Casapesenna. Il Riesame dice no, don Barone resta in cella. Secondo diniego alla scarcerazione del prete esorcista abusivo

28 marzo 2018 | 17:59
Casapesenna. Il Riesame dice no, don Barone resta in cella. Secondo diniego alla scarcerazione del prete esorcista abusivo

Ancora un «no» alla scarcerazione, il secondo, per don Michele Barone, il prete di Casapesenna accusato di avere praticato violenti esorcismi su una 14enne (affetta peraltro da alcuni problemi psichici) che le avrebbero procurato lesioni permanenti. A respingere la nuova istanza di scarcerazione (o in subordine i domiciliari) presentata dall’avvocato Carlo Taormina, è stato il Tribunale distrettuale del Riesame che si è pronunciato questa volta su una seconda ordinanza scattata a carico del sacerdote, ovvero quella in cui viene contestata l’aggravante delle lesioni permanenti. In ogni caso, anche se avesse beneficiato di un annullamento, don Michele non avrebbe potuto lasciare in ogni caso il carcere di Vallo della Lucania in quanto detenuto per il primo arresto. Precedentemente, infatti, i giudici della Libertà avevano respinto l’altra istanza presentata dal penalista in relazione alla prima misura, quella in cui Barone viene accusato di maltrattamenti e abusi nonché di violenza sessuale nei confronti di due ventenni, escludendo però l’aggravate dell’autorità e la violenza in relazione alla minaccia rivolta alla sorella della 14enne al fine di farle ritirare la denuncia presentata alla polizia contro di lui. A metà aprile le due ragazze verranno sentite come testi nel corso di un incidente probatorio. L’esito di questo strumento giuridico come mezzo di prova è particolarmente atteso dalla difesa: l’avvocato Taormina, infatti, ha definito interessante quale «specchio del contro-processo» l’interrogatorio già reso dalla principale vittima, la ragazzina quattordicenne. La minorenne, infatti, é già stata ascoltata e tra le altre cose avrebbe riferito che il suo orecchio era «solo gonfio» ed ad oggi si sarebbe già sgonfiato. Tuttavia agli atti della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, ci sono le consulenze mediche secondo le quali le pratiche di don Barone – che la teneva bloccata per terra con un piede sulla testa mentre urlava «al demonio di lasciarla in pace» – le avrebbero procurato uno sfregio permanente all’orecchio. Consulenze che sono state ritenute valide prima dal gip Alessandra Grammatica che ha spiccato gli arresti e poi dal Tribunale del Riesame che li ha confermati. Nella stessa inchiesta i sostituti procuratori Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, coordinati dal procuratore aggiunto Alessandro Milita, hanno ottenuto gli arresti domiciliari per il vicequestore di polizia Luigi Schettino (difeso dall’avvocato Carlo De Stavola), accusato di aver partecipato agli esorcismi e il divieto di avvicinamento e sospensione della responsabilità genitoriale per la madre e il padre della minore che secondo i pubblici ministeri avrebbero affidato la 14enne alle sole cure del prete, sospendendo il percorso medico precedentemente intrapreso. Il sacerdote di Casapesenna che secondo la Curia di Aversa praticava abusivamente esorcismi ritenuti dall’accusa «torture medievali», resta in cella in attesa dell’esito dell’incidente probatorio e delle prossime attività difensive del suo legale. Nel corso del secondo interrogatorio don Michele si era difeso spiegando di non aver provocato alcuno sfregio, ma di aver solo praticato alla ragazzina una manovra in linea con quelle prescritte dai manuali canonici sull’esorcismo che potrebbe al massimo averle provocato un ematoma temporaneo. Analoga risposta anche in relazione al video prodotto dalla Procura in cui si vede il sacerdote praticare il rito ad un cinquantenne verso il quale usa modi violenti. Nelle pieghe dell’inchiesta i pubblici ministeri sammaritani hanno anche sentito come persona informata sui fatti l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, conoscente di don Barone, sentito come persona informata sui fatti su presunti prestiti concessi dal prete al manager. Ma questa è un’altra storia. (Biagio Salvati – Il Mattino)