Massaquano (Vico Equense). Ci è voluto un fulmine e un nubifragio per danneggiare la chiesa parrocchiale

7 novembre 2017 | 13:32
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Massaquano (Vico Equense). Ci è voluto un fulmine e un nubifragio per danneggiare la chiesa parrocchiale
Massaquano (Vico Equense). Ci è voluto un fulmine e un nubifragio per danneggiare la chiesa parrocchiale
Massaquano (Vico Equense). Ci è voluto un fulmine e un nubifragio per danneggiare la chiesa parrocchiale

Vico Equense. Massaquano, insieme al Monte Faito, è forse la frazione più colpita da questo mal tempo che è iniziato da ieri. Dopo i violenti incendi causati dalla mano dell’uomo sulla montagna, stavamo soltanto aspettando questo triste epilogo. È infatti bastato un’acquazzone dopo la siccità di questi mesi per far franare tutta la montagna e […]

Vico Equense. Massaquano, insieme al Monte Faito, è forse la frazione più colpita da questo mal tempo che è iniziato da ieri. Dopo i violenti incendi causati dalla mano dell’uomo sulla montagna, stavamo soltanto aspettando questo triste epilogo.

È infatti bastato un’acquazzone dopo la siccità di questi mesi per far franare tutta la montagna e causare smottamenti. La salita per il Belvedere, via Sala a Moiano e la ex strada statale 269 per il Faito, dove è stata coperta tra l’altro la grotta della Madonna dell’Autista, molto legata alla gente di Massaquano.

Proprio a Massaquano il parroco della chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, don Salvatore Starace, si è ritrovato stamane questo bel regalino: un fulmine e la forte pioggia della serata e della nottata di ieri, ha danneggiato la cupola, l’impianto elettrico (quindi di conseguenza non si sentiranno più le melodiose campane) e ha provocato la caduta e rottura di un prezioso lampadario.

Si preannuncia una settimana di “fuoco”. Mal tempo e problemi ovunque. Strada chiusa per il Faito, via Sala e la Salita del Belvedere impraticabile (ma qui bisogna scrivere un capitolo a parte: si è costruito su un rivo e bisogna pensare sul problema abitazioni sorte come funghi negli anni).

A ciò si aggiunge la corrente che manca in tutta la città con conseguenze anche per i servizi idrici e telefonici. La domanda sorge spontanea. Regione, Città Metropolitana e Comune, dopo gli incendi dolosi di Agosto sul nostro polmone verde, si sapeva del dissesto idrogeologico e che prima o poi sarebbe “crollato” tutto ma la prevenzione? Non si poteva evitare? Aspettiamo il morto?