Mugnano. C’è anche chi ha fatto peggio: Mariglianella, Pomigliano d’Arco e Pozzuoli contano una percentuale di assenze addirittura del 93.75%. Mentre di Piano di Sorrento, Marigliano, Lettere e Grumo Nevano condividono il poco invidiabile primato di assenteisti totali: i sindaci dei Comuni sopracitati alle Conferenze non si sono presentati nemmeno una volta, attestando quindi a 100 la percentuale di ‘no show’. Chi, invece, vanta la percentuale più bassa? Il Sindaco di Napoli, ovviamente. Su 16 conferenze, De Magistris ha risposto ‘presente’ all’appello 13 volte su 16. In una sola occasione ha delegato il vice. Le uniche due assenze si sono registrate in occasione delle conferenze (tra l’altro non valide) del 27 e 31 gennaio di quest’anno.

LE RICHIESTE DELL’OPPOSIZIONE

Sia il capogruppo dell’opposizione agerolese Matteo Florio (e il suo partito ‘Per Agerola’) che il MeetUp Cinque Stelle di Agerola hanno chiesto al primo cittadino Mascolo di fornire spiegazioni per le numerosissime assenze. Ma per il momento dal Comune non è arrivata alcuna replica.

DOMANDE E RISPOSTE

In caso di Conferenza ‘non valida’ (ovvero non raggiungimento del numero minimo legale di partecipanti) per due appuntamenti consecutivi, il Sindaco ha pieno potere di approvare provvedimenti come da sua personale volontà. Infatti per il famoso ‘Patto per Napoli’ del 2016-17 il 100% dei fondi metropolitani andarono proprio alla Città di Napoli, visto che De Magistris fu lasciato con pieni poteri decisionali in merito, a seguito delle due Conferenze andate pressoché deserte.

Quali possono essere i motivi che spingono i Sindaci dell’ex provincia di Napoli a disertare sistematicamente tali riunioni che, sulla carta, sono importanti a livello decisionale e per sottoporre al Sindaco questioni importanti legate al territorio che condividiamo?

La risposta ‘definitiva’ noi di Positanonews non ce l’abbiamo. Ma possiamo fornire qualche spunto di riflessione ai nostri lettori, in modo che ognuno (come, a nostro parere, è giusto che sia) si ‘costruisca’ la propria opinione senza così parlare ripetendo le frasi di altri.

Ricordiamo che il 70% dei Sindaci ‘super assenteisti’ milita nelle fila del PD, tra cui anche Luca Mascolo. Quindi si potrebbe (e sottolineiamo l’uso del condizionale perché, come già detto, non abbiamo la pretesa di fornire risposte inconfutabili) pensare a una strategia ‘condivisa’ di partito.

Ricordiamo anche che per le partecipazioni alle Conferenze non è previsto gettone di presenza (leggasi anche: rimborso spese), a differenza dei Consigli Comunali.

Ricordiamo infine che nella città metropolitane di Venezia, Bologna e Firenze tutte le Conferenze sono risultate valide, nel senso che si è sempre raggiunto il numero minimo. In quella di Milano, invece, due sono andate deserte e altre nove sono risultate valide. Per Torino cinque valide e una sola no. A Roma sette valide e altrettante non valide. A Napoli, come detto a inizio articolo, su sedici sedute solo una (la prima) ha raggiunto il numero legale, le successive quindici no.

C’è già chi, a due anni dalla sua istituzione, parla della città metropolitana di Napoli come di un ‘ente inutile’. Quasi giustificando così la negligenza nei confronti di un organo istituzionale importante di coloro che, sulla carta, dovrebbero essere i ‘rappresentanti del popolo’ . Il solito gioco dello scaricabarile a cui la politica italiana ci ha abituato da parecchio tempo ormai.