“Il bullismo non è un gioco”: incontro al “Vittorio Veneto” contro le baby gang. Luise: “Ragazzi devono aiutarsi a vicenda”

18 febbraio 2018 | 10:32
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“Il bullismo non è un gioco”: incontro al “Vittorio Veneto” contro le baby gang. Luise: “Ragazzi devono aiutarsi a vicenda”

NAPOLI. “I bulli sono molto abili a manipolare la situazione ed a far credere che l’episodio sia stato solo un gioco. Il bullismo però non è un gioco, bensì un comportamento capace di lasciare profonde ferite in chi lo subisce”. A dirlo è Alessia Filippi, secondo cui “il bullismo e tutto ciò che di simile gli appartiene, è un profondo atto vandalico contro cui moltissimi ragazzi adolescenti si trovano costantemente a combattere.

Questa tematica non è rimasta indifferente all’incontro tenutosi presso l’istituto superiore “Vittorio Veneto” di Scampia, dove, nella mattinata di giovedì 15 febbraio, alle 11.30 si ha avuto luogo un incontro sul fenomeno delle baby gang e i modi per contrastarlo. A moderare l’evento è stata Maria Elefante di Famiglia Cristiana e sono intervenuti la preside Olimpia Pasolini; l’assessore alla cultura, turismo e sport del Comune di Pozzuoli, Maria Teresa Moccia Di Fraia; il direttore di Famiglia Cristiana, Don Antonio Rizzolo; l’autore del libro ‘Luci a Scampia’, Angelo Pisani; la professoressa Maria Luisa Iavarone. A salutare i presenti, con uno sketch comico, Alessandro Bolide.

A prendere parola è stato anche il consigliere del comune di Castel Volturno, Antonio Luise, operante sul territorio litoraneo e sensibile rispetto alla situazione che invade l’istituto del Comune napoletano. “La mia Castel Volturno – dice il castellano – è una realtà molto difficile per la quale combatto e lotto ogni giorno. Questo paese è affollato da diversi problemi contro i quali reagiamo con lo sport, la cultura, con il lavoro.

Stamattina ho incontrato Carmine, il ragazzo vittima di bullismo, e mi rendo conto che il problema delle baby gang preoccupa e non poco. Oggi non si può camminare per strada e non sapere cosa ci può succedere. Il messaggio che voglio trasmettere ai ragazzi è quello di aiutarsi a vicenda e di essere uniti perché solo così si possono combattere queste situazioni difficili.

Li esorto – conclude – ad essere più sensibili ai problemi altrui. Io sono vicino a Carmine ed è per questo che ho deciso di regalargli, dato che è tifoso del Napoli, una maglia di Maradona sperando che, nel mio piccolo, possa aiutarlo a renderlo felice”.