Ravello, tribunale accoglie ricorso dei nove residenti su parcheggio di piazza vescovado. Ritornano accessi illimitati

19 ottobre 2017 | 23:20
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Ravello, tribunale accoglie ricorso dei nove residenti su parcheggio di piazza vescovado. Ritornano accessi illimitati

Il Tribunale di Salerno ha accolto il ricorso dei nove residenti, che denunciarono di non avere più il libero accesso per le loro auto e quelle dei loro ospiti, come avveniva in passato: il Comune di Ravello dovrà ripristinare le precedenti modalità di accesso illimitato all’area parcheggio di piazza Vescovado. I residenti per accedere alle […]

Il Tribunale di Salerno ha accolto il ricorso dei nove residenti, che denunciarono di non avere più il libero accesso per le loro auto e quelle dei loro ospiti, come avveniva in passato: il Comune di Ravello dovrà ripristinare le precedenti modalità di accesso illimitato all’area parcheggio di piazza Vescovado. I residenti per accedere alle proprietà private attraverso il pubblico parcheggio, disponevano di un pass che attraverso la sbarra automatica che disciplina la sosta a pagamento. L’accesso per le auto dei residenti tramite pass è ovviamente gratuite ed illimitate. Solo dalla scorsa primavera, il Comune di Ravello ha optato per un numero di ingressi che fosse pari alle uscite per ogni singolo residente, ma tale provvedimento ha scaturito il ricorsi dei nove residenti.

Il 18 ottobre 2017 il Tribunale ordinario di Salerno, presieduto dal giudice Ilaria Bianchi, ha emesso l’ordinanza in cui ha accolto parzialmente il ricorso redatto dell’avvocato Pasquale Capriglione, in cui invita il Comune di Ravello a ripristinare la servitù di passaggio con il precedente metodo di accesso, condannando inoltre l’Ente comunale al pagamento delle spese di giudizio, di euro 286,00 per esborsi e 3.834,00 per competenze e spese generali. L’ordinanza emessa dal Tribunale è ovviamente reclamabile entro quindici giorni. Alla parte lesa non è stata accolta la richiesta di rimozione della barriera d’accesso al parcheggio, nonostante l’appello alla sentenza del 21 gennaio del 2004 nell’allora sede distaccata di Amalfi del Tribunale di Salerno, ne aveva già ordinato la rimozione in seguito a precedente ricorso.