Corporazione Pizzaioli di Tramonti, parla Giuseppe Giordano: ecco la verità sulle mie dimissioni nel 2015, ora uniamoci

13 dicembre 2017 | 17:30
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Corporazione Pizzaioli di Tramonti, parla Giuseppe Giordano: ecco la verità sulle mie dimissioni nel 2015, ora uniamoci

Ieri Giuseppe Giordano, meglio conosciuto con il nome d’arte Giò il Pizz’ino, in tema con il recente riconoscimento della pizza e dei pizzaiuoli, patrimoni immateriale dell’Unesco ha rivelato con un video dedicato ai pizzaioli su Facebook (sotto allegato), la verità sulle sue dimissioni dalla Corporazione dei Pizzaioli di Tramonti nel “lontano” 2015. Attualmente la Corporazione è infatti “commissariata” dall’Assessore […]

Ieri Giuseppe Giordano, meglio conosciuto con il nome d’arte Giò il Pizz’ino, in tema con il recente riconoscimento della pizza e dei pizzaiuoli, patrimoni immateriale dell’Unesco ha rivelato con un video dedicato ai pizzaioli su Facebook (sotto allegato), la verità sulle sue dimissioni dalla Corporazione dei Pizzaioli di Tramonti nel “lontano” 2015. Attualmente la Corporazione è infatti “commissariata” dall’Assessore Vincenzo Savino.

Il commissariamento è infatti arrivato dopo anni di inerzia da parte dello storico sodalizio, sorto all’inizio degli anni Novanta. Giuseppe Giordano nel video-rivelazione dice che “ci ha messo la faccia, come sul libro sulla Storia dei Pizzaioli di Tramonti, con le cose che si incastrano”, riferendosi alle attività della Corporazione. Il maestro pizzaiolo con sede ad Alessandria, racconta infatti come il libro sia stato oggetto di interesse anche da parte del mondo accademico, l’Università di Torino ritiene l’opera fondamentale per comprendere le dinamiche della migrazione interna, avvenuta nel Bel Paese a partire dagli anni ’50, approfondendo anche l’approdo nel Nord Ovest della cucina mediterranea.

Lo scandalo di Report (la famosa puntata sulla pizza del 2014) è stato d’impulso per ridare importanza alla Corporazione: fu su questa base che Giordano propose un ringiovanimento del direttivo dietro la guida dei “saggi”, i fondatori dell’organismo. All’epoca dei fatti il nostro propose al sodalizio di partecipare alla raccolta firme per candidare proprio l’arte della pizza a patrimonio immateriale dell’Unesco. Ma la cosa non fu accolta con entusiasmo. Trascorsero i mesi, ma nel 2015, i buoni propositi di ringiovanire il direttivo della Corporazione svanirono, ma nonostante ciò Giuseppe Giordano ricevette un enorme consenso dai soci, che gli fecero sentire la responsabilità del suo ruolo: in seguito a Giordano fu riservata una posizione che a sua detta, non riteneva congeniale alla propria causa, ovvero ripartire dalle radici di tale tradizione. Pertanto, dopo l’elezione del Presidente e Vice Presidente della Corporazione, si dimise dall’incarico nel maggio del 2015, lasciando in dote all’epoca 6mila firme raccolte per la candidatura all’Unesco, mentre sul giovane pizzaiolo aleggiava la voce di presunte ambizioni personali. Ma Giuseppe è troppo innamorato del proprio paese per pensare ad una cosa del genere.

Nel settembre 2015, c’era in programma un incontro importante a Napoli con i pizzaioli partenopei, con oggetto la sospinta candidatura della pizza. Giò il Pizz’ino visto l’inerzia intorno all’evento, decise di prendere parte al meeting in cui la Corporazione di Pizzaioli di Tramonti era parte integrante.

Visto che si è concretizzata la pratica del riconoscimento di universalità accreditata all’arte della pizza, Giuseppe Giordano ritiene che la Corporazione per il futuro deve “ridare una linea, per istruirsi e dare possibilità ai giovani di riscoprire questo mestiere per portare avanti una tradizione che ha fatto la storia della ristorazione italiana” – richiamando quindi all’attività e la democrazia, ed inviando un grande segnale ai propri conterranei – “spero che adesso si possa finalmente riuscire a realizzare qualcosa che possa rappresentarci, perché è importante. Siamo un migliaio, ma è giusto che parliamo con una voce sola”.