Emergenza traffico e mobilità, spetterebbe soprattutto a Federalberghi fare la voce grossa.
Mentre il territorio, a causa sopratutto di politiche sbagliate, si appresta ad andare verso una paralisi totale con gravi rischi economici e con potenziali ricadute sulla salute della popolazione, sorprende l’atteggiamento dei grandi imprenditori del turismo sorrentino che nonostante investano annualmente forti capitali, continuano inspiegabilmente a restare in disparte da una problematica che si potrebbe […]
Mentre il territorio, a causa sopratutto di politiche sbagliate, si appresta ad andare verso una paralisi totale con gravi rischi economici e con potenziali ricadute sulla salute della popolazione, sorprende l’atteggiamento dei grandi imprenditori del turismo sorrentino che nonostante investano annualmente forti capitali, continuano inspiegabilmente a restare in disparte da una problematica che si potrebbe presto rivelare di una dannosità irreversibile.
Sorrento – Tempo fa, Paolo Durante, noto imprenditore turistico, scrisse al sindaco di Vico Equense, Andrea Buonocore circa le innumerevoli difficoltà dovute al traffico cittadino vissute da alcuni suoi clienti nel raggiungere l’imbarco al Porto di Sorrento. Come se la colpa della quasi paralisi in penisola sorrentina fosse dovuta alla gestione precaria del traffico nell’abitato di Aequa, ignorando le innumerevoli problematiche che ormai da anni attanagliano l’affollata e caotica SS 145. Situazione che diventa super caotica soprattutto lungo il percorso Meta – Sorrento. Dove quattro amministrazioni comunali, ormai da tempo non riescono (o non sono in grado) di risolvere alcun chè in merito. Ciò nonostante e tra una miriade di problematiche irrisolte da anni, la popolazione della penisola sorrentina, a differenza di gran parte del contesto circostante, continua a trarre benessere da un turismo i cui pilastri portanti poggiano solo e soltanto su di un territorio, che sebbene maltrattato, continua a
fare la sua parte.Mentre altresì coloro che gestiscono tale economia, albergatori in primis, ignorando determinate situazioni ed illudendosi ancora di offrire il meglio in circolazione, continuano anch’essi a spolpare un osso ormai senza carne. Se da una parte è evidente che non vi è alcuna sinergia tra i vari comuni (il cui sciocco campanilismo continua ad ostacolare la nascita di un unico ente), dove in alcuni evidenti casi deleghe fondamentali come il traffico e mobilità sono affidate per lo più a persone del tutto incompetenti, gli stessi imprenditori continuano ad ignorare determinate problematiche che a lungo andare potrebbero compromettere il futuro del turismo sorrentino. Sebbene ogni anno si investono grossi capitali nel migliorare strutture ricettive, che grazie sopra tutto al contesto territoriale sono rinomate a livello mondiale, nessun incitamento, da parte dell’imprenditoria turistica sorrentina, indirizzato alla politica locale, si riesce a recepire in relazione alle ataviche problematiche relative al territorio come la tutela dell’ambiente, la viabilità , il traffico, l’inquinamento oppure alla sola ordinaria manutenzione. Nonostante la vergognosa (per una rinomata località turistica) situazione di quasi degrado, si lascia tutto decidere ad una classe politica più volte riciclata eletta con il solo scopo di ricambiare e dirottare vari favori. Ignorando le esigenze di un territorio in cui una moltitudine di imprenditori ancora sono convinti di praticare quel buon turismo di una volta che ha reso celebre Sorrento nel mondo. Fin quando si contribuirà, anche con la sola inerzia, a far nominare in ruoli fondamentali personaggi la cui incapacità è palesemente evidente in ogni angolo del territorio, al posto di tecnici specializzati e competenti o quanto meno, visto i capitali investiti e le capacità di fare impresa, a mettersi in prima persona in discussione, non servirà alcun confronto o dibattito che potrà contribuire a risolvere problemi come ad esempio la viabilità in penisola sorrentina. Una manchevolezza che abbinata alle incapacità dei nostri politici, di fronte a situazioni di criticità collettive, contribuisce a non fare squadra. Evitando in tal modo di guardare persino verso altre realtà e casomai imitarle, mentre in un territorio mal gestito risulterebbe quasi naturale per chi investe capitali iniziare ad avere determinate preoccupazioni. Ebbene a Sorrento,stranamente ciò non avviene e si continua ad avere da parte dell’ imprenditoria turistica ed in particolar modo dalla stessa Federalberghi, un atteggiamento di sottomissione verso una classe politica in evidente stato confusionale e non all’altezza della situazione. Si continuano a disertare i tavoli di discussione e le varie occasioni dove suggerire e proporre dall’alto della propria esperienza, (certamente molto più concreta e produttiva degli attuali amministratori) nel trovare una via d’uscita da quella che ormai si presenta sempre più come una paralisi totale. Un costante invito da parte di tanti cittadini ed addetti ai lavori che è rimasto nel tempo inspiegabilmente lettera morta.
Lo scrivere ad un singolo sindaco non serve molto, bisognerebbe farsi sentire in alto, presso gli enti istituzionali che contano a livello regionale e nazionale, poiché Sorrento non è l’ultimo paesello della nazione. Se la politica non è capace bisogna che il mondo imprenditoriale intervenga facendo la voce grossa, risollevando ataviche situazioni come la Circumvesuviana da anni abbandonata a se stessa oppure concentrarsi nello sviluppo delle vie del mare. Purtroppo anche Durante, persona concreta e meritevole (a cui continua andare tutta la nostra stima) come tutti i soci Federalberghi penisola sorrentina, continua però a recriminare senza accettare la cruda realtà, aspettano che invece che dal mare le soluzioni arrivano dal cielo. Si è convinti che in un territorio che vive di turismo, il lamentarsi spetta al sofferente cittadino e non all’imprenditoria turistica che investendo capitali e favorendo sviluppo e posti di lavoro dovrebbe, imporre soluzioni adeguate. Invece si continua a galleggiare in uno stato di quasi inerzia , dovuta probabilmente anche ad una sorta di egoismo, di gelosia. Una situazione che per una realtà, visibile ed all’apparenza aperta al rinnovamento ,come quella sorrentina, già da tempo non avrebbe dovuto avere ragione di esistere. L’attuale stato di quasi collasso è stato determinato anche da tale inspiegabile stato di immobilismo che ha permesso nel corso degli anni, mentre si coltivava perbene il proprio orticello, che il territorio fosse amministrato da incompetenti. I quali a loro volta hanno saputo però far fruttare a proprio vantaggio determinate situazioni magari bloccando sul nascere eventuali iniziative. Ora con l’agguerrita concorrenza alle porte (Salerno, Bagnoli, litorale domizio e cilentano) si cerca invano una soluzione che senza una voce autorevole come potrebbe essere proprio quella di Federalberghi penisola sorrentina, con i sindaci ed assessori che ci ritroviamo, di sicuro non verrà. Il peggio è che, mentre si registra il perenne ed indiscriminato assalto alla diligenza, anche da parte di interessi extraterritoriali, il nostro conclamato territorio, tuttora martoriato finanche dagli stessi imprenditori, sembrerebbe essersi scocciato di rappresentare da solo il turismo sorrentino. All’acuta intelligenza dei nostri padri nel far fruttare un contesto unico al mondo, trasformando l’economia agricola e pastorale in una industria turistica a livello mondiale, e l’azione successiva di una generazione di imprenditori competenti, tra cui senz’ altro Paolo Durante, al momento con molto sconcerto bisogna purtroppo rilevare che un’eventuale razionale programmazione ed un minimo di buon senso continua a far posto all’ingordigia ed alla presunzione che di questo passo,sicuramente contribuirà a trasportare l’intero contesto verso un’irreversibile prossimo degrado. – 22 ottobre 2017 – salvatorecaccaviello