Tra fede e folklore, in 400.000 alla Madonna dell’Arco. Lunedì in Albis blindatissimo, attesi «battenti», pellegrini e turisti

1 aprile 2018 | 17:52
Tra fede e folklore, in 400.000 alla Madonna dell’Arco. Lunedì in Albis blindatissimo, attesi «battenti», pellegrini e turisti

Attesi in 400.000 tra«battenti», turisti e pellegrini, per il Lunedì in Albis a Madonna dell’Arco. Un grande pellegrinaggio che è rito secolare, con il Santuario aperto per oltre ventisei ore – dalle tre del mattino fino a quando sarà entrata l’ultima squadra di fujenti – per accogliere la folla che da tutta la Campania e oltre accorre a rendere omaggio alla «Mamma dell’Arco». Terminati i quindici «grandi Lunedì» in onore della Madonna, celebrazioni gremite di fedeli, padre Alessio Romano – rettore del Santuario – ha come da tradizione posto sulla guancia della Vergine – la stessa immagine dalla quale nel 1450 sgorgò sangue in occasione del primo miracolo – la bambagia che sarà poi distribuita ai fedeli che ne faranno richiesta nel corso dell’anno. Un rito commovente che prelude al grande pellegrinaggio. Le misure di sicurezza nella cittadella mariana sono imponenti. La frazione di Madonna dell’Arco sarà vietata alle auto: l’amministrazione comunale ha messo in moto la macchina organizzativa e predisposto le misure di sicurezza necessarie per l’evento. Già da alcuni giorni decine di carabinieri e militari dell’esercito stanno presidiando le strade limitrofe al Santuario, mentre per domani saranno disposte barriere anti-tir e ci sarà uno spiegamento di unità cinofile per la bonifica delle aree, e oltre un centinaio tra uomini dell’Arma poliziotti, soldati, vigili del fuoco saranno dispiegati su tutta via Arco, che verrà percorsa dalle migliaia di fujenti, provenienti da ogni parte d’Italia, in attesa di prostrarsi davanti al quadro della Vergine. Un itinerario che si ripete da oltre mezzo millennio da quando, nel 1450, l’immagine votiva della Madonna fu colpita da un maglio di alcuni giocatori e cominciò a sanguinare. Le misure antiterrorismo si aggiungeranno al potenziamento delle forze dell’ordine sul territorio e alla presenza di volontari della protezione civile, croce rossa e Asl che garantiranno anche l’assistenza sanitaria per i fujenti che spesso vengono colti da malore. C’è come di consueto un sottile limite per chi assiste alle scene di omaggio alla «Mamma dell’Arco» nel Santuario, tra sacro e profano. La Madonna dell’Arco è quella del popolo, i suoi figli si rivolgono a Lei come parlerebbero alla mamma. Fuori dalle cinte del Santuario è tutt’altra storia. Un caos indicibile tra bancarelle spesso abusive, con la musica dei neomelodici a volume insostenibile, banchi con poveri animali in gabbia, una coltre di fumo e olio bruciato che avvolge l’intera cittadella sollevandosi dai banchetti dei rivenditori ambulanti di panini. I residenti sono, per un giorno intero, «ostaggio» della Festa e i commercianti locali preferiscono chiudere, ormai da anni, le serrande. La fede rimane nel Santuario, fuori da quel portone solo un’anarchica fiera. E mentre fuori dalla cinta del convento impazzerà la festa, all’interno del Santuario saranno i padri domenicani ad accogliere i pellegrini. In chiesa si potrà accedere solo dal portone monumentale attraverso i varchi predisposti su via Arco: due laterali per le associazioni dei battenti ed uno, centrale, per i civili. «Ci si può affidare solo al buon senso di ciascuno perché siano rispettate poche semplici regole», spiega padre Alessio. Quelle regole dettate dai padri domenicani, ma anche dalle forze dell’ordine, affinché si evitino disordini. Assolutamente proibito è, per esempio – prescrizione niente affatto scontata – introdurre nel Santuario toselli, statue, bande musicali e fuochi d’artificio. Inoltre vietato in chiesa scattare fotografie ed effettuare riprese con videocamere, smartphone e tablet. Così come è proibito – il rettore Padre Alessio Romano non ha mai mancato di sottolinearlo negli ultimi tre anni – fare questue nei centri cittadini in nome della Madonna dell’Arco. (Daniela Spadaro – Il Mattino)