Cava de’ Tirreni. Petizione per il ritorno di fra’ Luigi, ma lui dice di no: «Sono un frate e rispetto i vertici dell’Ordine»

«Vi ringrazio del bene e della stima che avete per me, ma vi ricordo che sono un frate». Con queste parole fra’ Luigi Petrone si è rivolto ai suoi estimatori che nelle scorse ore hanno avviato una petizione popolare per chiedere ai vertici provinciali della fraternità francescana di far ritornare il frate al convento di San Francesco di Cava de’ Tirreni dopo il suo trasferimento a Nocera Inferiore. «Ho saputo che avete espresso desiderio che io torni – ha scritto fra’ Luigi in un post sulla sua pagina Facebook – vi ringrazio del bene e della stima che avete, ma vi ricordo che sono un frate, anche se l’ultimo della serie, e se desiderano che sia trasferito io sono rispettoso di tutto ciò, anche se agli occhi di tutti può sembrare un’ingiustizia. Mi dispiace che vivete un momento particolare – continua il francescano – così come mi dispiace della mancanza di un dialogo. Confido sempre nel vostro bene, vi ringrazio di cuore e Dio vi benedica». Dopo alcuni mesi di tregua è ricominciata la battaglia dei seguaci di fra’ Gigino che sin dal primo momento si sono opposti al trasferimento al convento di Santa Maria degli Angeli di Nocera Inferiore. Nelle scorse ore, infatti, su input dell’avvocato Alfonso Senatore e del dottor Luigi Cremone, è cominciata una petizione popolare per invocare il ritorno di fra’ Luigi Petrone nelle città metelliana. Si riaccende così nuovamente anche la discussione sotto i portici e sui social. «Un giorno fra’ Gigino disse che si sarebbe candidato. Noi stiamo aspettando la sua candidatura per cacciare via tutti quelli che stanno al Comune. Con lui salterebbero fuori tutti gli scheletri dagli armadi». Come suo stile, non ha peli sulla lingua, Pina Fariello, meglio conosciuta come la pasionaria del popolo degli abusivi di necessità. Lei è una delle prime firmatarie della petizione promossa per il ritorno di padre Luigi Petrone al Convento cittadino. «Non capiamo come sia possibile che sia stato trasferito. Proprio lui che ha dato tanto a questa città. Che è riuscito a farsi seguire, a farsi amare e farsi rispettare. Siamo sicuri che molto ancora può dare a Cava». In città, se da un lato c’è chi esalta le opere di fra’ Gigino, innegabili se si considera principalmente l’opera di ricostruzione della chiesa, dall’altro c’è chi critica il suo modo di agire, il suo decisionismo estremo ed anche il suo modo di intendere la vita francescana. C’è una parte di cavesi che non condivide la petizione, anche per il contenuto della stessa, e contesta ai promotori di aver strumentalizzato la vicenda che invece dovrebbe essere lasciata a chi di competenza, ovvero alle istituzioni ecclesiastiche e all’ordine dei frati minori in particolare. (Simona Chiariello e Valentino Di Domenico – Il Mattino)