La mappa della camorra in provincia di Salerno, fra droga e appalti l’Agro è lo zoccolo duro

7 febbraio 2018 | 11:46
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La mappa della camorra in provincia di Salerno, fra droga e appalti l’Agro è lo zoccolo duro

Resta lo spaccio di sostanze stupefacenti la principale attività delle organizzazioni criminali del capoluogo, quasi tutte riconducibili, in un modo o nell’altro, ancora al clan D’Agostino. Ma il dato più allarmante è che le organizzazioni criminali di maggiore spessore e di più datato radicamento hanno sviluppato, accanto agli affari illeciti tradizionali, sempre più incisive tecniche di penetrazione nel tessuto socio-economico, politico e imprenditoriale locale. Si tratta di un’interferenza finalizzata a controllare alcuni settori nevralgici dell’economia provinciale (costruzione di opere pubbliche, forniture di servizi, gestione dei servizi per l’ambiente) anche attraverso il condizionamento degli Enti territoriali locali, come è stato di recente scoperto per il Comune di Scafati. Sono questi i punti salienti della relazione semestrale della Dia di Salerno, comandata dal tenente colonnello Giulio Pini, e che sono stati inseriti nella relazione annuale presentata di recente al Parlamento.
È proprio l’Agro Nocerino-Sarnese la zona della provincia di Salerno in cui la criminalità organizzata di stampo camorristico si è tradizionalmente, e più incisivamente, imposta secondo quanto rilevato nel corso delle indagini. Mentre il Cilento, che non evidenzia sodalizi autoctoni strutturati, per la particolare vocazione turistico ricettiva, risulta esposto agli interessi dei clan napoletani. Anche se il dato più allarmante riguarda il Vallo di Diano: secondo la Direzione investigativa Antimafia, si conferma zona d’interesse per sodalizi criminali di diversa matrice, essendo posto a cerniera tra l’alta Calabria, la Campania e la Basilicata. Nel comprensorio sono operativi due gruppi criminali che mantengono rapporti di collaborazione con i clan dell’alto Tirreno cosentino e con sodalizi napoletani, autofinanziandosi con usura, estorsioni, traffico di armi e di stupefacenti. Ma non mancano le curiosità. Una di queste riguarda un altro storico clan della provincia di Salerno, il PecoraroRenna, dominus nei territori di Battipaglia e Pontecagnano, che ormai è gestito da nuove leve il cui impegno è quello di acquisire risorse per mantenere le famiglie degli associati in carcere e conservare la leadership nella zona.
Sono però Nocera Inferiore, Angri, Pagano e Scafati, secondo gli uomini della Dia, il vero zoccolo duro per le forze dell’ordine. In particolare, a Nocera Inferiore si conferma l’operatività del gruppo Mariniello, con attività illecite che spaziano dallo spaccio di stupefacenti all’infiltrazione negli appalti pubblici, ai prestiti usurari ed alle estorsioni. Ad Angri, il controllo dei principali traffici illeciti resta appannaggio di pregiudicati già affiliati al clan Nocera, alias i Tempesta, attualmente indebolito a seguito della collaborazione di esponenti di vertice del sodalizio. A Pagani permane il gruppo Fezza-Petrosino D’Auria, militarmente ancora forte, e dotato di ingenti disponibilità economiche, frutto di usura, estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. È stata però l’indagine Sarastra, che ha portato in carcere anche l’ex sindaco di Scafati Pasquale Aliberti, a portare alla luce infiltrazioni della camorra nell’amministrazione locale. Petronilla Carillo, Il Mattino