Capaccio Paestum. Incarichi al Comune: condannati ex sindaco Marino, amministratori e dipendenti per danno erariale
Incarichi staff al Comune: la Corte dei Conti respinge gli appelli e conferma il danno erariale. Ex amministratori, ex ed attuali dipendenti comunali dovranno pagare una somma complessiva di 111.211,478 euro oltre le spese legali. Lo stabilisce la sentenza relativa ai giudizi di appello in materia di responsabilità amministrativa avversi alla sentenza della Sezione giurisdizionale […]
Incarichi staff al Comune: la Corte dei Conti respinge gli appelli e conferma il danno erariale. Ex amministratori, ex ed attuali dipendenti comunali dovranno pagare una somma complessiva di 111.211,478 euro oltre le spese legali. Lo stabilisce la sentenza relativa ai giudizi di appello in materia di responsabilità amministrativa avversi alla sentenza della Sezione giurisdizionale regionale della Corte dei Conti per la Campania ( 436/2016). La sezione giurisdizionale per la Campania aveva condannato Pasquale Marino, nella sua qualità di sindaco del Comune di Capaccio Paestum, Roberto Ciuccio, Vincenzo Di Lucia, Salvatore Nacarlo, Eugenio Guglielmotti, Antonio Iannelli, nelle loro qualità di assessori, Andrea D’Amore, quale segretario generale, Pasquale Silenzio, quale direttore generale, Rita Renna, quale responsabile del servizio personale, e Carmine Vertullo, quale capo settore personale – finanza e tributi, al pagamento, in varie quote, in favore del Comune per una somma complessiva di 111.211,478 euro. «Ciò per avere, negli anni 2009 e 2010, adottato varie delibere – si legge nella sentenza – ovvero espresso parere favorevole sulle stesse, con le quali erano stati conferiti a 10 soggetti esterni incarichi di staff (in violazione dell’art. 90 del Tuel) in quanto, come emergeva dalle delibere e dai relativi contratti di lavoro, tali soggetti erano stati addetti allo svolgimento di attività amministrative ordinarie dell’ente locale, e non per l’esercizio delle funzioni di indirizzo e controllo proprie degli organi politici». A seguito della sentenza del 2016 gli interessati hanno presentato Appello, attraverso i propri legali, ascoltati nel pubblico dibattimento del 26 settembre 2017. Diverse le contestazioni mosse dagli appellanti «dall’erronea quantificazione del danno erariale, all’assenza di colpa grave e del nesso causale, alla legittimità dell’operato della giunta». La Corte dei Conti ha sentenziato che «gli appelli in esame non sono fondati e vanno, conseguentemente, respinti» stabilendo che «l’amministrazione, volendo ricorrere all’assunzione di personale esterno, avrebbe dovuto preliminarmente accertarsi non solo dell’esistenza del posto nella dotazione organica dell’ente ma costituire, altresì, previamente, appositi uffici di staff, attraverso motivate delibere giuntali in ordine alla loro necessità ed al numero degli addetti. Tutto ciò non risulta sia stato effettuato». Lo staff «avrebbe dovuto svolgere esclusivamente funzioni di supporto all’attività di indirizzo e controllo, alle dirette dipendenze degli organi politici, e non funzioni gestionali ed istituzionali, com’è concretamente avvenuto nel caso di specie», ritenendo che «le delibere erano palesemente illegittime, in quanto attraverso le stesse è stato, surrettiziamente, implementato di fatto l’organico degli uffici amministrativi, in assenza dei presupposti previsti dalla legge». Pertanto, la sentenza impugnata è stata confermata con il rigetto degli appelli. Il nocumento patrimoniale subito dal Comune è stato imputato pro quota in relazione alle singole delibere che ciascuno ha contribuito a porre in essere. Queste nel dettaglio le rispettive somme, che dovranno essere pagate come stabilito dalla Corte dei Conti: Marino 17.169,68 euro; Ciuccio 17.169,68 euro; Di Lucia 4.384,97 euro; Nacarlo 8.169,40 euro; Guglielmotti 8.193,39 euro; Iannelli 4.615,30 euro; D’Amore 17.169,68 euro; Silenzio 4.384,97 euro; Renna 12.784,71 euro; Vertullo 17.169,68 euro. (Angela Sabetta – La Città)