Amalfi invasa da artisti del Sol Levante: giapponesi dipingono la Costiera
Il Giappone invade Amalfi, con venti artisti nipponici giunti ieri in città per raccontare attraverso oleografie e immagini, gli scorci dell’antica repubblica marinara, legata alla cittadina di Mino dal 2014 condividendo l’arte della fabbricazione della carta, che storicamente si pratica nella provincia giapponese di Gifu. Questo progetto sta consolidando il fitto interscambio culturale, tra due […]
Il Giappone invade Amalfi, con venti artisti nipponici giunti ieri in città per raccontare attraverso oleografie e immagini, gli scorci dell’antica repubblica marinara, legata alla cittadina di Mino dal 2014 condividendo l’arte della fabbricazione della carta, che storicamente si pratica nella provincia giapponese di Gifu. Questo progetto sta consolidando il fitto interscambio culturale, tra due luoghi miliari nella produzione di questa specialità. Nell’ambito di questo scambio, la classe terza dell’Istituto Comprensivo ospita tre ragazzi giapponesi e il loro insegnante in visita alla città.
Gli artisti-turisti, provenienti prevalentemente da Tokyo e Osaka saranno in Costiera per almeno altri tre giorni, posizionandosi in giro con i loro treppiedi, le tele e le tavolozze, assorti in questa speciale esperienza che li porta a ritrarre ogni angolo particolare della divina. In questi giorni si sono assiepati in ogni angolo della cittadina di Amalfi, dove si sono appropriati dei luoghi, rendendoli al tempo stesso rilassati e vivibili. L’Italia e la Divina sono prese in grande considerazione dal popolo nipponico, che non celebrano solo i paesaggi con foto o pennelli, ma ne decantano anche il cibo e i vini.
L’Italia fu “scoperta” dal Giappone all’apice della Dinastia Meiji, grazie alla “missione Iwakura” che porto le delegazioni imperiali giapponesi fino in Campania, quando nel 1873 dipinse dei pannelli con Pompei e il Vesuvio l’artista Kumitake Kuma. Il legame con il popolo nipponico da allora è diventato indissolubile, considerando che molti giapponesi vennero inviati ad apprendere le tecniche di disegno, pittura e scultura proprio nel Bel Paese. E’ bello vedere che questo simbiotico rapporto continua ancora oggi.