Maiori, costituita società partecipata per raccolta e smaltimento rifiuti. Perplessa la minoranza
Il Comune di Maiori dal prossimo anno gestirà con una società in house, la Miramare Service srl, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Capone ha partorito questa operazione, che è stata presentata lo scorso 2 ottobre nell’ultimo consiglio comunale. Al dottore commercialista Andrea Gatto, delegato alle […]
Il Comune di Maiori dal prossimo anno gestirà con una società in house, la Miramare Service srl, il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. L’amministrazione guidata dal sindaco Antonio Capone ha partorito questa operazione, che è stata presentata lo scorso 2 ottobre nell’ultimo consiglio comunale. Al dottore commercialista Andrea Gatto, delegato alle partecipate e capogruppo di maggioranza, sono stati affidati gli studi sulla costituzione di questa società.
Gatto ha confermato che i risparmi sono già considerevoli, riuscendo ad abbattere gran parte degli aumenti registrati nei precedenti cinque anni con la passata amministrazione, grazie al buon lavoro. La Miramare Service srl a detta del sindaco Capone, sarà al servizio della cittadinanza per i prossimi anni, al di là dei cambi di amministrazione. L’interesse principale è fornire un servizio essenziale contenendo i costi. Amministratore della partecipata sarà Gabriele Di Pietro, già Presidente di un’altra partecipata pubblica di gestione dei rifiuti, la SOGESA (dal 2007 al 2011), oggi dipendente ECO.LAN, società di proprietà pubblica che opera nei servizi ambientali.
La minoranza unita ha manifestato delle perplessità sulle modalità di costituzione di questa società, i consiglieri Enrico Califano, Valentino Fiorillo, Maria Teresa Laudano, Lucia Mammato: i dubbi principali sono infatti sui criteri di selezione dell’amministratore della neocostituita società, che secondo precedenti proposte della minoranza, doveva essere scelto con procedura ad evidenza pubblica o affidandosi a esternalizzare la selezione. Il nome di Gabriele Di Pietro non convince la minoranza, soprattutto per il precedente status di indagato, per la vicenda del rinvio a giudizio per bancarotta preferenziale della SOGESA.