Dopo il pesante ko con il Lipsia le accuse di Sarri: «Se giochiamo così avremo problemi anche in Italia»

16 febbraio 2018 | 19:00
Dopo il pesante ko con il Lipsia le accuse di Sarri: «Se giochiamo così avremo problemi anche in Italia»

Don Ferrante non credeva alla peste, perché diceva che non era né terra, né acqua, né aria. E quindi non poteva certo esistere. E di peste infatti morì. E così è stato per Sarri e l’Europa League: a furia di trattarla come una cosa che non esiste, un fastidio, una iattura sulla via che conduce alla gloria del campionato, ha rimediato tre schiaffi dal Lipsia che, in ogni caso, bene non fanno. Mai vista una prestazione simile in serie A, mai visto un simile atteggiamento nelle gare domestiche. Un disastro. Nel campionato certe assenze si riescono a giustificare, in Europa no e la rosa non è attrezzata per lottare sui due fronti. Sarri, pensa davvero che poteva fare meglio il Napoli? «Doveva fare sicuramente di più, non solo poteva. Io sono deluso da chi gioca meno ma anche da chi gioca di più. Dove sta l’entusiasmo di chi gioca di meno in campionato? E dove stavano le certezze di quelli che giocano di più?». Cosa non ha funzionato? «È stata una gara molto deludente. Ma non solo: triste, affrontata da tutti senza voglia. Questa non è la mentalità di una grande squadra, soprattutto quando si va a giocare in Europa c’è sempre una maglia da onorare». Non sono state anche le sue scelte a contribuire a questo andazzo sbagliato in questa gara dei sedicesimi di finale di Europa League? «Se facciamo una partita di questo tipo abbiamo problemi anche in Italia. Poi è normale che contro una buona squadra la paghi in maniera molto più evidente rispetto al solito. Ma questo succede quando non si va in campo per divertire e divertirsi. Ed è quello che abbiamo fatto noi». La svolta, in negativo, paradossalmente quando sono entrati tre titolari come Lorenzo Insigne, Mario Rui e il brasiliano Allan. «Eravamo riusciti ad andare avanti con il gol di Ounas e abbiamo cercato di sfruttare al massimo la situazione. E invece in quel momento ho visto la mancanza di entusiasmo da parte dei ragazzi. E la cosa mi ha assai deluso». Si aspetta una risposta in campionato, a questo punto? «Non solo. Con la Spal mi aspetto una gara feroce. Ma anche a Lipsia pretendo il riscatto morale, voglio una prova di gran cuore anche se so che la qualificazione non sarà una cosa semplice». È sembrato lo stesso Napoli di Rotterdam, non trova? Una costante in Europa? «Col Feyenoord l’atteggiamento l’ho giustificato: arriva la notizia che spegne la luce. Ma ieri no. E poi neppure il primo tempo mi è piaciuto. Ma nella ripresa abbiamo dato il peggio, concedendo contropiedi su contropiedi. Una prova senza applicazione». Perché? «Non c’è stato in questa stagione il salto di mentalità. Bene in Italia, male in Europa: non siamo mai riusciti a tenere lo stesso ritmo a distanza di tre giorni. È il prossimo step da fare, quello di essere competitivi non solo in serie A. Ed è il prossimo obiettivo della squadra, resto o non resto io…». Ha dei rimpianti? «Quando sono arrivato Maggio mi disse che avevano chiuso a 24 punti dalla prima. Siamo riusciti a colmare quel gap. Ora bisogna colmare il gap in Europa. E di sicuro non ci riusciremo giocando con noia come abbiamo fatto con il Lipsia». Secondo lei c’è qualcosa da salvare? «Abbiamo preso un gol al 93’ quando c’era ancora una gara di ritorno da giocare. Non si può fare. Quando non ci siamo con la testa diventiamo una squadra meno che normale, spero che questa sconfitta non abbia delle ripercussioni sotto il punto di vista morale». (Pino Taormina – Il Mattino)