Fegato danneggiato dopo l’operazione alla colecisti a Benevento. Una 45enne salernitana ora rischia di perdere il lavoro

Vittima di un presunto caso di malasanità, rischia ora di perdere anche il lavoro. È la triste vicenda di una 45enne salernitana, madre di tre figli, operata alla colecisti circa un anno fa, a Benevento, da dove è stata poi trasferita d’urgenza al policlinico Gemelli di Roma, a causa di una possibile necrosi legata a una incisione che avrebbe subito alle vie biliari del fegato. Da allora la donna è costretta a convivere con delle protesi allo stomaco, che le provocano non poche difficoltà anche nelle normali attività quotidiane. Al danno, poi, ora potrebbe aggiungersi anche la beffa, perché l’azienda farmaceutica dove la 45enne lavora le avrebbe dato tutte valutazioni negative, aprendo così l’anticamera di un possibile licenziamento per scarso rendimento. La donna è informatore medico. Attività, questa, per la quale è richiesto un certo dinamismo, che mal si concilia, in questo momento, con le sue condizioni fisiche. Quello degli informatori, infatti, non è di certo un lavoro cosiddetto d’ufficio, ma comporta continui spostamenti, attese e spole tra i diversi studi medici. La donna, però, ancora non è uscita completamente fuori dall’incubo che l’ha travolta. Ogni tre mesi, da quando ha subito il primo intervento, prima a Benevento e poi al Gemelli, è costretta a fare la spola tra Salerno e Roma e proprio in questi giorni dovrà tornare nella capitale per sottoporsi a un nuovo intervento per rimuovere e sostituire le protesi all’interno stomaco, necessarie per far chiudere la ferita che è ancora presente all’interno dello stomaco. Da allora, come era inevitabile, non è riuscita a riprendersi completamente e per questo motivo, ora, potrebbe rischiare anche il licenziamento. L’azienda dove la 45enne svolge la sua attività, infatti, ha espresso tutte valutazioni negative del suo lavoro. Questo, tradotto nel mondo degli informatori medici, molto spesso rappresenta il preambolo del licenziamento per scarso rendimento. Un paradosso per il quale stanno studiando bene le carte gli avvocati della famiglia, che stanno valutando anche l’ipotesi di un inizio di mobbing, oltre che per il danno che sarebbe stato generato dall’errore medico. Il calvario della salernitana, che non risparmia di certo neanche i tre figli, a causa del continuo peregrinare da Salerno a Roma, oltre che per l’inevitabile carico di disagi e ansie che una situazione del genere porta in dote all’interno di qualunque nucleo familiare, è iniziato nel mese di giugno scorso, quando ha subito un intervento chirurgico alla colecisti a Benevento. Da quella operazione sarebbe, poi, scaturito il presunto errore medico, perché le avrebbero inciso le vie biliari del fegato, per cui la donna avrebbe rischiato la necrosi, perché la bile si sarebbe estesa per tutto l’addome. Da qui il trasferimento d’urgenza al policlinico Gemelli di Roma, dove ha subito una nuova operazione, con l’istallazione di alcune protesi allo stomaco per facilitare la chiusura delle ferite ancora aperte all’interno dell’addome. Dopo quattro mesi di degenza la giovane fece finalmente ritorno a casa, anche se da allora, ogni tre mesi, è costretta a tornare nella capitale per sottoporsi alla sostituzione delle protesi. I problemi, però, non sono certo finiti, perché da allora è costretta a convivere con difficoltà digestive e fisiche che non le consentono ancora di svolgere le sue cose con la normale naturalezza e facilità di un tempo. (Sabino Russo – Il Mattino)