Boxlandia, sul parcheggio Rota, il Tar dà ragione al Wwf.
Sorrento – Ancora un altro capitolo della infinita vicenda boxlandia, che vide nell’intricato tentativo di costruire il parcheggio di via Rota il suo culmine, sembra volgere in modo favorevole per il Wwf. Stavolta è il TAR a confermare le tesi sostenute dall’Associazione ambientalista difesa dall’Avv. Anna Iaccarino, con una chiara ed eloquente sentenza che potrebbe mettere fine all’intera vicenda. Con la quale il Comune di Sorrento viene condannato alle spese processuali.
Secondo il Tar furono due commissari ad acta nominati dalla provincia (condannati ad 1 anno e 8 mesi di carcere nel processo di 1° grado assieme al committente e alla ditta esecutrice dei lavori dopo le denunce del WWF, dei VAS e dell’AVV. Antonetti) ad autorizzare le opere fuorilegge e lo scempio dell’agrumeto in Via Rota a Sorrento.
Fu nel luglio dello scorso anno quando il presidente del Wwf Terre del Tirreno, Claudio D’Esposito, presentò una istanza al Comune di Sorrento, con la quale si sollecitava a definire il procedimento repressivo allo scopo di ristabilire il rispetto delle disposizioni urbanistiche e ambientali adottando i provvedimenti sanzionatori ritenuti opportuni. Dopo la condanna infatti, mentre migliaia di cittadini firmavano una petizione per chiedere di realizzare un parco a verde al posto dei parcheggi, l’associazione del Panda, accertato il decorso dei termini di validità del permesso di costruire, “il ripristino dello stato dei luoghi”.
Come spesso è capitato la richiesta del Wwf non aveva alcun riscontro. Non solo pochi giorni prima dell’Udienza del Tar, il Comune di Sorrento convocava una conferenza di servizi per valutare la proposta del privato circa una nuova soluzione progettuale. Secondo il TAR “ l’amministrazione procedente ha l’obbligo di definire il procedimento con un provvedimento espresso ai sensi dell’art. 2 L. 241/1990; il dovere di concludere non è venuto meno per il fatto che il Comune ha solo da ultimo convocato una conferenza di servizi per l’esame di una diversa proposta progettuale (peraltro in prossimità dell’udienza di discussione con nota del 5.4.2018, e dunque tardivamente rispetto al termine procedimentale); tale convocazione infatti non definisce il procedimento di repressione dell’abuso già avviato né costituisce di per sé l’adozione di un provvedimento definitivo sulla situazione interessata” ed inoltre “in caso di inutile decorso del termine assegnato all’amministrazione per provvedere sull’istanza presentata dalla ricorrente, si nomina sin d’ora quale commissario ad acta il dirigente preposto alla Direzione centrale Pianificazione e gestione del territorio del Comune di Napoli, o su delega, un funzionario del medesimo ufficio, il quale provvederà entro l’ulteriore termine di sessanta giorni, dalla comunicazione dell’inottemperanza a cura di parte ricorrente”.
“Oggi”, ha dichiarato Claudio D’Esposito, “la provincia ha nominato un nuovo “commissario ad acta” ma, stavolta, per ottenere il ripristino del fondo agricolo disboscato … se il comune dovesse ancora latitare”.
Nel frattempo è iniziato il processo in appello che vede il WWF come Parte Civile. – 18 aprile 2018 – salvatorecaccaviello
Fonte: WWf Terre del Tirreno