Relazione scioccante dal Senato. Nell’Asl 3 Sud ci si ammala di più di cancro.

20 novembre 2017 | 10:17
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Relazione scioccante dal Senato. Nell’Asl 3 Sud ci si ammala di più di cancro.

Secondo un’indagine parlamentare in tale territorio il tasso complessivo di incidenza oncologica (insieme di tutti i tumori maligni) è statisticamente più alto in entrambi i sessi rispetto al Sud Italia. Nei maschi superiore del 46 per cento mentre nelle donne superiore del 21 per cento. Registrato un eccesso di casi per i carcinomi della tiroide […]

Secondo un’indagine parlamentare in tale territorio il tasso complessivo di incidenza oncologica (insieme di tutti i tumori maligni) è statisticamente più alto in entrambi i sessi rispetto al Sud Italia. Nei maschi superiore del 46 per cento mentre nelle donne superiore del 21 per cento. Registrato un eccesso di casi per i carcinomi della tiroide nella fascia d’età 15-19 anni.

Parlano chiari i dati forniti la scorsa settimana dalla Commissione Igiene e Sanità al Senatonei territori coperti dalle Asl Napoli 3 Sud e Caserta secondo i quali la possibilità di ammalarsi di cancro è al momento superiore fino al 46% rispetto al Sud Italia.  Ad illustrare i dati, il senatore Lucio Romano(Aut-Psi-Maie) uno dei relatori del documento finale ,ossia la relazione dell’indagine conoscitiva su inquinamento ambientale, tumori, malformazioni feto-neonatali ed epigenetica in Terra dei Fuochi.  L’indagine, finalizzata a comprendere il fenomeno ed a garantire la necessità di tutelare il diritto fondamentale alla salute di vaste popolazioni esposte a inquinanti ambientali, smaltiti illecitamente e per lunghi anni in maniera criminale, ha rilevato dati allarmanti nelle zone interessate. Nell’Asl Napoli 3 Sud (che comprende tra l’altro: i comuni: San Giorgio a Cremano, San Sebastiano al Vesuvio,Torre del Greco, Torre Annunziata, Boscoreale, Boscotrecase, Trecase, Castellammare di Stabia, Agerola, Casola di Napoli, Gragnano, Lettere, Pimonte, Pompei, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate;ed infine Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Sant’Agnello, Sorrento, Vico Equense), l’indagine conoscitiva ha stabilito che il tasso di incidenza oncologica(insieme di tutti i tumori maligni) nel confronto con Pool RT (Registro Tumori) Sud Italia, è più alto in entrambi i generi. In particolare nei maschi: +46% mentre nelle donne: +21%. Ulteriormente in aumento la presenza di carcinomi alla tiroide nei giovani compresi nella fascia di età dei 15-19 anni. Situazione più complessa quella dell’infanzia: per nessuna delle classi di tumore maligno nella fascia di età 0-14 anni sono stati osservati scostamenti statisticamente significativi, ma è accertato in letteratura scientifica che l’esposizione prenatale a inquinanti chimici altera l’epigenoma embrio-fetale con potenziali conseguenze negative a carico dello sviluppo e manifestazione di malattie nell’infanzia, nel corso della vita e attraverso trasmissione transgenerazionale.
Dunque particolarmente allarmante la situazione in provincia di Napoli dove il tasso complessivo di mortalità oncologica, in particolare dei tumori del polmone e del fegato, è il più alto per tutti i tumori rilevati nell’area , sia in relazione al dato nazionale sia rispetto a quello del sud Italia. Dati tuttavia parziali poiché lo screening(esami condotti a tappetto su una fascia più o meno ampia di popolazione volti con lo scopo di individuare una malattia) per alcune patologie non ha avuto adesioni sufficienti. Infatti in Campania le adesioni agli screening, con i dati riferiti al 2016, sono state decisamente basse: mammella 16,04% ad eccezione dell’Asl Caserta con il 65,48%, cervice uterina 16,17%, colon-retto 7,7%. La riformulazione del programma di screening secondo la Commissione è necessaria ed urgente ,poiché i dati preoccupanti sull’inquinamento sono contrastati da dati insufficiente sullo stato di salute della popolazione. A tale proposito sia nelle aree urbane che in quelle agricole del Litorale Domizio-Flegreo ed Agro Aversano è stata tuttora rilevata nei suoli elevata presenza di metalli tossici. Elementi come arsenico,berillio, cadmio, rame, tallio, vanadio e zinco raggiungono valori molto al di sopra dei limiti di intervento stabiliti dal D.Lgs. 152/2006.

Dati che sebbene parziali sono senz’altro molto allarmanti e che per i quali la Commissione Sanità, visto la tardiva sensibilizzazione a realizzare interventi finalizzati a una rigorosa valutazione di criticità ambientale riconosciuta, immediatamente si adopererà affinché ciò si realizzino al più presto. A tale proposito, secondo il senatore Romano, è opportuno al più presto concentrarsi sull’approvazione del disegno di legge che istituisce e disciplina la Rete nazionale dei registri tumori per il controllo sanitario della popolazione. – 20 novembre 2017 – salvatorecaccaviello.