Ischia. A Casamicciola ricostruzione post-terremoto al palo. Manca tutto, anche il commissario. Gli sfollati: «siamo abbandonati»

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Ischia. Il dibattito scientifico sull’Epomeo che scivolando potrebbe scatenare terremoti non appassiona più di tanto gli isolani che già da decenni sono a conoscenza delle teorie per le quali, a pochi chilometri di profondità, si sono prodotte cavità enormi che sono la causa dei cedimenti verso il basso di intere zolle di roccia. Piuttosto, è un elemento che contribuisce ad esacerbare gli animi di centinaia di persone rimaste senza un tetto dopo il sisma del 21 agosto scorso. Terremotati e sfollati sono infatti sempre più esasperati per i troppi ritardi e per il fatto che ogni ipotesi di piano di ricostruzione è ancora di là da venire. Non esistono piani di ricostruzione, non ci sono segnali in ordine ad una possibile delocalizzazione dell’area urbanizzata che venne sconvolta dal sisma del 21 agosto scorso, e manca – a tutt’oggi – anche la nomina di un commissario di governo che dovrebbe prendere in mano la situazione e fornire le prime indicazioni su come, dove, quando avviare il processo di reinsediamento degli oltre 2.000 sfollati fra Casamicciola Terme e Lacco Ameno. Ci aveva provato il presidente della giunta regionale Vincenzo De Luca ad ottenere nel dicembre scorso l’incarico per venire incontro alle esigenze delle popolazioni isolane colpite dal sisma e cercare così di velocizzare i tempi. Ma la sua nomina è rimasta lettera morta. Durante l’ultima seduta prima delle elezioni del 4 marzo, il Consiglio dei ministri ha prorogato per altri tre mesi lo stato d’emergenza per i comuni isolani terremotati. Ma di più non è stato fatto, con grave disappunto di chi oggi non ha più certezze di riavere una abitazione ed un lavoro. Un disappunto ed una protesta che si è manifestata attraverso il non voto da una parte e dall’altra con il voto di protesta affidato al Movimento 5 Stelle che sull’isola ha raggiunto percentuali bulgare, assestando un duro colpo a Forza Italia che proprio sull’isola esprime il coordinatore regionale e senatore Domenico De Siano. «Alla nostra gente – osserva Giuseppe Mazzella, animatore di un forum che si pone l’obbiettivo di non far cadere nel dimenticatoio la tragedia del terremoto di Casamicciola – non serve oggi sapere quali sono le cause dei terremoti, che fra l’altro già tutti conoscono. Occorre avere risposte in ordine alla risoluzione dei problemi legati alla ricostruzione del paese». L’ipotesi scientifica formulata dai ricercatori dell’Ingv in pratica non aggiunge nulla di nuovo alla necessità di avviare una delocalizzazione delle aree più a rischio. Già nel secolo scorso il pioniere della scienza che studia i terremoti e fra l’altro inventore dei sismografi, Giulio Grablowitz, dal suo Osservatorio scientifico di Casamicciola aveva intuito che in determinate aree col passare dei secoli e dei millenni si verificano episodi di collasso della crosta superficiale. E altri studiosi hanno intuito nel tempo che anche l’attività idrotermale contribuisce a causare i fenomeni cosiddetti di subsidenza. Le falde acquifere scavano gallerie e cavità anche a diversi chilometri sotto la crosta terrestre e, come fiumi sotterranei, indeboliscono lo zoccolo fatto di antiche rocce vulcaniche. È per questa antica conoscenza delle criticità del sottosuolo isolano che nel 2016 venne bocciato dai comuni prima e dalla regione poi, il maxiprogetto che prevedeva la realizzazione a Serrara Fontana di una centrale elettrica che si sarebbe dovuta alimentare proprio con le acque termali. E i progettisti avevano presentato consulenze favorevoli alla realizzazione sottoscritte da ricercatori proprio dell’Ingv, nelle quali si affermava che non vi sarebbe stato alcun rischio sismico. (Massimo Zivelli – Il Mattino)

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