Vico Equense. Il PD vicano: Aumento della Tassa di Soggiorno? Errore riprenderla, sbagliato aumentarla. Ma il turismo?
Vico Equense. Aumento tassa di soggiorno, una nota del Direttivo del Circolo “Carlo Fermariello” del Partito Democratico vicano. Nel 2011 il Governo Berlusconi (a proposito di chi alza le tasse) reintrodusse la tassa di soggiorno come tassa discrezionale di scopo a disposizione dei Bilanci Comunali. Il Comune di Vico, seguendo a ruota i comuni limitrofi […]
Vico Equense. Aumento tassa di soggiorno, una nota del Direttivo del Circolo “Carlo Fermariello” del Partito Democratico vicano.
Nel 2011 il Governo Berlusconi (a proposito di chi alza le tasse) reintrodusse la tassa di soggiorno come tassa discrezionale di scopo a disposizione dei Bilanci Comunali. Il Comune di Vico, seguendo a ruota i comuni limitrofi della Penisola Sorrentina, aderì immediatamente a questa possibilità impositiva.
Già allora il Partito Democratico la giudicò come una scelta improvvida che non teneva conto della precaria situazione del mercato turistico a Vico e di tutte le problematiche di un settore che stava venendo fuori dagli anni devastanti dell’emergenza rifiuti a Napoli.
Oggi nel momento in cui l’Amministrazione Comunale decide ancora di intervenire con ulteriore aumento dell’imposta, come allora critichiamo nuovamente questa scelta.
Innanzitutto per la tempistica. Non si interviene quando i contratti per la prossima stagione con i Tour Operator sono già chiusi da tempo. Quando si pianificano queste manovre fiscali di fine anno si dovrebbe sapere che un aumento di questa imposta di fatto si tradurrà in un aumento di prezzo che – a contratti firmati – inevitabilmente si scaricherà sui bilanci delle aziende del settore, penalizzandole.
Ma dove vogliamo maggiormente incalzare questa amministrazione è nella carenza di politiche attive nel settore turistico e soprattutto per la totale mancanza di un ragionamento complessivo sul Turismo.
Non esiste una programmazione, non esiste una prospettiva e soprattutto non si è capaci di capire in fondo le dinamiche di un settore, quello turistico, in completa evoluzione.
Eppure nel Regolamento Comunale per la Istituzione ed Attuazione della Imposta di Soggiorno del 2011 si potevano intravedere, al di la delle tante buone intenzioni (sviluppo di itinerari tematici e di circuiti di eccellenza, recupero di beni culturali e paesaggistici, destagionalizzazione, formazione professionale) le basi per impostare un nuovo atteggiamento prevedendosi l’insediamento di un “Osservatorio Permanente” costituito anche da imprese del settore. Se ben strutturato poteva essere l’occasione per assicurare un concreto contribuito per sviluppare una idea di turismo sostenibile sulla quale investire.
Vico è la porta di ingresso del turismo della penisola sorrentina. Il nostro territorio ha una sua incredibile bellezza unica al mondo. E’ inoltre dotato di un invidiabile patrimonio costituito da imprese e dall’ altissima professionalità delle sue maestranze. Ha saputo inoltre far apprezzare la qualità del suo settore agricolo con prodotti tipici di altissimo pregio che sono stati essenziali per la crescita di una offerta gastronomica di assoluta eccellenza evidenziata dalla presenza in città di ristoranti stellate.
Tutto questo costituisce un humus incredibile sul quale ragionare e investire risorse ed iniziative amministrative. Qualsiasi idea di turismo non può prescindere da questo insieme di opportunità e sicuramente deve rivolgersi strategicamente ad un turismo di qualità con la consapevolezza che, molto più di un turismo di massa naturalmente e fisiologicamente incompatibile con la penisola sorrentina, potrebbe portare valore aggiunto alla economia delle nostre città.
E’ necessario essere tempestivi anche perché la realtà è più veloce delle lentezze e dei limiti della politica. Se guardiamo alle zone collinari di Vico, per esempio, non possiamo che constatare ed apprezzare la crescita esponenziale di agriturismi e soprattutto di Bed&Breakfast che stanno diventando l’asse portante di una offerta turistica che, molto più dell’offerta alberghiera, ha saputo smarcarsi dalla logica del prezzo contenuto – tipico del turismo di massa – , ritrovando segmenti di mercato di qualità.
Ma per fare turismo di qualità servono investimenti, seria attività amministrativa, concertazione, ricerca di finanziamenti e quindi capacità di rapportarsi con Regione ed Europa, servizi di assoluta qualità, viabilità e trasporti di livello, cultura, valorizzazione e riscoperta del paesaggio, ed soprattutto promozione.
Questa è la sfida dei prossimi dieci anni che dovrà essere assolutamente vinta.