Castellammare. Fincantieri, nuovo Sos alla Regione. Cresce la preoccupazione: per ora una sola commessa

9 novembre 2017 | 17:10
Castellammare. Fincantieri, nuovo Sos alla Regione. Cresce la preoccupazione: per ora una sola commessa

Castellammare. «Nessuno ha ancora detto ufficialmente che il bacino di costruzione non si farà». «Anzi, sulla questione si mantiene volontariamente una certa ambiguità». Le parole di Luigi Terracciano (segretario regionale Cisl-Fim) prima e di Andrea Amendola (segretario regionale Cgil) dopo, aprono ufficialmente l’ennesima stagione di incertezza per lo stabilimento Fincantieri. I sindacati avevano dato l’allarme […]

Castellammare. «Nessuno ha ancora detto ufficialmente che il bacino di costruzione non si farà». «Anzi, sulla questione si mantiene volontariamente una certa ambiguità». Le parole di Luigi Terracciano (segretario regionale Cisl-Fim) prima e di Andrea Amendola (segretario regionale Cgil) dopo, aprono ufficialmente l’ennesima stagione di incertezza per lo stabilimento Fincantieri. I sindacati avevano dato l’allarme già nelle settimane scorse e in queste ore la preoccupazione è stata ribadita non solo dal governatore Vincenzo De Luca – durante la presentazione del rapporto Svimez – ma anche dalla deputata del Pd Annamaria Carloni con un’interrogazione presentata alla Commissione Trasporti della Camera. La richiesta è di avere risposte chiare dall’azienda sulla missione produttiva. «Ma ormai questi silenzi prolungati sembrano abbastanza chiari, a Castellammare si sta compiendo il delitto perfetto – spiega Amendola – ci chiediamo come mai ad Ancona si prevedono centinaia di assunzioni mentre a Castellammare non si riesce a capire nemmeno cosa fare». Nel portafoglio ordini dello stabilimento campano c’è una commessa militare, dopodiché il nulla. E ben presto i vari reparti del cantiere, concluso il loro compito, si ritroveranno senza lavoro. «Il presidente De Luca fa bene a chiedere alla direzione Fincantieri una chiarezza che vada oltre i prossimi 30 mesi di attività di Castellammare – afferma Giovanni Sgambati, segretario regionale Uil – sono necessari investimenti per restituire una missione produttiva, mentre sulle infrastrutture continua da dieci anni il gioco del rimbalzo di responsabilità». Una tesi che lunedì mattina i sindacati porteranno in Regione, dove sarà chiesto un tavolo permanente. «C’è un concorso di responsabilità – spiega Amendola – Fincantieri non è interessata a investire su Castellammare, perché sarebbe bastato allargare la base dello scalo a mare da 250 metri a 500 per poter realizzare navi più grandi; la Regione, invece, non sa che pesci prendere. Non riesce ad avere un rapporto con l’azienda e non si decide a fare la propria parte per gli investimenti mantenendo una grande ambiguità, perché se il presidente dell’Autorità portuale dice che ci sono altri piani, come il polo dei traghetti, allora che venga fuori la verità. Registriamo poi l’assenza sostanziale del Comune». La flotta di traghetti da riammodernare che oggi navigano nel Mediterraneo ammonterebbe a circa una sessantina di unità e dunque l’ipotesi di costruire il polo dei traghetti potrebbe assicurare lavoro al cantiere per i prossimi 15-20 anni. Ma la vera sfida consisterebbe nella progettazione: la proposta di un traghetto ecologico che possa far gola anche ai Paesi vicini. Solo supposizioni al momento. Così come sulla carta sono rimaste le tre ipotesi di ammodernamento del cantiere messe a punto dai tecnici del Rina (Registro Italiano Navale) negli anni passati. Si parlava del bacino di costruzione (spesa compresa tra i 360 ed i 400 milioni), del bacino galleggiante (120 milioni) e di un ammodernamento dell’impianto da 40 milioni, con ribaltamento del cantiere verso il mare acquisendo gli spazi dismessi della vicina Corderia con nuove gru e un sistema di varo verso il maree non più verso il porto. «Fincantieri non ci può lasciare nell’impasse – ribatte il sindaco Antonio Pannullo – Sono sulla stessa linea di De Luca e al fianco degli operai. Vogliamo sapere quali interventi strutturali l’azienda intende fare». (Maria Elefante – Il Mattino)