AMALFI :A PASSEGGIO CON SALVATORE QUASIMODO TRA I VICOLI DI NOTTE
AMALFI :A PASSEGGIO CON SALVATORE QUASIMODO TRA I VICOLI DI NOTTE “E’ proprio bella questa città. Sei fortunato a viverci” — disse. Gustammo la passeggiata a passi lenti per slarghi, piazze e vicoli. Eravamo partiti da Via Annunziatella , un rettangolo di ebbrezza spalancato sull’infinito, un delirio di sospensione magica, dove è carezza sfumata la […]
AMALFI :A PASSEGGIO CON SALVATORE QUASIMODO TRA I VICOLI DI NOTTE
“E’ proprio bella questa città. Sei fortunato a viverci” — disse. Gustammo la passeggiata a passi lenti per slarghi, piazze e vicoli. Eravamo partiti da Via Annunziatella , un rettangolo di ebbrezza spalancato sull’infinito, un delirio di sospensione magica, dove è carezza sfumata la risacca del mare, è eco ovattata il parlottio dei conversari, son rintocchi frantumati i richiami a distanza ed accecanti iridescenze di sole le finestre delle case.. Imboccammo Porta Vanneluna e rotolammo giù nel saltellante polipaio di vicoli e rue tra gli umbratili supportici del Medioevo per approdare, infine, nella Piazza dei Dogi, che fu “platea” testimone di potere, prima, e di estrosità partigiana, poi. Si soffermava sui particolari: il silenzio dei supportici, le schegge di sole a ferita di luce ai balconi fioriti, le cancellate a fughe di giardini nascosti, le ceramiche a decoro colorato di numeri civici, le edicole votive ai minuscoli incroci, le chiese raccolte, i palazzi gentilizi, le lunghe scalinate ingoiate dalle lamie con il fiotto di luce ad oblò di cielo lontano
Subiva il fascino di questa Amalfi segreta, riservata e pudica, capace di regalare sorprese ed emozioni nuove. Erano ancor a i segni dell’Islam, la casbah araba nell’intrico dei vicoli a conquistarlo. E, forse, ancora una volta gli si rifrangevano dentro le tante affinità di Amalfi con la sua Sicilia. ”E’ rutta da leggere e da studiare nei segni della sua urbanizzazione questa città. E’ qui che si colgono le tracce della sua storia-“ mi ripeteva ammirato. Dovette rivivere una riemersione di queste emozioni forti, quando scrisse “l’Elogio” e si materializzò sulle pagine il gioco intricato e cangiante dell’Amalfi medioevale . “Sembra di seguire un passaggio di sardine d’argento o di alici, un colpo di pinne ed una direzione, tra il ramificarsi delle alghe. Il sole disegna le sue barriere sulle sabbie, e le porte delle case sono ingressi alle grotte dove la luce è verdissima tra finestre uguali a curve fossili. Dietro un faraglione precipita una stella marina, una madrepora si scioglie, le basi e i gradini sono di foraminiferi, le grate dei cancelli, sospesi dentro cornici di conchiglie barocche, ripetono le forme degli scheletri di pesci. Le scaglie diventano lucide armature medioevali dell’affondata potenza dei velieri”
Questa Amalfi lo coinvolgeva molto. E mi chiese più volte di accompagnarlo nei percorsi alla scoperta di angoli meno noti. Una sera, dopo cena, uscimmo dalla parte laterale, quella della cucina, de “la Caravella” e ci lasciammo inghiottire dai vicoli salendo per Largo Piccolomini, Piazza dei Dogi e, su su, fino a Largo Spirito Santo per ritornare, poi, per Via Pietro Capuano e guadagnare Piazza Duomo e la Marina. Ne fu contentissimo, E’ la suggestione interiorizza ta è ancora tutta lì registrata con minuzia di particolari ”Un silenzio che di notte è nella luce dei lampioni e delle lanterne, sotto i porticati e sulle terrazze viola di ceramiche, nei vicoli battutidal maestrale”
Ho voluto ripercorre questo viaggio di memoria in compagnia del mio AMICO e MAESTRO nella consapevolezza che lo avrebbe rifatto con grande piacere insieme a me, suo discepolo prediletto e quasi erede spirituale, come ebbe spesso a chiamarmi, gonfiandomi d’orgoglio. Ne sottopongo la lettura agli Amalfitani ed ai citadini di tutta la divina Costiera in occasione della “giornata nazionale dei parchi letterari” quando i ministeri competenti suggeriscono agli Italiani di visitare case e luoghi resi celebri da poeti e scrittori, in particolare se Premi Nobel, E ricordo a me stesso che Salvatore Quasimodo ha dedicato ad Amalfi un “ELOGIO”, che è una delle più belle pagine della letteratura Italiana del ‘900.Forse le scuole di ogni ordine e grado della città potrebbero dedicare al Maestro un ricordo magaricon la lettura dell’ “ELOGIO DI AMALFI” e/o di qualche Sua poesia. Sarebbe quasi un atto dovuto.
Giuseppe Liuccio