Approccio distratto, ripresa soft: analisi della brutta prova granata col Cittadella
Il brutto inizio di gara espresso contro Cesena e Cremonese, antitetico rispetto allo spirito battagliero e sbarazzino esibito nelle diverse rimonte che hanno reso interessante il campionato disputato fino a questo momento dalla Salernitana, non ha impedito alla squadra di Bollini di commettere gli stessi errori anche nell’avvio di partita contro il Cittadella. Il 3-5-2 […]
Il brutto inizio di gara espresso contro Cesena e Cremonese, antitetico rispetto allo spirito battagliero e sbarazzino esibito nelle diverse rimonte che hanno reso interessante il campionato disputato fino a questo momento dalla Salernitana, non ha impedito alla squadra di Bollini di commettere gli stessi errori anche nell’avvio di partita contro il Cittadella. Il 3-5-2 di partenza, infatti, ancora una volta ha approcciato il match in maniera dimessa, quasi distrattamente, denotando grossi limiti di concentrazione, dinamismo e temperamento, oltre ad un’oggettiva banalità tecnica che ha caratterizzato l’abulica fase offensiva iniziale. Una Salernitana molle, attendista, scolastica, fragile nel suo velleitario tentativo di controllare il match, non ha potuto fare altro che assumere il ruolo di sparring partner al cospetto di un Cittadella decisamente motivato ed anche più vivido nella ricerca delle soluzioni che rendono spesso incisiva la sua fase offensiva. Un gioco da ragazzi, per Iori e compagni, aggredire gli spenti rivali e costringerli sulla difensiva con verticalizzazioni improvvise, sovrapposizioni degli esterni bassi, continui movimenti senza palla di mezzali e trequartisti, sempre abili nel cercare spazi tra le linee campane e lungo le corsie esterne. Venti minuti terribili per i ragazzi di Bollini, durante i quali i padroni di casa hanno sfiorato il gol con Pasa (palo) e Salvi (colpo di testa fuori di un soffio), conquistato quasi sempre i palloni contesi, ottenuto diverse situazioni di palla inattiva da sfruttare, su una delle quali Varnier non ha lasciato scampo a Radunovic, con l’evidente complicità della retroguardia ospite. A svantaggio acquisito, la Salernitana ha continuato a subire per almeno altri cinque minuti, rischiando di capitolare in altre due circostanze. Prima di riemergere dalle sue abituali contraddizioni ed iniziare a giocarsela alla pari. La mente ha smesso di essere intralciata dalla preoccupazione di preservare i necessari equilibri difensivi, accantonando quel pragmatismo gestionale che poco s’addice alle caratteristiche tecniche, fisiche e temperamentali degli uomini di Bollini. I centrocampisti campani hanno iniziato a ragionare, a cercare linee di passaggio meno prevedibili, coinvolgendo maggiormente gli attaccanti, sviluppando un giropalla rapido che sfociava nel buon lavoro di spinta garantito a sinistra dalla catena Alex-Ricci, a loro volta sempre supportati dall’esordiente Popescu, sostituto di Vitale e molto simile all’ex ternano nell’interpretare in chiave offensiva il ruolo di centrale di retroguardia che si sgancia e supporta il centrocampo. Il Cittadella ha finalmente compreso di dover anche soffrire e si è rassegnato all’idea di dividere il palcoscenico con i risvegliati dirimpettai. La Salernitana ha intensificato la pressione e costretto i padroni di casa a rintanarsi negli ultimi trenta metri, con il conseguente incremento a favore di corner e punizioni decentrate; sugli sviluppi di una di queste situazioni di gioco, Pucino ha siglato la rete che ha riportato in parità il match. Evoluzione della gara che conferma la difficoltà del Cittadella a garantire sempre un’efficace difensiva. Ma anche la consapevolezza che il destino positivo della Salernitana è legato alla sua capacità di andare oltre gli schemi (mentali e tattici), di riuscire ad essere incisiva partecipando compatta alle azioni offensive, di difendersi meglio quando è lei ad assumere il pallino del gioco. Quando questa pianificazione strategica viene meno, i granata di Bollini ritornano ad essere una squadra di media classifica che può incontrare difficoltà al cospetto di tutti gli avversari cadetti.