Caso Capri Watch, singolare protesta dopo la rimozione della tenda

4 ottobre 2017 | 13:23
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Caso Capri Watch, singolare protesta dopo la rimozione della tenda

La vicenda della rimozione della tenda del noto negozio Capri Watch, che ha acceso i riflettori sull’isola in seguito alla rimozione da parte degli operai del Comune. L’episodio ha spostato la questione dagli uffici comunali alla piazza, non mancano le polemiche e si prospetta che l’episodio arriverà nelle aule di Tribunale. “La rimozione coatta della […]

La vicenda della rimozione della tenda del noto negozio Capri Watch, che ha acceso i riflettori sull’isola in seguito alla rimozione da parte degli operai del Comune. L’episodio ha spostato la questione dagli uffici comunali alla piazza, non mancano le polemiche e si prospetta che l’episodio arriverà nelle aule di Tribunale.

“La rimozione coatta della tenda di Capri Watch – come sottolinea l’azienda nel recente comunicato – da parte di quattro operai sotto la guida del dirigente dell’ufficio Tecnico del Comune, è diventata una vicenda scomoda, che sta suscitando l’indignazione di tanti cittadini capresi per le modalità messe in atto. A questo va aggiunta l’amarezza del titolare del brand, Silvio Staiano, per il “silenzio” da parte delle autorità preposte che intendono stendere un velo di sabbia su un episodio che si vuol far passare come una “guerra di potere” o la solita “questione personale” avallando così le violazioni, le violenze ed i reati commessi dai dipendenti pubblici. È stata scelta quindi la via di “ignorare” le proteste del caparbio imprenditore che non intende mollare. Già giovedì 28 settembre la nostra azienda – afferma Staiano – ha inoltrato a sindaco e segretario generale della città di Capri la richiesta di adozione di provvedimenti disciplinari e sospensione dagli incarichi dei dipendenti resisi responsabili di quanto accaduto, che fino ad oggi è rimasta inspiegabilmente inascoltata”.

Capri Watch e il suo titolare sono quindi arrabbiati con le istituzioni rimaste in silenzio di fronte all’atto, in cui si stava eseguendo il decreto emesso dal comune sul parere paesaggistico, ma soprattutti con glia autori della distruzione della tenda, ovvero i tecnici comunali.

“L’azienda titolare del famoso brand prende quindi le distanze da quanto avvenuto e condanna tutte le violenze, gli abusi, i danneggiamenti procurati ai beni aziendali ed all’amministratore Silvio Staiano stigmatizzando le modalità con cui sono stati eseguiti i lavori per la illegittima distruzione della tenda al di fuori di tutte le norme di sicurezza. Tutto ciò sotto gli occhi del dirigente dell’ufficio Tecnico che ha dato disposizione di tagliare la tenda con le forbici, di farla a brandelli ed infine passando persino alle vie di fatto strattonando violentemente l’imprenditore al fine di fargli volare via il telefonino. Atteggiamenti assurdi e mai visti a Capri con l’unico scopo di voler esporre Staiano (Ceo di Capri Watch) ed il suo brand ad una vera e propria gogna. Questi è però riuscito a salvare la sua unica arma di difesa, cioè il suo telefonino con il quale ha filmato tutte le fasi di quelle scene di violenza, minacce, offese e reiterati tentativi di aggressione nei suoi confronti”.

Quanto successo nei giorni scorsi ha condotto ad una simbolica manifestazione nei luoghi del fatto, “da qui “l’originale protesta” di Staiano che sullo scheletro in ferro di quella che fu una tenda elegante ad arredo della sua boutique Jewels, ha apposto una serie di piccoli proclami che attraggono l’attenzione di turisti e passanti sui quali viene scritta e sintetizzata tutta la vicenda che ha visto protagonista la tenda oggetto di rimozione.

Vista la gravità dei fatti – sottolinea l’imprenditore – sono certo che il sindaco e i funzionari comunali preposti prenderanno esemplari provvedimenti anche perché l’Ente pubblico sarà esposto al rischio di dover risarcire ingenti danni che abbiamo subito e quelli subendi. Infine attendo di ricevere il tessuto della tenda illegittimamente sottratto sperando di non dover ricorrere all’Autorità Giudiziaria per riottenere quanto ci è stato sottratto”.